Contro mastro ciliegia
Il 29 aprile non è un anti 25 aprile
Il ricordo, a pochi giorni di distanza dalla festa della Liberazione, della morte per mano di estremisti rossi, di un giovane militante del Fronte della Gioventù nel 1975
Buon 25 aprile a tutti. E se la frase di Calamandrei scelta dal governo delle destre per il 78esimo anniversario, “La libertà è come l’aria”, non garbasse a qualcuno (putacaso, il gramo vignettista del Corriere) auguriamolo almeno con le parole di un anno fa di Liliana Segre, dedicate all’Ucraina, che non garbarono a molta più gente e più ottusa.
In ogni caso, oggi sia un buon 25 aprile e nessuno lo contesti. Poi però, poco dopo, bizzarrie del calendario, arriverà il 29 aprile. E qui, invece, ecco che la contestazione preventiva diventa d’obbligo. Il 29 aprile a Milano si raduneranno gruppi di estrema destra, dai nomi e dai cipigli non precisamente palatabili. Ma non lo faranno per celebrare un “25 aprile nero”, come il commander in chief dell’antifascismo da tastiera, il Berizzi, ha scritto con insinuante retorica. No,non è un anti 25 aprile. E’ che il 29 aprile del 1975 a Milano una ragazzo di 19 anni, militante di destra, Sergio Ramelli, fu ammazzato a sangue freddo da una banda di assassini di estrema sinistra. E il problema non è il 25 aprile. E’ che ancora oggi a troppi non piace chiamare per nome anche quegli assassini.