la strategia
Sulla guerra in Ucraina e il termovalorizzatore Schlein si affranca da Conte
La leader Pd in visita all'ambasciata di Kyiv e a quella Usa: "Il nostro sostegno non cambia". Ed è pronta a votare no all'ordine del giorno grillino sull'inceneritore
La segretaria è in tour per ambasciate e allora l’incombenza spetta a Francesco Boccia, capogruppo del Pd in Senato. Dichiarazione chirurgica per annunciare nemmeno l’astensione ma direttamente il voto contrario all’ordine del giorno del M5s sul termovalorizzatore di Roma: “E’ inaccettabile, Conte faccia opposizione a Meloni”. Il sindaco dem, che oggi vedrà sotto le finestre del Campidoglio il suo ex premier a manifestare con contro l’impianto, tira un sospiro di sollievo. D’altronde Roberto Gualtieri già lunedì aveva spiegato a Schlein che non avrebbe tollerato fuoco amico sull’opera avviata (è commissario del governo). Chiusa questa, Schlein si è dedicata alla politica. E oggi debutterà in conferenza stampa. E’ una notizia.
Parola d’ordine: movimento. Dopo un letargo di diverse settimane e un’ambiguità studiata la leader sembrerebbe voler battere un colpo. E contraddire una certa narrazione che la vede, fatti alla mano finora, abbastanza titubante su tutto. Un mezza porzione su grandi dossier. E così prova cambiare verso alle cose: sì al termovalorizzatore romano e soprattutto massimo sostegno all’Ucraina in asse con gli Usa, dunque con la Nato.
Si spiegano in questa maniera le visite effettuate ieri e che continueranno anche oggi. In ordine Schlein è andata prima in Via Veneto, poi all’ambasciata ucraina e infine a quella tedesca. Ad accogliere la concittadina Elly c’era Shawn Crowley, incaricato d’affari ad interim degli Usa in Italia (la leader ha anche il passaporto americano e la prima intervista l’ha concessa al New York Times). Poi è stata la volta del faccia a faccia con Yaroslav Melnyk, al quale ha confermato il pieno sostegno alla causa di Kyiv, dal punto di vista militare, in primis. Tema non scontato viste le contorsioni che attraversano la nuova segreteria dem, al contrario delle truppe parlamentari che rimangono sulla linea impressa da Enrico Letta (piccola coincidenza: la visita all’ambasciata ucraina fu l’ultimo atto del segretario dimissionario).
“La nostra linea non cambia: opposizione dura al governo Meloni, ma siamo uniti sull’Ucraina”, sono state le parole rassicuranti della dem durante l’incontro con gli ucraini durato circa un’ora. La mattina è andata avanti bussando alla porta della villa dove ha sede la diplomazia tedesca, nei pressi di piazza Indipendenza non lontano dal quartier generale russo (evitato con cura: “Non sono in programma incontri”, mettono le mani avanti dal Nazareno). Non solo feluche, ma anche piazza. Così prima di incontrare il leader socialista svizzero Cédric Wermuth (la dem ha anche il passaporto elvetico), Schlein si è affacciata al sit in, organizzato da ong e migranti, contro il decreto Cutro. Insomma, fanno bene nel Pd a esultare che la segretaria si è svegliata? Il tour diplomatico continuerà anche oggi, ma toccherà al responsabile degli Esteri Giuseppe Provenzano andare a pranzo con l’ambasciatore francese Christian Masset. Resta un dato politico: la lontananza fra il Pd e il M5s di Conte. Dopo la foto di Firenze, nel giorno del corteo antifascista, i due leader hanno interrotto o quasi le comunicazioni. E questo a dispetto delle dichiarazioni dei nuovi vertici del Nazareno, che preferiscono un’intesa con i grillini a un dialogo con il frammentato polo centrista della coppia che scoppia Renzi-Calenda. L’ex premier pentastellato sta provando in tutti i modi a far uscire allo scoperto le contraddizioni e le timidezze della neo segretaria, portandola su temi a lui cari: dalla guerra in Ucraina all’ambiente.
Tuttavia Schlein, preferisce non spostare la linea di chi l’ha preceduta, seppur con diversi tormenti interni. Ecco perché la riunione del gruppo parlamentare pd di ieri sera ha praticamente ratificato la decisione già presa nelle ultime ore (archiviando il dibattito interno): si voterà contro l’odg sul termovalorizzatore. Nel Pd sono sicuri che anche il centrodestra non farà scherzi. Togliere i poteri commissariali a Gualtieri in vista del Giubileo potrebbe diventare un boomerang. “Se ci fossero problemi, il sindaco a quel punto ci porterebbe l’immondizia sotto Palazzo Chigi”, ragionano gli uomini più vicini alla premier Giorgia Meloni.