la nuova veste

Ingegner Salvini. Viaggio all'interno del suo Politecnico, dove si sogna il Ponte di Messina

Carmelo Caruso

Il Ponte è ora la sua rivincita. Insieme a lui il rettore di E-Campus, Enzo Siviero e l'ex ministro Pietro Lunardi. Unica incognita i contenziosi giuridici. Il Qurinale vigila

Stolto chi non ci crede, stupido chi lo irride. Gli specialisti che gli hanno misurato il polso: “Ministro  Salvini, la sua è pontite acuta”. Il Quirinale lo ha preso sul serio. E infatti sul Decreto Ponte vuole vederci chiaro. Giorgia Meloni è  preoccupata: “Matteo, sei pallido”. Al ministero dei Trasporti è oramai per tutti “l’ingegner Salvini”. Basta salire al primo piano e troverete il modellino Ponte sullo Stretto da cui Salvini non si separa mai. Ha perfino il portachiavi. Gli vuole più bene di un peluche. All’ultimo Cdm lo aveva con sé e ha tutta intenzione di portarselo pure al prossimo dei Cdm, giovedì, quando ai colleghi ministri presenterà il nuovo Codice degli appalti. Se Giancarlo Giorgetti non gli procura il denaro (dieci miliardi di euro) questa è la volta buona che lo annega a Varese, nel suo Lago, e ha ragione Salvini che nella sua mente pensa: “Hai avuto tutto, successo, gloria, e solo grazie a me che prendevo gli sputi. Il Ponte me lo devi. Se non mi dai i soldi io ti citofono di notte. Ti inseguo!”.

 

Alla Camera fermiamo il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, uomo di FdI. Presidente, secondo lei, Salvini ce la farà? “Lo state sottovalutando. Il Ponte lo può realizzare solo uno testardo come lui”. I segni della pontite si sono manifestati lentamente. Questa è l’anamnesi. Si stava formando il governo Meloni e Salvini veniva allontanato da tutte le cariche. Al Viminale? No. Alla Giustizia neppure. E lui? Sempre in silenzio, solo, incompreso. Gli vogliono togliere qualsiasi ministero come al piccolo Kane in  Quarto Potere tolgono lo slittino Rosebud. Un amico: “E’ cominciata così e ora è febbre Ponte”. Salvini finisce al Mit. Credono di averlo confinato e invece ... Il giorno dopo la sua nomina confida: “Un ponte è per sempre. Mi volevano mettere ai margini della storia e io farò un’opera che resterà alla storia. E’ la mia rivincita”. Il resto lo fa il destino.

 

Tra i suoi collaboratori c’è Francesco Lucianò, uno che si sta facendo strada, anzi, un’autostrada. E’  capo della segreteria tecnica del ministero. Dove è nato? A Reggio Calabria! Negli sgabuzzini del Mit viene recuperato il progetto realizzato dai danesi di Cowi A/S e Sund & Belt. Ma ci sono anche i canadesi di Bukland & Taylor Ltd e della americana Parsons Transportation Group. E’ tutta una “e” commerciale. Meloni finisce in queste ore nelle polemiche sul commercio di uteri in affitto e lui,  Salvini, si occupa dei futuri  ponti commerciali. Chi dei due sta messo meglio?

 

Ai leghisti, di terra di mare e di cielo, questo ultimo week-end, ha ordinato di lanciare il tesseramento e di “pompare” il Decreto Ponte. Il primo che dice che è impossibile da costruire lo fa sbranare da Scilla e Cariddi. Dato che Salvini conosce tutte le obiezioni compresa quella, “pensi al Ponte ma qui non abbiamo le strade”, ecco che  rimedia. Alla Calabria del governatore Roberto Occhiuto ha già fatto avere tre miliardi di euro per la Reggio Calabria-Taranto. A Lamezia Terme  lo venerano come il bergamotto.

 

Chi frequenta il ministero: “Sembra di stare al Politecnico di Milano. Parlano tutti in inglese. Manca solo Renzo Piano”. Sul sito web campeggia da giorni questo comunicato: “The italian challenge: the bridge beetween Sicily and Calabria will become a reality”.  Un vero professore  dicono si aggiri per quelle stanze. E’ Enzo Siviero, rettore della E-Campus, ritenuto “il Kant dei Ponti”, già docente allo Iuav di Venezia. Si candida a diventare papà Ponte. Oltre a Siviero, al Politecnico Salvini, è stato visto entrare il geoingegnere Pietro Lunardi, ex ministro dei Trasporti di Forza Italia, un altro che il sogno  lo aveva accarezzato.

 

Perché la destra, racconta Peppe Caridi, il direttore del sito Stretto Web, il Ponte lo ha sempre voluto. E la sinistra? “Oggi tace”. A Reggio Calabria, il sindaco del Pd, Giuseppe Falcomatà, è sospeso. Governa il suo vice sindaco Paolo Brunetti, di Italia Viva, e il Ponte, ovviamente, lo vuole, eccome se lo vuole. A Messina i “no Ponte” sono spariti. Mai momento fu più felice per gli ingegneri. Gli unici problemini, ma sono problemini da provinciali, riguardano i contenziosi e i contratti. Il Quirinale si chiede se sia possibile fare rivivere contratti di una società (la Società Stretto di Messina) in liquidazione. I prudenti: “Resuscitare la società presuppone il trapasso, ma il trapasso non c’è”. Salvini: “Trovatemi una soluzione. Della fattibilità ve ne dovete occupare voi”. Siviero nelle ultime interviste rilasciate parla di terre da espropriare nei prossimi mesi. Salvini ha già cerchiato la data: 31 luglio del 2024, posa del la prima pietra.

 

Ogni sera al ministero una luce accesa. Sul tavolo il libro di Nietzsche e la frase evidenziata: “La grandezza dell’uomo è essere un ponte e non uno scopo”. A destra  una lavagna. E’ lui, l’ing. Salvini, con il gessetto: “Campata 3.330 metri; 60.4 metri larghezza dell’impalcato, 2 coppie di cavi per il sistema di sospensione; 44,323 fili d’acciaio per ogni cavo di sospensione … Giorgetti! I soldi! Io ti annego! Ti annego!”.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio