Il colloquio
I caccia a Kyiv? "Ma dove vogliamo arrivare? Dobbiamo evitare l'escalation". Parla Gasparri
"La penso come Prodi, temo l'errore. La presenza di aerei moltiplica il rischio che si colpisca per sbaglio un altro paese, magari della Nato. Su questo l'occidente deve riflettere bene. Zelensky? Ingeneroso su Berlusconi. Fa propaganda, come Putin e Biden. Il Cav. è sempre un passo avanti". Intervista al senatore di Forza Italia
“Ma dove vogliamo arrivare?”. La preoccupazione, l'esigenza fondamentale in questa fase, per Maurizio Gasparri è solo una: evitare l'escalation. “Zelensky è il capo di un paese aggredito e capisco il suo punto di vista. Dobbiamo difendere le buone ragioni del popolo ucraino, ma bisogna stare anche molto attenti”. E quindi, cosa ne pensa il senatore di Forza Italia, il governo dovrebbe considerare l'invio dei caccia a Kyiv? “ La sorprenderò, ma la vedo come Romano Prodi. Ci siamo già dimenticati del missile che ha colpito il territorio polacco? Temo l'errore, il rischio che si colpisca per sbaglio un altro paese, magari della Nato”, risponde al Foglio lo storico esponente azzurro, da cui effettivamente ci si aspettavano ben altri riferimenti. “Finora non ci sono stati duelli nei cieli, ma la presenza di aerei moltiplica le possibilità di errore. Su questo la comunità internazionale deve riflettere bene: il tema è l'escalation”.
E il senso di questo momento, dei rischi che si possono correre, Gasparri lo ritrova plasticamente nei discorsi – lo scorso martedì - dei tre principali leaderi coinvolti nella guerra. “Abbiamo avuto simultaneamente tre immagini: il comizio di Putin alla Duma, che non era un semplice discorso ai parlamentari. Quello di Biden a Varsavia, una scena hollywodiana tra luci, fari e guerra - ma lei l'ha vista la scena? - E poi Zelensky, che certamente non poteva fare un evento del genere, essendo sotto le bombe, ma proprio in occasione della visita di Meloni ha fatto la sua uscita”. Ci spieghi meglio.
“Sono tre comizi in contemporanea, in cui ognuno ha fatto propaganda. Non serviva nemmeno ascoltare le parole, bastavano le riprese”, spiega Gasparri, che evoca McLuhan - e il celebre assunto il mezzo è il messaggio. “E se a queste immagini, aggiungiamo gli aerei e un po' di altre armi, cosa viene fuori? La terza guerra mondiale. La guerra c'è già, ma se deflagra i confini sono molto labili”.
Eppure Meloni, proprio a Kyiv, ha detto che di fronte a un'invasione non esistono armi difensive. Una posizione che apre a scenari di ogni tipo. “Ha detto una cosa condivisibile. Anche gli aerei possono svolgere un ruolo difensivo, di deterrenza, ma possono anche portare il conflitto fuori controllo. Ripeto: bisogna fare molta attenzione”. In quella stessa occasione sono arrivate anche le dure parole di Zelensky contro Berlusconi. Non si aspettava una reazione da parte della premier? “Non mi metto a dare giudizi. Era un momento di difficoltà e magari reagendo avrebbe fatto ancora peggio”, è il punto di vista, diplomatico, di Gasparri. “Ritengo però che Zelensky sia stato ingeneroso nei confronti del Cav., anche se certamente ha l'attenuante delle critiche ricevute”.
E che critiche. Quelle di Berlusconi sono state dichiarazioni molto vicine, se non sovrapponibili a quelle che arrivano da Mosca. “Io le dico di peggio. Qualche tempo fa il Cav. aveva parlato di persone per bene da sostituire al governo ucraino. Chi è che ha cacciato il ministro della Difesa con l'accusa di corruzione? L'ha cacciato Zelensky. Il mondo è più complicato di come sembra. Dopodichè qualche parola può sfuggire”.
Piuttosto suggerisce Gasparri, ricordiamo che Berlusconi “aveva ragione già nel 2002 a Pratica di mare, cercando di fare da pontiere. È sempre un tassello avanti. Ora con un pizzico d'utopia ha proposto un Piano Marshall, non ha detto di dare gli ucraini in pasto ai russi”. Ma è quello che hanno pensato in molti ascoltando certe parole. “Di questo passo manderemo la questura di Roma a vietare l'Angelus, perchè il Papa parla di pace. Lo vogliamo arrestare?”, si domanda ironicamente.
È in questo senso che per il senatore vanno intese le posizioni di Berlusconi, nel tentativo di sollecitare un'iniziativa che accompagni il supporto militare: “Le cito di nuovo Prodi: Biden avrebbe dovuto fare tappa a Bruxelles per parlare all'Europa e invece ha usato l'Europa come tribuna del comizio. Che è un'altra cosa. Nel frattempo il capo della diplomazia cinese Wang Yi ha fatto il giro del mondo prima di arrivare a Mosca con un piano di pace. Anche i turchi erano impegnati in una mediazione, anche se non ha avuto successo. E allora mi chiedo: noi europei che costa stiamo facendo?”
E però al Ppe non l'hanno vista proprio in questo modo. Sarà possibile ricomporre? “È importanre che ci sia un progressivo chiarimento, Antonio Tajani si trova in una delicata posizione di cerniera e riuscirà in questa impresa mediatrice, perché – conclude Gasparri - è necessario che FI resti un perno del Ppe, è utile anche Meloni, spero che nel 2024 ci sia una maggioranza di centrodestra nel parlamento europeo, formata dal popolari e conservatori”.