Il caso
Nel Pd è lite sui capogruppo. La segreteria unitaria ora può saltare
Bonaccini vede Serracchiani e Malpezzi e convoca i parlamentari dem che lo hanno sostenuto al congresso sabato pomeriggio per provare ad evitare lo strappo. Martedì il voto sui nuovi presidenti
Nel Pd c’è già chi ha preso a chiamarlo così: Stefano il riluttante. A chi lo vuole capo dell’opposizione interna Bonaccini, neo presidente dem, vorrebbe replicare come Bartebly, lo scrivano di Herman Melville, rispondeva all’infinito al suo datore di lavoro: “Preferirei di no”. E però da presidente di garanzia del partito e, soprattutto, da candidato della mozione che ha perso le primarie dem il governatore emiliano non può sottrarsi. Se gestione unitaria dovrà essere, starà a lui convincere chi lo ha sostenuto della bontà della proposta che Elly Schlein ha fatto all’assemblea del partito ormai quasi due settimane fa. Gestione unitaria significa anche assenza di opposizione interna. La cosa non convince molti di coloro che hanno sostenuto Bonaccini, su tutti gli esponenti di Base riformista, la corrente dem degli ex renziani che fa capo a Lorenzo Guerini.
Ai più riottosi inoltre non va giù “come Elly stia cercando di imporre i nuovi capogruppo senza alcuna discussione”. La morale che filtra in queste ore è molto chiara: senza un accordo sui capogruppo non c’è segreteria unitaria. Dice un autorevole esponente della nuova minoranza: “Se la risposta continua ad essere ‘si fa così e basta’ allora meglio rinunciare”. E’ noto che Schlein vorrebbe sostituire entrambe le presidenti dei gruppi che al congresso hanno appoggiato il governatore emiliano. A Montecitorio gradirebbe la franceschinana Chiara Braga al posto di Debora Serracchiani, mentre a Palazzo Madama Francesco Boccia dovrebbe sostituire Simona Malpezzi.
I bonacciniani però, pretendono di avere almeno una delle due poltrone. Possibilmente quella più complicata da ottenere, la presidenza del gruppo al Senato. C’è chi fa notare “che anche Renzi, che certamente non aveva una segreteria unitaria, lasciò Roberto Speranza come capogruppo a Montecitorio”. Per cercare di gestire la faccenda Bonaccini ieri ha incontrato le due attuali capogruppo, Serracchiani e Malpezzi, e convocato per sabato pomeriggio una riunione con tutti i parlamentari che hanno sostenuto la sua mozione al congresso. Urge una strategia prima di lunedì, quando i gruppi dem di Camera e Senato incontreranno la segretaria. Senza un accordo il giorno successivo si rischia di arrivare alla conta interna (il regolamento dei gruppi dem prevede lo scrutinio segreto per il voto). “Stefano di certo non proverebbe a impallinare Elly, ma chi dice che qualcun altro non ci provi?”, spiega un deputato.
Bonaccini, che pure vorrebbe ritagliarsi un ruolo da padre nobile in questo nuovo Pd unitario, cerca una quadra per non dare alibi a chi lo ha sostenuto e ora spinge per strappare. Così si spiega la convocazione dei parlamentari sabato. Un episodio racconta bene le difficoltà del presidente dem, accusato seppur non esplicitamente, di troppa mollezza nella trattativa con Schlein. “Perché – si mormora – un conto è la gestione unitaria, un altro farsi prendere in giro”. E’ il blitz che gli schleiniani hanno fatto due giorni fa nella neocostituita commissione di garanzia del partito. I membri – che dovranno subito occuparsi del caso dei tesseramenti gonfiati a Caserta – sono stati aggiunti la mattina presto su un gruppo WhatsApp. Poco dopo è arrivata una convocazione per le 14.30 con lo scopo di eleggere il presidente della commissione. Stupore di molti. Lo statuto dem infatti prevede almeno due giorni di anticipo per la convocazione, soprattutto se all’ordine del giorno c’è l’elezione del presidente. A chi si lamentava, Bonaccini ha spiegato con imbarazzo: “Mi ha chiesto Francesco (Boccia, ndr) di fare questa cosa, ma io ho solo mezz’ora”. I sostenitori di Schlein hanno fatto presente di avere una candidatura, inevitabilmente spiazzante, dato che gli altri non immaginavano la convocazione improvvisa. C’è chi si è infuriato pretendendo il rinvio. La riunione è stata sospesa e aggiornata a due ore più tardi. Alla fine i membri vicini alla neosegretaria l’hanno spuntata eleggendo come presidente Stefania Gasparini. Il blitz ha fatto storcere il naso. “Fare insieme significa fare insieme non che decidi tutto solo te”.