terzo polo
Calenda: "Il partito unico è morto definitivamente". Iv: "Autogol clamoroso"
Dopo giorni di accuse e tira e molla il leader di Azione usa parole definitive per archiviare il progetto centrista. Ma per Italia Viva le sue tesi sono solo "alibi". Sullo sfondo polemiche e veleni personali
Dopo giorni di litigi e tira e molla tra Carlo Calenda e Matteo Renzi è arrivato lo strappo: il partito unico al centro non si farà. L'annuncio è di Calenda. Ma le polemiche sono appena all'inizio. "Il progetto del partito unico è definitivamente morto. Andremo avanti con due partiti e, se ricomporremo il clima, ci alleeremo dove sarà possibile", ha detto il leader di Azione questa mattina lasciando il Senato. A Palazzo Madama doveva esserci un confronto con Renzi durante il voto sul decreto Pnrr, "ma non c'è stato modo – ha spiegato Calenda ai cronisti – c'erano voti serrati".
"Una scelta unilaterale" di Carlo Calenda e "un autogol clamoroso", dicono da Italia Viva, dove prevale l'idea che sia stato Calenda a mettere sul tavolo pretesti per mandare all'aria tutto. Come la richiesta di non fare mai più la Leopolda. "Leopolda, Riformista, retroscena, veline, presunti conflitti di interesse sono solo tentativi di alimentare una polemica cui non daremo seguito", dicono fonti renziane all'AdnKronos.
Per Calenda invece gli argomenti sul tavolo - elencati in un video pubblicato su Twitter - sono più che sufficienti a spiegare la scelta. Da una parte c'è il ritorno di Renzi alla guida del partito, un rinnovato attivismo che da Azione leggono "non come un passo di lato, ma come cinque passi in avanti". Poi, dice ancora Calenda, da parte di Renzi c'è stata indisponibilità a sciogliere il suo partito e a mettere nel progetto le risorse necessarie: "Gli abbiamo spiegato che così non nasceva un partito unico ma tre partiti". Insomma, chiude il leader di Azione, "è stato Renzi che non l'ha voluto fare".
Tutte tesi che per renziani appaiono "alibi". "Noi eravamo pronti a lavorare fino all'ultimo e lo stavamo facendo mentre Calenda se ne è uscito dicendo che il partito unico era morto", commentano ancora ad AdnKronos. "Calenda dice che Iv non si scioglie? Ma se abbiamo detto che il 30 ottobre Italia Viva si scioglie chiunque vinca il congresso. C'è la data di scadenza come lo yogurt...". Ma perchè sciogliere Iv dopo il congresso e non prima? "Perchè se qualcosa fosse andato storto durante il percorso congressuale, che facevamo? Restavamo senza partito? Ma la decisione di sciogliere Italia Viva era presa, messa nero su bianco nel documento", argomentano i renziani.
Sullo sfondo restano i veleni personali. "Sono stato riempito di insulti personali di ogni genere", ha detto Calenda, ammettendo che c'è "un problema di fiducia reciproca". Su questo, ha aggiunto, "bisognerà lavorare perché abbiamo dei gruppi parlamentari comuni".
L'editoriale dell'elefantino