Iquos e paura

Queen Elly Schlein I, nel Pd ora la temono: "È cattivella"

Carmelo Caruso

Frequenta poco il Nazareno (e solo a tarda sera) i parlamentari la studiano ma non si avvicinano, gli sms con Tabacci. L'enigma della segretaria dem che ha messo in riga pure Francesco Boccia

Gli altri giornali hanno le sue foto, ma noi abbiamo tre notizie. Colleghi? Buco! Buco! Buco! Elly Schlein svapa. Elly Schlein messaggia con Bruno Tabacci. Elly Schlein, preparatevi… Su, lo racconti senatore (ci stiamo rivolgendo a un senatore del Pd). “Elly è capricciosa”. Coraggio, ancora. “Anonimo, eh!”. Si fidi senatore, vada! “Abbiamo paura di lei”. A questo punto lo dica per intero. “Lo dico: Elly è cattivella. E’ Elly Queen I”. Come sta adesso? “Meglio, uhf”. Perfino il povero Francesco Boccia, detto Ciccio, ammiraglio della Puglia Royal Navy,  sostenitore di Schlein, ne avrebbe fatto le spese. La confessione: Boccia aveva garantito a Schlein che l’accordo con Stefano Bonaccini, sui due capigruppo, fosse chiuso. L’accordo non c’è. Schlein chiama Ciccio Boccia ed è pure irritata, e Ciccio, suddito: “Perdonami Elly. God bless Elly! Forgive me, Elly!."

  
Nessuno lo sa, ma nel Pd, quando cambiano segretario, è accaduto ben 11 volte, cambiano pure le stanze e i piani. Dunque. Nicola Zingaretti aveva il suo ufficio al secondo piano mentre Enrico Letta  al terzo. Secondo o terzo? Rivolgiamo la domanda a Peppe Provenzano, vicesegretario del Pd, uscente. Vicesegretario emerito, qual è la stanza di Elly? “Non so rispondervi. Io per garantire il passaggio di consegne preferisco non disturbare”. E’ sir Provenzano e ha un cottage in Sicilia nella sua SanCataldoshire (Cl). Un funzionario del Pd a cui giriamo la domanda: “La segretaria non ha scelto in maniera definitiva”. Ma quantomeno avete visto Elly?  Il funzionario, ancora: “La segretaria del Pd si fa vedere poco e in sede viene a tarda sera”. Andiamo un giorno  indietro. E’ mercoledì. Via della Missione, Roma, a pochi metri dall’ingresso laterale del Parlamento. Il solito free lance, vessato dal caporedattore (“Portami un video di Elly in movimento. Io ti licenzio! Lo giuro!”), chiede al giornalista di carta stampata: “Ti prego! Aiutami! Dove sta Elly?”. Il giornalista, atterrito, fugge.

 

Il problema è serio. In Transatlantico tutti sanno che Elly ha i suoi “favoriti/e”. Uno è Marco Furfaro, probabile vicesegretario, venerato come fosse  Gian Carlo Pajetta. Prima delle primarie ragionava della raccolta differenziata di Centocelle, oggi, giustamente, preferisce “soppesare le parole” perché “il momento è delicato”. Ecco, “il momento è delicato”, tanto più dopo la sfuriata che “Elly Queen I” avrebbe avuto con Ciccio Boccia. Il senatore fonte aggiunge: “Elly, mi dicono sia collerica”. Dato che con i parlamentari del Pd Elly non parla, ai parlamentari del Pd non resta che osservare e  studiare Elly come fosse la farfalla rara “Papilio palinurus”. Una militante di partito a cui raccontiamo il pezzo: “Sciagurati!  Accostata alla farfalla... Questo è chiaramente un rigurgito di maschilismo. Anche la parola queen. Volete  fare spirito perché i Queen…”. Sembra di stare dentro un’osteria all’ orario di chiusura. E’ la verità. Nel partito di Elly se sbagliate metafora vi tagliano la testa. Tra i vecchi leoni del Pd e Schlein si sarebbe invece instaurato lo stesso meccanismo che si instaura in amore nelle prime fasi: “Se la chiamo io, penserà che io ho bisogno di lei. Aspetto lei”. E il guaio è che lei non propone neppure un “caminetto” per conoscersi meglio e non manda neppure le dediche su Radio Immagina, la radio di partito.

 

Tra i pochi che hanno la forza di telefonarle c’è Angelo Bonelli, il leader dei Verdi, che ha portato i sassi dell’Adige in Aula. Bonelli ha un’interlocuzione (così si dice)  con Schlein, ma è troppo impegnato a battere sui tasti. Sul divanetto del Transatlantico sembra  Indro Montanelli con la sua Lettera 22: “Sto scrivendo un articolo. Se parlo con Elly? Certo, io so quando chiamarla. Scelgo i momenti giusti”. Quando il povero free lance la cercava, mercoledì pomeriggio, Elly era in viaggio e sapete con chi si scambiava documenti e osservazioni? Con Bruno Tabacci, il democristiano più resistente dell’acciaio inox. Nel 1987 Elly aveva solo due anni e lui era già governatore della Lombardia. E Tabacci è tabacciano per Schlein: “Si documenta, è colta. Sa drizzare le antenne”. Poco distante da Tabacci il deputato Soumahoro, che legge Pierre Bourdie, preferisce non parlare di Elly perché il momento … vabbè, inutile ripeterlo, “è delicato”.

 

Anche Pier Ferdinando Casini se ne guarda bene: “Devo fare 500 km. Vado a raccontare chi era Gerardo Bianco”. Il momento si è fatto perfino più delicato da quando la sardina Jasmine Cristallo, voluta da Schlein in direzione, va ospite a “Otto e mezzo”, in quota Pd, ma solo perché, confida il senatore impavido, “è amica di Travaglio che, se noti, attacca Schlein ma difende Cristallo”. Ovviamente c’è l’amministrazione del regno Pd. A Rai 3, la destra sta per scippare alla sinistra il programma Agorà ma Schlein  fa un po’ Maria Antonietta: “E dategli le brioche. Non lo sapete che il futuro è il web?”. Schlein preferisce infatti le call, così come predilige le Iqos, l’immaterialità. Lo ha spiegato il disperato free lance a cui va dedicato questo pezzo. La cercavano a Roma ed era in volo per Bruxelles: “Capo, Elly è svapata!”.
Carmelo Caruso

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio