Spunti sul superbonus, partendo da un numero: 50 miliardi
Nasce da una giusta intenzione ma ha prodotto un disastro persino peggiore rispetto a quello descritto dalla premier Meloni. Il direttore Cerasa a "In onda" su La7
"Se lasciassimo il superbonus così com'è, non avremmo i soldi per fare la finanziaria". Giorgia Meloni è tornata con la sua rubrica social Gli appunti di Giorgia. E l'ha usata per difendere l'intervento del governo sui bonus edilizi. Il sistema era "scritto male", concetto su cui insisteva anche Mario Draghi, dice la premier. E punta su alcuni numeri per rendere l'idea: "Il superbonus è costato a ogni singolo italiano circa duemila euro, anche a un neonato o a chi una casa non ce l'ha. Non era gratuito, il debitore è il contribuente italiano". A inizio febbraio in audizione in commissione, il direttore generale delle Finanze del Mef, Giovanni Spalletta, aveva indicato in 110 miliardi il costo dei bonus, 37,7 miliardi più delle previsioni. Stima che, con gli ultimi dati, salirebbe a 120 miliardi in tre anni (il Pnrr vale 190 miliardi, per rendere l'idea). Da qui il costo medio pro-capite citato da Meloni, che attacca pure sulle "moltissime truffe, per circa 9 miliardi di euro".
Ma ci sono altri numeri da tenere a mente. "Il superbonus nasce da una giusta intenzione: dare una frustata all'economia", dice Claudio Cerasa ospite a In onda su La7. "Ma il superbonus ha prodotto un disastro persino peggiore rispetto a quello descritto da Meloni (che nel 2022 criticò Draghi quando cercò di cambiarlo). Qualche spunto, partendo da un numero: 50 miliardi". Sono quelli dei soli costi imprevisti dei bonus edilizi.