Il caso
Termovalorizzatore, il Pd pronto ad astenersi sull'odg del M5s. I movimenti di Meloni
Sul documento presentato da sinistra e grillini, Schlein ha la segreteria va da una parte e il gruppo parlamentare che sta con Gualtieri. Il centrodestra unito verso il no
L’unico che si frega le mani è Giuseppe Conte: comunque andrà in Aula sul termovalorizzatore di Roma avrà stanato, in un senso o nell’altro, il Pd di Elly Schlein, la carissima nemica del fu asse rossogiallo. Gli ordini del giorno, collegati al decreto Pnrr, si discuteranno fra domani e giovedì. E dovranno avere prima il parere del governo.
Quello presentato dal M5s chiede che sia esclusa “la realizzazione di nuovi impianti di incenerimento e favorendo la dismissione progressiva degli impianti esistenti, in coerenza con gli impegni assunti per la progressiva diminuzione della produzione dei rifiuti”.
Ce ne sono anche altri, che arrivano però da sinistra, pronti a un’altra richiesta: non quella di rivedere il progetto del termovalorizzatore, ma togliere i poteri commissariali del sindaco Gualtieri sui rifiuti.
Poteri che vennero conferiti al sindaco dal premier Mario Draghi in vista del Giubileo 2025 senza specificare la tecnologia da usare. Motivo per il quale, più o meno strumentalmente, cadde il governo dell’ex banchiere centrale vista la netta contrapposizione grillina in Parlamento. Adesso la faccenda si ripete e per la prima volta dil Pd di Elly Schlein dovrà prendere una decisione: come comportarsi a Montecitorio? Come votare? Fino a ieri sera, ma i deputati dem non si sono ancora riuniti, c’era la consapevolezza di procedere verso un’astensione all’ordine del giorno del M5s. Facendo leva sul parere contrario del governo e sul voto conseguente in Aula da parte del centrodestra. La nuova segreteria del Pd – che si riunirà la prima volta venerdì, dopo la direzione in programma il giorno prima – si sa un po’ come la pensa: è contrario a questa tecnologia.
Lo ha detto Sandro Ruotolo, responsabile dell’informazione, e questa convinzione alberga anche in Annalisa Corrado, responsabile Ambiente e da sempre una anti inceneritore. Il gruppo parlamentare però è per andare avanti con il progetto. Il boccino è nelle mani del centrodestra. E soprattutto in Fratelli d’Italia: Fabio Rampelli, minoranza interna, è contrario agli impianti. Il governatore del Lazio, Francesco Rocca, frena. Tuttavia Meloni sa di giocare con il fuoco: una mossa del genere, magari togliendo i poteri al sindaco, potrebbe creare anche tensione con il Vaticano in vista del Giubileo.