voci tra i dem
L'ansia dei cattolici Pd: "Sulle adozioni delle coppie gay rischiamo di essere radicali e velleitari”
All'interno delle componenti del cattolicesimo democratico cresce l'apprensione per la linea gender di Schlein. "La segretaria tuteli tutte le sensibilità. No alle forzature". Parlano Bazoli, Borghi, Furlan e Lepri
Sono esitanti, preavvertono un pericoloso spostamento a sinistra. I cattolici del Pd guardano al ddl depositato da Alessandro Zan per permettere la registrazione dei figli delle coppie gay e almeno un po’ s’inquietano. Come confessa al Foglio il senatore Alfredo Bazoli “è giusto e doveroso trovare soluzioni nell’interesse dei bambini. Ma tenendo conto di principi inderogabili, come la difesa della dignità delle donne. Per noi la maternità surrogata resta un limite invalicabile”. Mentre secondo il collega Enrico Borghi, “non ci possiamo far guidare dalle reazioni di pancia. Fare unicamente battaglie simboliche ci vedrebbe tradire i nostri tratti riformisti”. Anche perché il rischio è che il risultato sia una riedizione della legge Zan, “una soluzione velleitaria fatta per inseguire il radicalismo”, dice Stefano Lepri, deputato per due legislature che in direzione nazionale rappresenta la corrente dell’ex ministro Graziano Delrio.
Tutti i provenienti dall’esperienza del cattolicesimo democratico, in pubblico o in privato, hanno iniziato a chiedere alla Schlein una certa cautela. “Perché il Partito democratico non può fare a meno di tutte le sue culture e della sua comunità plurale”, spiega al Foglio l’ex segretaria della Cisl e senatrice dem Annamaria Furlan. “Io credo che Schlein abbia fatto bene a partecipare alla manifestazione di sabato a Milano. Non dobbiamo cadere nelle strumentalizzazioni della destra. I bambini sono tutti uguali a prescindere dalla famiglia di provenienza. Ma certo l’utero in affitto non è una pratica accettabile. I bambini non si comprano né si vendono. Mi auguro che la segretaria saprà tener conto di tutte le sensibilità per arrivare a una sintesi”.
Sul punto, il disegno di legge a prima firma Zan (non è ancora un documento consultabile perché lo stesso senatore deve ancora dare il via libera ufficiale alla pubblicazione), ricalcato su una proposta di Marco Grimaldi dei Verdi, prevede il matrimonio egualitario, nuove regole più estensive per l’adozione da parte dei single e dei gay. Ma soprattutto una specie di automatismo per il riconoscimento in seguito a gestazione per altri, su cui ci dovrà essere una valutazione ex post del giudice per accertare eventuali irregolarità. “Il testo però non può che essere un punto di partenza, non di certo un punto di arrivo”, spiega Bazoli. “Ci aspettiamo una discussione e un approfondimento su tematiche su cui ci sono sensibilità diverse al nostro interno. Questo tenendo presente che sulla maternità surrogata l’indirizzo da seguire è quello della Corte Costituzionale”.
Anche secondo il senatore Borghi, che proviene dalla Democrazia cristiana, “bisogna avere un atteggiamento laico. E riconoscere che l’utero in affitto, per esempio, è una pratica guidata da logiche di mercato che conducono a uno sfruttamento della condizione femminile, quasi a una parvenza di eugenetica. Ecco perché nella scrittura della legge dovremo essere bravi a fare un lavoro certosino, essendo attenti alle singole virgole. Il tempo c’è: siamo all’opposizione, è difficile che si raggiungano avanzamenti in tema di diritti civili in questa legislatura, avremo modo di articolare una nostra proposta. Non abbiamo bisogno di strappi o forzature, ma anzi di allargare il consenso”. E anche qui l’invito è quello a tenere accanto alla nuova cultura dominante del Pd, “fatta di un certo wokismo anglosassone attento ai diritti e alle nuove sensibilità ecologiste, le vecchie culture politiche che sono in grado di sopperire alla mancanza di soluzioni in alcune materie”, analizza ancora il componente del Copasir.
Lo scorso Parlamento com’è noto ha bocciato il disegno di legge sull’omotransfobia molto sostenuto anche dall’allora segretario Enrico Letta. Con il passaggio di consegne a Schlein il Pd non rischia forse di veder rafforzarsi questa componente di radicalità più attenta ad agitare slogan piuttosto che a conseguire risultati? “E infatti l’iter di quella legge deve servire da monito”, dice l’ex deputato torinese Lepri. “Quando ci sono temi divisivi si può procedere fino a un certo punto, per non essere unicamente velleitari”. Ma l’opposizione del fronte cattolico non è soltanto astratta. Si concentra su aspetti precipui della norma. “Io non sono affatto convinto che si debba aprire l’adozione di terzi alle coppie gay, visto che il numero di richieste è già ampiamente superiore ai bambini adottabili”, spiega ancora Lepri. “In più ci si dice contrari alla maternità surrogata ma stabilendo la registrazione automatica, contravvenendo alla logica del caso per caso, si compie un salto logico preoccupante. Così finiremmo per sdoganare pratiche che nel nostro paese rimangono illegali. Continueremo in ogni sede a rivendicare la nostra contrarietà”.