Verso l'assemblea del 12
L'Opa di Schlein su Conte: parte il tour nelle fortezze del M5s
Il partito democratico si organizza in vista dell'assemblea di domenica. Si ragiona su un viaggio a tappe dallo Stretto di Messina alla Campania. Ma restano i dubbi sui ruoli interni
Il conto alla rovescia per l’assemblea Pd di domenica 12 si inceppa a intermittenza. Come ieri, nell’attesa dell’incontro annunciato ma via via rimandato tra la neo-segretaria Elly Schlein e il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, tanto che nel tardo pomeriggio le truppe dell’una e dell’altro si preparavano a un altro rinvio. E se unanime era, nel Pd, la solidarietà a Schlein per la scritta antisemita contro di lei comparsa a Viterbo, sul piano dei metodi per la definizione della nuova segreteria ci si arenava al livello di una non comunicazione sostanziale tra le truppe di maggioranza e quelle di opposizione, con le seconde sospese tra perplessità (“va bene la pazienza, ma si era detto di non arrivare troppo a ridosso”) e fiducia (“ci sarà l’accordo”), e con le prime dubbiose: da un lato, infatti, c’è chi, compresa la neo segretaria e varie colombe obtorto collo, si è convinto che la linea netta possa farsi boomerang e che sia meglio per tutti portare avanti la bandiera della gestione unitaria. Ma dall’altro c’è chi, pur non volendo essere identificato come falco, pensa che l’offerta della presidenza e non della vicesegreteria a Bonaccini sia la condizione minima per veleggiare verso un futuro non conflittuale. Diceva intanto ieri a Radio Immagina la deputata dem Simona Bonafè: “La partecipazione alle primarie del Pd e la corsa al tesseramento di questi giorni testimonia come la nostra sia una comunità viva e vitale. Elly Schlein saprà sviluppare queste risorse, garantendo unità al partito e valorizzando la pluralità di culture e sensibilità … Ritengo quindi che l’esperienza e le capacità di Bonaccini saranno fondamentali per rafforzare la leadership della nostra segretaria”.
Intanto però Schlein, nel giorno in cui il Cdm planava a Cutro, si interrogava sul prossimo futuro extra-partitico. Pensando cioè non soltanto di ripetere il viaggio che una settimana fa l’ha portata in Calabria, ma di procedere su più fronti nel solco di quella che, in area riformista Pd, chiamano, non senza ansia, “l’Opa su Giuseppe Conte”, operazione uguale e contraria a quella che il leader M5s aveva cercato di compiere sul Pd tra l’estate e l’autunno, e che ora, complici i sondaggi che danno il Pd in risalita, potrebbe cambiare di segno. Ed ecco che prende piede l’idea, scherza ma non troppo uno schleiniano, di un “mini tsunami tour di Elly” nelle terre dove Grillo arrivò a nuoto (“lo zoccolo duro del M5s è in Sicilia, per via del reddito di cittadinanza, e anche se ora il reddito non sarà più lo stesso non basterà dire ‘salario minimo’, bisognerà metterci la faccia”). E dunque il mini-tsunami partirà dallo Stretto di Messina – luogo simbolico al quadrato, visto che anche gli interessi salviniani puntano al Sud (ponte tra Scilla e Cariddi) – per poi risalire in Campania, dove il M5s è stato forte. Non a caso c’è chi, nell’inner circle di Schlein, come il possibile coordinatore o vicesegretario Marco Furfaro, continua a ribadire che offrendo “il pane e le rose” i voti persi a sinistra torneranno indietro. “L’errore è stato chiudersi al Nazareno tra ragionamenti nobili ma astratti”, dice un sostenitore non falco di Schlein, “ma ora è il Pd che deve andare alla montagna”.
Altro punto-chiave: lanciarsi su temi che i Cinque stelle non hanno potuto sposare (vedi alla voce diritti, dove c’è pronto il deputato Alessandro Zan, probabile responsabile per questi argomenti nella prossima segreteria). Intanto si continuano a fare i conti: quanti amministratori locali passeranno dal lato Schlein domenica in assemblea?