Elogi americani
"Surprise". Il plauso del Washington Post per Meloni: "Un esempio per i partiti di destra in Europa"
Dopo il Times, anche dall’altra parte dell’Atlantico si dicono sorpresi dalla tenacia del governo e dalla sua abilità nel destreggiarsi tra gli scottanti dossier della politica italiana e internazionale, primo fra tutti quello ucraino. Prossimo appuntamento: Europee
"Dicevano non sarebbe arrivata ad assaggiare il Panettone [... ], ha raggiunto la Colomba con una presa che sembrerebbe ancor più salda". Secondo Lee Hockstader, che firma un op-ed oggi sul Washington Post, Giorgia Meloni è una vera sorpresa in grado di "spiazzare i suoi critici".
Quanto era inattesa questa "sorpresa"? Il Times, risultava profetico quando, già nel 2020, inseriva Giorgia Meloni nei "Venti volti che potrebbero plasmare il mondo" e ribadiva la sua previsione poche settimane fa con grandi elogi al "buon senso" della premier italiana, spalleggiati da dati sicuramente incoraggianti sulla popolarità della quale gode, da parte del popolo italiano, rispetto ad altri leader. Se Londra era così positiva nei confronti di un leader collocato nel panorama europeo tra l'estrema destra, come mai oltre oceano si sorprendono così tanto del successo riscosso? Quando Meloni si è insediata, ricorda Hockstader, in molti temevano che avrebbe destabilizzato l'economia italiana. Per ora, avverte invece il WaPo, il suo partito - il più a destra dai tempi del dopoguerra - si sta muovendo con prontezza, tempestività e con un pizzico di fortuna tra le varie peripezie davanti alle quali i tempi odierni la pongono. "Se Meloni riuscirà a cavalcare le onde insidiose della politica di coalizione e a gestire un'economia stagnante da circa 20 anni - entrambi grandi se - il suo successo potrebbe essere un modello per altri esponenti di destra in Europa".
La prontezza di Giorgia Meloni è attribuita a delle mosse strategiche ben congegnate nell’ambito del conflitto ucraino, andando a cozzare con i vicini di coalizione Silvio Berlusconi e Matteo Salvini e con gli alleati esteri come Viktor Orban e Marine Le Pen, "impossibilitati", dice Hockstader, ad abbandonare la linea russa. Insomma quello pubblicato oggi dal quotidiano americano di area lib-dem è, se non proprio un elogio, un plauso alla gestione del dossier ucraino da parte del presidente del Consiglio. Forte di questa sua posizione, Meloni si è stabilmente affermata come leader atlantista e si è accomodata "al tavolo del G7 dal quale vigilerà sulla ricostruzione dell’Ucraina".
Aguzzando lo sguardo si può ben comprendere il motivo per il quale la premier stia strizzando l’occhio alle grandi nazioni europee, le ripercussioni della pandemia sono tutt’ora un problema più che mai palpabile e lo stato italiano è il maggior beneficiario degli attuali aiuti economici dell’Unione europea. Aiuti che vengono, per proporzioni, paragonati a quelli del Piano Marshall quasi a inserire un ricordo nostalgico dei tempi nei quali gli aiuti giungevano dall’altra parte dell’Atlantico, oltre che a sottolineare il ruolo fondamentale che hanno questi fondi per evitare un eventuale collasso economico dello stato italiano.
Giorgia Meloni non si deve adagiare sugli allori di questi mesi proficui, sostiene il quotidiano americano, dato che le minacce sono ovunque e la nuova elezione di Elly Schlein, paragonata dal Post alla più giovane parlamentare nella storia degli Stati Uniti d’America, Alexandria Ocasio-Cortez, rappresenta una forte opposizione alla sua permanenza in vetta ai sondaggi ma allo stesso tempo una grande opportunità per guadagnare consenso in "altri lidi" più spostati al centro. Inoltre gli alleati di Meloni, definiti da Hockstader "di convenienza", potrebbero inaspettatamente rescindere il contratto di coalizione e porsi a carnefici di un amaro insuccesso. La prossima partita importante sarà quella delle elezioni europee, una specie di referendum di metà mandato che in caso di successo potrebbe assicurarle un mandato completo.