Il caso
Così la maggioranza usa l'Agcom per logorare l'ad della Rai
Per adesso l'avvicendamento di Fuortes rimane congelato. Ma attraverso l'Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni Lega e FdI sono tornati a chiedere chiarimenti su Sanremo. Soprattutto sulle presunte pubblicità occulte fatte a Instagram
Non riuscendo per ora a incidere sulla televisione pubblica dalla porta d’ingresso principale del Consiglio d’amministrazione, nella maggioranza hanno capito che forse era meglio fare leva sull’arbitro pur di sconquassare gli equilibri della Rai. E quindi, consci della situazione di congelamento che avvolge l’amministratore delegato Carlo Fuortes almeno fino all’approvazione del prossimo bilancio, hanno deciso di buttarsi sull’Agcom. Nella speranza, nemmeno troppo recondita, di usare questo grimaldello per logorare pian piano le sicurezze dell’ad. Questa almeno sembra essere la strategia di Lega e Fratelli d’Italia. Che nelle discussioni interne all’Autorità hanno tirato in ballo, a distanza di due settimane, il dossier Sanremo. Soprattutto per quel che riguarda le sponsorizzazioni occulte e il rapporto con Instagram. Per questo è stata la stessa Agcom a chiedere con una lettera alla Rai i contratti di chi ha partecipato all’ultimo Festival, da Amadeus a Chiara Ferragni, per capire se ci siano state violazioni o danni per la tv pubblica.
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni di solito si riattiva quando, in regime di par condicio, deve calcolare il tempo concesso a taluno o a talaltro partito. Viene considerata l'autorità col cronometro in mano, per lo più commina una qualche multa in prossimità delle elezioni. Ma ha un consiglio che è un crogiolo di nomine di natura politica, tutt’altro che disinteressate a indirizzare per un verso o per l’altro l’operato della Rai. Il presidente è Giacomo Lasorella, nominato all’epoca del Conte bis e che però ha dalla sua uno strettissimo rapporto di amicizia con la premier Giorgia Meloni. I due si sentono spesso, si consultano su questioni tecniche. Mentre il consiglio è composto da cinque commissari tra cui spicca la presenza dell’unico vero esponente politico, Massimiliano Capitanio, deputato leghista che è il trait d’union con la televisione pubblica, essendo stato anche il capogruppo della Lega in commissione di Vigilanza sulla Rai nella scorsa legislatura. Si capisce perché un certo sbilanciamento verso il centrodestra faccia apparire l’Autorità come il terreno di uno scontro che per adesso, in viale Mazzini, è solo rimandato.
Ebbene nella riunione del consiglio convocata mercoledì pomeriggio si è discusso proprio delle preistruttorie che i vari uffici dell’Agcom hanno aperto sulla base delle segnalazioni pervenute nelle ultime settimane. Due delle quali riguardano il Festival della musica italiana. Una concerne le norme a tutela dei minori, secondo alcuni violate dal famoso bacio tra Rosa Chemical e Fedez in fascia protetta. L’altra il divieto di pubblicità occulta, norma che stando agli esposti raccolti potrebbe essere stata infranta concedendo spazio alla promozione di Instagram, per esempio nelle dirette di Chiara Ferragni o quando Amadeus ha aperto un proprio profilo personale sul social direttamente dal palco dell’Ariston. “L’Agcom ha il compito di tutelare l’utente, che deve essere informato se in quel momento è in corso la pubblicità. Noi non abbiamo visto scritte in sovraimpressione, non è stato comunicato. Quindi se verrà fatto un esposto verificheremo se si tratta effettivamente di pubblicità occulta”, aveva annunciato la scorsa settimana lo stesso Capitanio, fedelissimo di Matteo Salvini. Ma la discussione rischia di spostarsi anche in un’altra direzione: perché se venisse provato che Meta (l’azienda madre di cui fa parte Instagram) ha avuto accesso a una promozione gratuita sulla televisione pubblica, alla Rai si potrebbe arrivare a imputare persino un danno erariale, visti i mancati introiti derivanti dal non aver stipulato alcun tipo di accordo pubblicitario con la società di Mark Zuckerberg. Da qui la richiesta, espressa in una lettera indirizzata a Viale Mazzini, di accedere ai contratti stipulati da chi ha condotto il Festival, di modo da poter fare chiarezza sulla vicenda.
Sono tutte questioni su cui l’Agcom si esprimerà con un giudizio riunendosi di nuovo tra due settimane, sperando di aver nel frattempo ottenuto delle risposte dalla Rai. Di certo possono essere l’assist perfetto dato alla maggioranza per chiedere l’avvicendamento di Fuortes.