Il caso
Il Copasir attende un chiarimento sulle minacce del Cremlino a Crosetto
Il Comitato per la sicurezza della Repubblica chiederà al governo una conferma dei fatti: se si sia trattato di comunicazioni formali, e di che tipo, spetterà a Mantovano spiegarlo
Le priorità, Giorgia Meloni vorrebbe forse che fossero altre. E se ieri pomeriggio, dopo il rodeo a Montecitorio, ad attenderla fuori dal suo ufficio presidenziale c’erano Matteo Salvini e Antonio Tajani, accompagnati l’uno dal fido Andrea Paganella, l’altro dall’esperto Gianni Letta, è perché il dossier più frizzante, ora, è quello delle nomine delle partecipate. E invece, proprio ieri, al piano nobile di Palazzo Chigi è arrivata un’altra richiesta, per ora informale. Quella di chiarimenti sulla notizia di una minaccia formulata dal Cremlino all’indirizzo di Guido Crosetto, con tanto di taglia da 15 milioni di dollari. Il Copasir, ed è comprensibile, si aspetta un chiarimento. Trattandosi di una rivelazione che non è passata, a quanto pare, per i canali istituzionali classici, il Comitato per la sicurezza della Repubblica chiederà al governo anzitutto una conferma dei fatti, tramite una nota informativa. Un atto dovuto, come hanno convenuto i membri del Copasir riunitisi nel pomeriggio di ieri. E, nel cercare verifiche, il Comitato presieduto da Lorenzo Guerini chiede anche una valutazione sulla reale concretezza di questa intimidazione.
Che la segnalazione al governo da parte dei nostri comparti di intelligence sia arrivata, sono state fonti dello stesso esecutivo, martedì, a confermarlo a questo giornale. Se si sia trattato di comunicazioni formali, e di che tipo, spetterà evidentemente ad Alfredo Mantovano, il sottosegretario con delega ai servizi, indicarlo. E bisognerà anche definire meglio, a quanto pare, la natura effettiva della minaccia arrivata da Mosca. Dmitri Medvedev, l’ex presidenze russo, falco ultranazionalista, non è nuovo a esternazioni minatorie nei confronti di politici occidentali. Insulti e denigrazioni erano stati riservati, nel marzo del 2022, anche allo stesso Guerini, allora ministro della Difesa. In questo caso, però, ci sarebbe addirittura l’indicazione di una taglia, un prospettato coinvolgimento della brigata Wagner. Insomma, un salto di qualità nella minaccia russa all’Italia. Certo è che sempre, quando si ha a che vedere col regime di Mosca, bisogna distinguere tra propaganda e realtà, in una guerra ibrida che per il Cremlino è “totale” e senza esclusione di colpi. Nei prossimi giorni si avranno maggiori certezze.