La sentenza
"Sui balneari applicare le norme europee: no al rinnovo automatico", dice la Corte Ue
Il richiamo dei giudici di Lussemburgo all'Italia sulle concessioni: "Applicare una procedura di selezione imparziale e trasparente". Oggi il ddl concorrenza in consiglio dei ministri
Come da previsioni, la Corte di giustizia europea ha rinnovato questa mattina l’obbligo per l’Italia di mettere a gara le concessioni balneari “applicando una procedura di selezione imparziale e trasparente tra i candidati potenziali”. La sentenza si è espressa in merito a sette quesiti posti dal Tar di Lecce e sul ricorso dell’Agcm (Autorità garante per la concorrenza e il mercato), dopo che il comune di Ginosa aveva prorogato le concessioni seguendo il ddl Milleproroghe del governo, che consente un rinvio fino a dicembre 2024. Ma, ed è proprio questo il punto, il giudice di Lussemburgo specifica che “le autorità amministrative sono tenute ad applicare le norme pertinenti di diritto dell’Unione, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale non conformi alle stesse”. In altre parole, la giurisdizione europea, che obbliga alla messa in gara, ha la priorità su quella italiana, che consente un rinvio di un altro anno. E, di conseguenza, il comune di Ginosa dovrà adeguarsi, anche se l’ultima parola spetterà comunque al giudice nazionale.
È un parere atteso ma non per questo meno grave. La sentenza è infatti il culmine di una lunga serie di richiami verso l’Italia, su cui pesa una procedura di infrazione aperta da Bruxelles nel lontano 2020. Circa un mese fa il Consiglio di stato ha dato una disposizione analoga a quella di oggi per il comune di Manduria, sempre in provincia di Taranto. Mentre proprio in occasione del varo del Milleproroghe, Sergio Mattarella aveva apposto alla firma del decreto una lettera in cui, fra le altre cose, si manifestava la preoccupazione del Colle per i rapporti con l’Ue.
Non sarà semplice per Giorgia Meloni trovare una soluzione, con le pressioni di una parte dell’esecutivo (in particolare Forza Italia e Lega) vicina agli interessi della categoria. In aggiunta, ieri la Commissione europea ha aperto una nuova procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la mancata regolarizzazione degli stagionali (nel cui elenco non figurano però i balneari). L’Italia ha due mesi di tempo per rispondere: nel frattempo, oggi pomeriggio è prevista in Cdm la discussione del disegno di legge sulla concorrenza.