Alessandro Alfieri (Ansa)

Tra ritardi e responsabilità

Come l'opposizione può fare la sua parte sul Pnrr? Parla il responsabile dem Alfieri

Marianna Rizzini

"Incalzeremo il governo in modo costruttivo", dice il senatore ed esponente della minoranza interna Pd. Oggi intanto arriva in Senato il ddl sull’attuazione del Piano europeo

Arriva oggi in Aula, in Senato, il ddl di conversione del decreto legge sull’attuazione del Pnrr, proprio nel momento in cui tra i partiti di maggioranza si discute (specie tra Lega e Fratelli d’Italia) sui ritardi e sui conseguenti rischi di non-ottenimento della prossima tranche di fondi europei. Ma il problema dell’eventuale perdita dell’occasione irripetibile non riguarda soltanto la maggioranza, essendo in gioco il futuro di tutto il paese. Il principale partito d’opposizione – il Pd guidato da Elly Schlein– ha chiesto al governo Meloni di riferire in Parlamento sul tema Pnrr, ma lo scontro frontale potrebbe non essere la via più efficace per mettere in salvo i progetti. Come procedere, dunque? Lo chiediamo ad Alessandro Alfieri, senatore ed esponente della minoranza interna Pd, qualche giorno fa entrato nella nuova segreteria targata Schlein come responsabile Riforme e Pnrr. “Sentiamo tutta la responsabilità del momento, anche se dall’opposizione, perché vogliamo che il Pnrr sia un successo per l’Italia, visto anche che è stato costruito e pensato da figure istituzionali che appartengono al nostro mondo di riferimento: penso, tra gli altri, a Paolo Gentiloni, Enzo Amendola, Roberto Gualtieri. Persone che hanno cercato, in un momento difficile per l’Italia, nel post pandemia, di ragionare su alcuni nodi strutturali di fondo che minano la competitività e rendono necessarie alcune riforme nell’assetto economico-produttivo”.

 

In questi giorni, dice Alfieri, “e proprio per i motivi suddetti, esercitare la funzione d’opposizione significa però anche denunciare i ritardi che espongono il paese al rischio di non poter portare a termine progetti importantissimi. Questo non significa, però, non avanzare proposte per poter lavorare tutti nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi nazionali comuni”. Intanto, le preoccupazioni: “Primo punto, la governance”, dice il nuovo responsabile pd Riforme e Pnrr: “Bisogna essere rapidi nel chiedersi e decidere chi, a questo punto, debba mettere a terra i progetti e come possa farlo. Le discussioni Lega-Fratelli d’Italia, in questo quadro, sono discussioni che rischiano di farci restare troppo a lungo in una situazione di stallo – e non è detto che si possa tornare indietro. Quanto agli obiettivi, come opposizione non possiamo non ricordare alcuni numeri e linee guida: 37 per cento delle risorse deve andare alla transizione ecologica, 40 per cento al Mezzogiorno, il tutto in una cornice di attenzione a giovani e donne per quanto riguarda l’inserimento nel mondo del lavoro. Ecco, su questo incalzeremo il governo in modo costruttivo, riaprendo il dibattito sulle linee guida previste dal decreto legge 77 del 2021, art. 47, per cui si erano anche cercate soluzioni in deroga per settori in cui è ancora più difficile l’inserimento professionale femminile. Promettiamo impegno e lo chiediamo, sono obiettivi fondamentali e non ci possiamo permettere di fallire come paese”.

 

Altro elemento su cui, dall’opposizione, “si può lanciare un appello al governo nell’ottica di un lavoro comune per il bene dell’Italia è quello della trasparenza”, dice Alfieri. C’è però un tema che da più parti viene segnalato come preliminare a ogni dibattito sul Pnrr, quello delle riforme necessarie a snellire la macchina burocratica, spesso scoraggiante per chi vuole investire in Italia. “Esiste oggettivamente una questione che riguarda la riforma del codice degli appalti, come pure esistono, a livello locale, in piccolo, procedure che andrebbero semplificate. Per questo non si può dare l’idea di un rallentamento nel processo che deve portare alla semplificazione, è in gioco la credibilità del paese. Come si è già visto sui balneari. E dall’opposizione incalzeremo il governo anche per fare sì che si lavori sul problema dei controlli sull’impatto dei progetti. Avevamo già proposto, sul tema, una commissione monocamerale in Senato nella legislatura precedente. Si potrebbe ora pensare a una bicamerale, in modo da poter accompagnare il lavoro del governo, avanzando le nostre proposte e le nostre osservazioni, vista la posta in gioco”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.