L'intervista

Lollobrigida: "I ritardi del Pnrr? I fondi non sono tutte rose. Ora operazione verità"

Simone Canettieri

Parla il ministro di FdI: "Già in campagna elettorale denunciammo alcune storture. L'Europa ci tratta diversamente da Draghi? Non voglio pensarlo"

 Il governo è in piena trance Pnrr. E’ ufficiale. Si racconta di “bilaterali” notturni tra Raffaele Fitto e Matteo Salvini sui progetti che non tornano, telefonate accorate sull’asse Roma-Bruxelles. Giorgia Meloni è chiusa a Palazzo Chigi (dove ieri ha fatto capolino Riccardo Pugnalin, mister nomina).

La premier l’altro giorno ha preferito, tanto è teso il momento, non presentarsi nemmeno in conferenza stampa dopo un Consiglio dei ministri densissimo e pieno di misure. A metterci la faccia, come si dice, si sono palesati i ministri Orazio Schillaci e Francesco Lollobrigida per parlare dello stop ai cibi sintetici. “La battaglia in difesa della bistecca può essere non capita da chi è ricco: i poveri magari non possono permettersi la vera carne, sceglierebbero quella sintetica diventando obesi come gli americani”.

Ministro Lollobrigida, avete un problema con il Pnrr: l’Europa con Draghi è stata più indulgente?

“Questo non voglio pensarlo. Di sicuro possiamo dire che il Pnrr non è solo un giardino di rose. Già in campagna elettorale denunciammo molte criticità”.  
All’ultimo Consiglio ci sono stati blocchi su benzina e nucleare poco fruttuosi per noi: non è che Francia e Germania ci stanno prendendo per il naso?

“Affatto. Parlo per me: solo ieri ho visto il mio omologo francese, venuto a Roma  per incontrarmi. E non ho problemi nemmeno con quello tedesco”. 

E però la rata di dicembre da 19 miliardi di euro balla: e voi, voi del governo Meloni, rischiate di essere sommersi dalle critiche. Dell’opposizione, certo, ma anche dei sindacati e delle associazioni di categoria.

“La mia sensazione personale è positiva nei rapporti con l’Europa. Sul Pnrr c’è un tema legato al ritardo, ma è solo un ritardo”.

Insistiamo: con Draghi, perché era Draghi, la Commissione fu più clemente, lo dice anche Salvini?

“Questo deve chiederlo al ministro Fitto, che è titolare del dossier. Di sicuro i nostri allarmi la scorsa estate restano agli atti. Ma quando dicevamo che alcuni obiettivi erano da rivedere, che lo scenario era cambiato, ricordo le risposte dell’opinione pubblica”.

E cioè?

“Ci saltavano tutti addosso: il Pnrr non si cambia, era la risposta corale. Ma adesso i nodi, come si suol dire, vengono al pettine”.

Cosa farà il governo per uscire dall’angolo?

“Credo che vada fatta una grande operazione verità. Che vadano spiegati alla Nazione i motivi dei ritardi: serve un approfondimento sulle cause di questi ritardi anche per tranquillizzare l’opinione pubblica. Mi capisce perché le dico che il Pnrr non sono solo rose?”.

Lo dica: l’Europa vi ha accolto e adesso vi presenta il conto. Vi fanno pagare il vostro essere un governo di destra con radice anti Ue?

“Questa ricostruzione non è la mia. Io parlo con i fatti”. E allora prego, Lollobrigida. “Nel Pnrr ci sono misure che non hanno mercato. Vuole un esempio che mi riguarda? Eccolo: prendiamo i trattori. La motorizzazione Stage V riduce fino al 95 per cento le emissioni dei vecchi mezzi. L’Europa ci chiedeva  una misura che, partendo da un presupposto ideologico, non permette di raggiungere facilmente l’obiettivo. Ed è una delle cose che sto chiedendo di rivedere, quella appunto che riguarda i trattori elettrici”.

Si è consolato con la svolta governista di Forza Italia? In passato proprio lei si sfogò con questo giornale per via delle bizze degli azzurri.

“E’ stato cambiato il capogruppo di Forza Italia alla Camera: ho appena letto le interviste di Paolo Barelli”. E? “Credo che questo cambio avrà un  impatto positivo e che dopo una fase di rodaggio, in maggioranza le cose andranno ancora meglio”.
    

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.