Elezioni regionali
Sorpresa: in Lombardia la Lega tiene, anzi, migliora. E Salvini gongola
Con il risultato del Carroccio le pretese di FdI che vuole vicepresidente e assessore a Welfare e Sanità potrebbero essere arginate. Dice il segretario leghista: "In alcune province Lega e lista Fontana sono il primo partito"
La paura era talmente tanta che almeno su una cosa Matteo Salvini aveva deciso di dover arrivare primo: i festeggiamenti. Eccolo allora alle 15.29, quando i seggi elettorali sono chiusi da appena mezz’ora, afferrare più lesto degli altri lo smartphone per postare su tutti i suoi social due foto, una con Attilio Fontana e l’altra con Francesco Rocca, i due nuovi governatori, con la scritta “Vittoria. Grazie Lombardia. Grazie Lazio”. Ci sono solo gli instant poll, nettissimi sull’esito, ma senza dettagli sui voti di lista. Almeno un primato però il segretario del Carroccio intanto lo porta a casa. Dietro all’esultanza da centometrista, dicevamo, si nascondeva tutta la paura della disfatta, della conferma di una Lega ancora più debole, sempre più fagocitata da FdI, anche nella sua patria, direbbero così gli amici avversari di Fratelli d’Italia, la Lombardia. E invece, ed è una sorpresa non solo per il vicepremier ex truce, la Lega tiene. Di più, seppur sempre dietro al partito di Meloni, fa meglio di quattro mesi fa. Quando siamo a oltre metà scrutinio, rispetto alle politiche dello scorso 25 settembre, il partito passa dal 13,9 al 17 per cento in Lombardia (dove FdI perde invece un punto e pesa l’impegno leghista sull’autonomia) e guadagna qualche decimale anche in Lazio passando dal 6,1 al 6,8. Certo, risultati distanti dal quasi 30 per cento che nel 2018 portò per la prima volta Fontana al Pirellone (FdI era al 3,6), ma la Lega è comunque viva, nonostante un pezzo di partito, quello del comitato Nord di Umberto Bossi, abbia in aperta polemica votato per la civica di Fontana, e nonostante alcuni ex fedelissimi di Salvini abbiano lasciato il partito per sostenere Moratti. Su tutti Gianmarco Senna passato al Terzo Polo in appoggio all’ex sindaca di Milano.
Nel suo fortino insomma il leader leghista tiene. E adesso lui e Fontana cercheranno di ridimensionare le pretese di FdI che vuole almeno il vice governatore, l’assessore a Welfare e Sanità e altri sette assessorati sui 14 totali, oltre al presidente del consiglio regionale. Se ai voti della Lega si somma il 6,2 per cento raccolto dalla lista del candidato governatore leghista, il Carroccio e FdI sono quasi in parità, li separano poco più di due punti. “Nessuno partito impone il proprio punto di vista”, diceva già oggi Fontana a chi gli chiedeva delle richieste di FdI, prima di ribadire: “Credo che Salvini non abbia avuto momenti di debolezza, queste elezioni sono un passaggio a favore della Lega”. Nei prossimi giorni la discussione sulla giunta è destinata a montare. Intanto però Salvini gongola. Si nasconde dietro l’unità: “Non mi appassiona il confronto interno, è una vittoria di squadra”. Ma poi affonda: “In alcune province Lega e lista Fontana sono il primo partito, in alcuni comuni abbiamo raddopiato i voti rispetto a quattro mesi fa e la Lega è di nuovo sopra il 20 per cento nelle province di Bergamo, Brescia, Lecco e Como, un risultato bello e inatteso”.
Il segretario della Lega aveva votato in mattinata e si era poi spostato nella storica sede del Carroccio in via Bellerio insieme al ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli ad attendere i risultati. Qui, mentre le proiezioni fornivano per la prima volta il dato positivo della Lega, lo ha raggiunto anche Fontana. Salvini, sempre più in brodo di giuggole, lo ha arruolato per un video social di ringraziamento con tanto di battuta finale. “Chiudiamo non alla Sanremo”, ha detto il leader leghista che, invece di baciare il rieletto governatore come Rosa Chemical con Fedez, gli ha stretto la mano. Intanto fuori dal Pirellone militanti e simpatizzanti leghisti hanno festeggiato l’esito elettorale con bandiere e cori. Scena ripetuta anche a Roma fuori dal palazzo della presidenza di via Cristoforo Colombo. La Lega, nonostante tutto, c’è.