la versione di Parsi
Lo scaricabarile sul caso Artem Uss getta ombre sull'Italia. La responsabilità è politica
Il triste spettacolo delle amministrazioni pubbliche italiane che provano a scagionarsi per la fuga della spia russa citando l'applicazione pedissequa di regole burocratiche non fa che alimentare il sospetto che al loro interno ci sia un partito che non vuole mettersi in rotta di collisione con il Cremlino
"La questione della mancata estradizione negli Stati Uniti della sospetta spia russa Artem Uss è sempre più un pasticcio", dice il prof. Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni internazionali all’Università Cattolica e direttore dell’Aseri da dieci anni. "La sensazione - prosegue Parsi - è che ci sia stata una grande confusione, e fin qui sono cose note, purtroppo, nella nostra amministrazione. Ma la cosa che più sconcerta è vedere come tutte le parti si rifugino nella più classica operazione di scaricabarile: i giudici sostenendo che hanno solo applicato la legge (ma in questa applicazione ci vorrebbbe un po' di sagacia, quanto meno), il ministero sostenendo di avere comunicato ai giudici la pericolosità dell'individuo (ma qui non si capisce bene: hanno mandato alcune lettere ma altre no); i servizi dicendo che non erano tenuti a una particolare vigilanza non essendo stati informati. In sostanza, nessuno ha applicato un po' di buon senso e pensato che, se questo personaggio era sospettato di avere tramato per contrabbandare materiali in favore del Cremlino ed era il figlio di un importante governatore siberiano vicino a Putin, forse c'erano gli elementi per dedicargli maggiore attenzione. Che tutto debba risolversi nell'applicazione il più pedestre possibile di regole burocratiche per scagionarsi dalle proprie responsabilità è uno spettacolo abbastanza triste. E non fa che alimentare i sospetti che dentro le amministrazioni pubbliche italiane ci sia un partito al quale non dispiace l'idea di non mettersi in rotta di collisione con il Cremlino. Ancora di più getta un'ombra di scarsa attendibilità delle autorità italiane, che sembrano essere estremamente distratte o poco volenterose nel concludere operazioni che potrebbero irritare ulteriormente Mosca. Un pasticcio all'italiana che si sarebbe potuto evitare se solo qualcuno si fosse assunto la responsabilità. Ed è chiaro che in una vicenda simile la responsabilità è politica".