Le opposizioni
Pd e Terzo Polo firmano la proposta di Magi per superare la Bossi-Fini
Proprio mentre Meloni è a Cutro per il Cdm straordinario le opposizioni si compattano (rumorosa l’assenza del M5s) per una proposta alternativa sull’immigrazione. In commissione Affari costituzionali è bagarre con la Lega
Se l’immigrazione rischia di dividere la maggioranza, intanto, riesce a unire le opposizioni. Proprio negli stessi minuti in cui Giorgia Meloni lasciava palazzo Chigi per recarsi al municipio di Cutro, il paese calabrese del naufragio in cui hanno perso la vita 72 persone, per un Consiglio dei ministri straordinario dedicato all’immigrazione, a Montecitorio, nella sala della commissione Affari costituzionali, sono arrivate due proposte. La prima porta la firma del capogruppo leghista Igor Iezzi e va nella direzione opposta a quella intrapresa dal governo. Infatti, se il Cdm di oggi darà il via libera al decreto flussi per l’ingresso regolare in Italia di, si dice, 500 mila migranti, i leghisti, senza il sostegno di FdI e FI, chiedono in sostanza il ripristino di una parte importante dei decreti Sicurezza di Salvini. La proposta Iezzi chiede di ripristinare diversi limiti alla protezione speciale, quella fattispecie giuridica concessa ai richiedenti asilo che non rientrano negli stringenti criteri per ottenere lo status di rifugiato, ma che, per ragioni diverse, sono comunque considerati meritevoli del diritto d’asilo. “Una misura troppo generica che lascia spazio alla discrezionalità”, dicono i parlamentari del Carroccio.
Alla solitaria proposta leghista le opposizioni rispondono invece quasi del tutto compatte. Riccardo Magi, deputato e segretario di +Europa, ha ottenuto in mattinata la firma anche di Pd, Terzo polo e Alleanza sinistra e verdi su un progetto di legge che già aveva cominciato l’iter parlamentare nella scorsa legislatura. La proposta d’iniziativa popolare “Ero straniero” per la quale ormai alcuni anni fa si erano attivati Acli, Arci, Actionaid, Centro Astalli, Caritas, Sant’Egidio, Cgil e diverse altre associazioni per riuscire a raccogliere le firme. Questi i punti cardine della proposta: l’introduzione di un permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di lavoro attraverso l’attività d’intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri; la reintroduzione del sistema dello sponsor già previsto in passato dalla legge Turco-Napolitano; la regolarizzazione degli stranieri irregolari che possono però dimostrare l’esistenza di un rapporto lavorativo in Italia. A questi provvedimenti si aggiunge l’abolizione del reato di clandestinità. In pratica il superamento della legge che regola gli ingressi in Italia, la Bossi-Fini.
Anche il suo autore, Gianfranco Fini, ha definito questa mattina in un’intervista al Resto del Carlino “datata” la legge che porta il suo nome. “Fa effetto vedere che lo dica persino lui è che è l’autore di quel disastro”, ironizza Magi che spiega la differenza delle regole previste dalla proposta di legge condivisa con Pd e Terzo polo rispetto ai decreti flussi, come quello varato oggi pomeriggio dal Cdm. “Quello – dice – rimane un meccanismo rigido, che non risponde all’esigenza sistema produttivo, ogni volta questi posti si esauriscono subito perché il principio che sta dietro al decreto Flussi non è credibile: presuppone la capacità dello stato di prevedere esigenze delle aziende, una capacità che in realtà non c’è, il numero di ingressi legali non dovrebbe stabilirlo il governo, ma l’incontro tra la domanda di lavoro delle aziende e italiane e l’offerta delle persone che vogliono venire in Italia per lavorare, l’intermediazione la possono fare i centri per l’impiego, le agenzie interinali e tutte quelle istituzioni già previste da legge Biagi e Jobs Act, il permesso durerebbe un anno e sarebbe in capo alle aziende l’obbligo di mantenere ed eventualmente rimpatriare gli stranieri. Questo è quello che prevede la nostra proposta quando parliamo di permessi di soggiorno per cercare lavoro”. L'altro punto importante riguarda chi è già in Italia e ha un lavoro regolare. “In questo caso – spiega Magi – si procede ciclicamente con sanatorie per la regolarizzazione, che però spesso escludono molti lavoratori stranieri, l’ultimo ad esempio è stato fatto solo per lavoratori agricoli e lavoratori domestici – perché non si può sancire direttamente il principio che chi lavora qui in determinate condizioni ha diritto di a rimanerci?”.
Questo pomeriggio Magi, forte del fatto che entrambi i provvedimenti (quello delle opposizioni e quello leghista) vertono in parte sugli stessi articoli del testo unico sull’immigrazione, ha chiesto al presidente della Commissione, il forzista Nazario Pagano, di far procedere la discussione in parallelo con la proposta di Iezzi e chiedendo il rinvio della discussione. “Dato che proprio oggi – spiega – il Cdm approverà delle norme che vanno nella direzione opposta a quella indicata dalla Lega”. Il presidente Pagano ha sospeso la seduta e convocato l’ufficio di presidenza per decidere il da farsi, ma alla fine entrambe le richieste sono state respinte. In risposta Magi e i deputati di Pd, Terzo Polo e Avs, hanno abbandonato l’aula. “C’è stata una forzatura procedurale e politica”, ha detto Magi.
Una cosa comunque è certa: le opposizioni si compattano su una proposta proprio nelle ore in cui il tema immigrazione si fa caldissimo. Resta fuori solo il M5s. “Pesa l’imbarazzo, i decreti Salvini li firmarono anche loro”, chiosano i maligni.