(foto Ansa)

radiografia del voto

Non solo giovani (e grandi città): ecco come Schlein ha vinto le primarie

Luca Roberto

La neo segretaria del Pd è stata favorita dall'affluenza sopra il milione. Ha tenuto al sud e soprattutto nelle isole. "Gli elettori hanno votato una figura radicale che facesse da specchio a Meloni", ci dice Gigliuto (Istituto Piepoli)

C'è il dato incontrovertibile del trionfo nelle grandi città, con punte come quelle di Milano, Roma e Genova, dove Elly Schlein ha sfiorato il 70 per cento. Ma c'è pure una generale tenuta nelle regioni meridionali e soprattutto nelle isole, quelle che Stefano Bonaccini inquadrava come il suo "granaio di voti" e che in realtà non gli hanno permesso di controbilanciare lo svantaggio accumulato nel centro-nord. E' il day after della vittoria di Elly Schlein, incoronata ieri neo segretaria del Pd. E seppur di dati ufficiali sui flussi ancora non ve ne siano, è interessante cogliere qualche segnale sulle primarie che si sono appena concluse. Eleggendo un segretario che per la prima volta nella storia del Partito democratico è riuscito a ribaltare il risultato raccolto nei circoli nelle scorse settimane.


Secondo le elaborazioni di Youtrend, Schlein ha stravinto nel nord-ovest e al centro, andando oltre il 60 per cento. Ma in controtendenza rispetto alle previsioni, la segretaria ha tenuto anche nelle regioni meridionali superando il 40 per cento, proprio lì dove ci si aspettava che Bonaccini avrebbe stravinto in ragione di alleanze come quelle con i governatori di Puglia e Campania. Per non parlare delle isole. Perché il governatore dell'Emilia-Romagna sperava molto, per esempio, sulla Sicilia. Dove la sua avversaria invece ha vinto con oltre il 57 per cento delle preferenze. "Un risultato sicuramente sorprendente", analizza con il Foglio il presidente dell'Istituto Piepoli Livio Gigliuto. 

 


 

Ma è vero che la neo segretaria ha fatto affidamento soprattutto sul voto dei giovani? "Il racconto è di un voto molto giovanile. Ma la realtà dei fatti è un altra", spiega Gigliuto. "Schlein performa soprattutto nelle fasce anagrafiche centrali, quelle tra i 35 e 54 anni". Prima del voto, l'istituto demoscopico ha pubblicato un'analisi sul gradimento nei confronti dei due candidati alle primarie. Ha una valutazione favorevole nei confronti della ex vicepresidente dell'Emilia-Romagna il 27 per cento di chi ha tra i 18 e 34 anni, il 40 per cento di chi è tra i 35 e i 54, e il 55 per cento degli over 50. Ma l'altro dato che emerge sempre da questa analisi è il grado di fiducia rispetto agli elettorati di provenienza. Perché mentre Bonaccini non dispiace all'elettorato di centrodestra, Schlein raccoglie i consenso degli elettori di sinistra (il 70 per cento di chi ha fiducia in lei proviene da quest'area). E sull'idea che la sua proposta possa aver mobilitato l'elettorato grillino? "Non ci sono evidenze. Ma dai nostri studi si dimostra come il gradimento degli elettori del M5s nei confronti dei due candidati fosse praticamente uguale", osserva Gigliuto, ricordando che però, su questo punto, bisognerà aspettare di avere dei flussi sui dati reali.

La ricetta vincente di Schlein, quindi, è legata all'alta affluenza, sopra il milione di votanti. "Il che - ancora con le parole del sondaggista di Piepoli - è un'altra sorpresa, se si pensa che quattro anni fa, quando ai gazebo si recarono in 1,6 milioni di elettori, il Pd viaggiava intorno al 20 per cento e oggi, secondo tutti i sondaggi, attorno al 15 per cento". Schlein ha vinto, in conclusione, anche in ragione dell'essere una figura di rottura? "Gli elettori hanno cercato un personaggio specchio rispetto a Giorgia Meloni: per contrapporre alla premier una figura simile, altrettanto radicale", è l'ulteriore analisi di Gigliuto.

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