(foto Ansa)

Gran torrino

Grand tour nei luoghi di Meloni, la Roma nord di Roma sud

Michele Masneri e Andrea Minuz

Addio Garbatella: ecco l’altra capitale della premier. Con Gianbruno al centro commerciale sono i nuovi Totti e Ilary

Altro che Garbatella popolare! Altro che underdog! Per capire il fenomeno Meloni e un consenso che resiste anche quando la maggioranza traballa, bisogna andare a Mostacciano e Torrino, nella Roma sud residenziale dove vive. Eccoci catapultati in un grand tour fra i luoghi meloniani: il centro estetico, la parrocchia, la palestra, il gigantesco shopping center “Maximo”, sulla Laurentina, dove è stata immortalata in un servizio fotografico su "Chi" la scorsa settimana. Il Torrino è un luogo misterioso ai romani per primi. E’ Roma sud ma non è popolare, non è certo periferia, si confonde con Mostacciano, nome che suona più greve, insomma siamo sulla fatal Colombo, verso la Terza Roma che Lui pensava si sarebbe espansa verso il mare. Secondo Frank Lloyd Wright tutto ciò che non è ben ancorato in America rotola prima o poi verso la California, ma la storia di Giorgia Meloni è un lungo rotolare verso questa Roma californiana balneare. E’ anche la tappa finale di un “percorzo”, direbbero nei reality. Come narra la fondamentale “Io sono Giorgia”, l’autobiografia campionessa di incassi, la nascita è infatti alla Camilluccia, quartiere nord, “distinto”, poi dopo la fuga del padre e le peripezie famigliari, con la mamma single, si finisce a Garbatella, quella Roma sì popolare, “Cesaroni”, sgarrupo, sinceri rapporti di vicinato ecc. (e dove la capitale umbertina sognava un porto che non si fece mai).

 

Ma adesso Meloni vive appunto fra Torrino e Mostacciano. Sono in pratica la stessa cosa, ma Torrino fa più fino. Il nome Mostacciano deriva da una ex tenuta della principessa Elvina Pallavicini (già leggendaria papessa nera dell’aristocrazia romana, sponsor del cardinal Lefebvre, quindi tutto torna. Come il principe Giovan Maria Catalan Belmonte, cioè Alberto Sordi nell’episodio dei “Nuovi mostri” ci avviamo verso queste vie che hanno tutti nomi di città… via Amsterdam, via Edimburgo, via Bilbao, e già si respira l’aria cosmopolita più che fascia.
Non è periferia, appunto, non è centro, è semmai la Roma nord di Roma sud. Una prosecuzione dell’Eur con altri mezzi, senza tracce e nostalgie del ventennio. Il Rampelli deputato-architetto che creò la leggendaria corrente dei “Gabbiani” nelle spelonche del colle Oppio, dove Meloni giovane si ritrovava, che ama lo spontaneismo in architettura, che è fan sfegatato di Re Carlo di Inghilterra (andrà all’incoronazione?), che sogna di rifare l’arco di Trionfo sulla Colombo, qui non alberga. No, qui siamo in America. Se nostalgia c’è, è semmai nostalgia degli anni Ottanta. E’ una zona di consorzi, comprensori, residence, collinette fiorite di case, pendici di villini a meringa, palazzine tutto sommato eleganti, qualche fantasma di edificio pubblico abbandonato. Una West Coast romana più vicina al mare che alla Ztl, che mette una gran voglia di Suv e partite a padel la domenica mattina. Andiamo a vedere tutto. 

 

Cominciamo naturalmente dal centro estetico celebre per fornire i servizi alla Real Casa, Giorgia ma soprattutto Arianna, la sorella, coniugata Lollobrigida. In un post su Instagram del “Nail One Beauty Institute” c’è Giorgia sorridente circondata dalle estetiste in total-black, la divisa d’ordinanza del centro: “Oggi è venuta a trovarci Giorgia Meloni, l’energia contagiosa di chi riesce a realizzare i propri sogni ci rende ancora più convinte a sognare e a crederci sempre”. Siamo su uno stradone con mini-grattacieli a specchio, tipo “business bay” di Dubai, banche, compagnie assicurative, tanto verde, una pizzeria che sembra un autosalone, quasi nessuno in giro, una media di tre suv ogni cinque macchine parcheggiate, Mercedes, Audi, Bmw. Tutto pretende di essere nuovo, efficiente, felice. Su questa stessa strada abitava anni fa anche Totti (attico e superattico con jacuzzi sul terrazzo), prima cioè di tradire Ilary e Roma sud con Noemi e Vigna Clara, in un romanzo di formazione dunque opposto a quello di Giorgia che dalla Roma nord della Camilluccia è finita quaggiù. Ecco un porticato che sembra una marina, ma mancano le barche ormeggiate di fronte. Di fronte c’è invece la sede italiana della Oracle, dunque sembra anche San Jose, Silicon Valley. Entrano ed escono signore simil-Kardashian in tute dall’aria costosa e sneaker in serie limitata. Splendide coatte con baseball hat. E’ un Citylife romano. Il centro estetico è gigantesco, bellissimo, e prima di tutto non è un centro estetico ma una “beauty company”: arredamento in finto bambù, tanto “Maison du Monde”, aree tematiche, specializzazione in unghie, smalti, epilazione total uomo, “estetica avanzata”, una spa, un solarium e un’Academy riconosciuta dalla Regione Lazio (c’è il logo all’ingresso). Avevamo provato a prenotare un “massaggio di coppia”, ma non c’erano posti disponibili fino a metà maggio, si è ripiegato allora sulla pedicure. Le estetiste sono tutte microfonate, come i ballerini del serale di “Amici”. Si muovono a sciami. Molte clienti indossano tute sostenibili “Sporty & Rich”, borse Louis Vuitton, glitter ovunque, nelle scarpe, nei jeans, nelle cover dell’iPhone. “Giorgia è stata grande perché anche adesso, co’ tutti gli impegni che c’ha e la vita incasinata, continua a venire da noi”, dice la nostra estetista-pedicure, un po’ inorridita quando scopre che veniamo dall’Esquilino multietnico, sporco e puzzolente, quartiere di riferimento di scrittori, registi, giornalisti, Sorrentino e Franceschini, e le facciamo, giustamente, quasi pena. Manicure e pedicure lì sono business in mano ai cinesi, prezzi stracciati, certo, ma vatte a fida’. Ma invece che fa qui Giorgia? “Un po’ di tutto”, dice lei, anche se è famosa la sua passione per lo smalto rosso. Il fatto che anche da premier venga qui appena può fa un certo effetto, “no come Totti”, ci spiega, “che non si vedeva mai, facevano tutto a domicilio, tranne le feste baby spa”. Queste “feste baby spa” pare siano un trend pazzesco. “Sono feste per bambini a tema percorso-benessere: compleanni, onomastici, comunioni, ricorrenze di ogni tipo, ne facciamo tantissime”. Bambine di sei-sette anni in accappatoio come tante piccole Carrie Bradshaw che si fanno maschere biologiche alla vaniglia e cioccolato, manicure con smalti colorati, idromassaggi, buffet di succhi di frutta, “non solo un party”, leggiamo su una brochure googlando per saperne di più, “ma un momento di confidenza tra amiche, per sentirsi piccole donne”. Forse è peggio dell’indottrinamento gender. Chiediamo del first gentleman. Vogliamo sapere se viene qui anche Giambruno e cosa fa, un’epilazione ascelle, un “air touch”, una “ceretta spalle”, o una sostituzione etnica con Lollobrigida, ma cala subito il riserbo professionale: “Queste sono informazioni riservate”. Non lo sapremo mai. A fine seduta ci danno in omaggio la lima utilizzata per la pedicure, “un oggetto strettamente personale da riutilizzare al prossimo appuntamento”. Siamo soddisfatti. Sarebbe bello vedere qui un giorno Giorgia ed Elly Schlein, ora che anche lei ha il personal stylist, per una ricostruzione unghie, in una grande pacificazione nazionale, magari per un prossimo 25 aprile, chissà.  Né rosso né nero, armocromia!

 

Cerchiamo altre tracce di Giorgia al bar subito accanto. Se si vede qui ogni tanto, se passa, cosa prende, ma niente: “Qui non ci viene, va solo da loro”, dice il barista guardando il centro estetico con un po’ di rammarico e una punta di invidia. Basterebbe un cappuccino di Giorgia messo su Instagram e il bar decolla. “Però cinque minuti fa ce stava El Shaarawy… eccoollà sta ancora in macchina”, indicando un suv Lamborghini in doppia fila (i giocatori della Roma si allenano a Trigoria, che è qui vicino, abitano quasi tutti da queste parti, tra Mostacciano, Torrino, Castel di Decima, Casalpalocco, Infernetto, rintanati in villette con sistemi di sicurezza sofisticatissimi). 

 

Andiamo allora alla parrocchia si dice frequentata da Meloni, Santa Maria del Carmelo. Anche qua, highways e chiesa modernissima, bianca, pare Brasilia. Architetto Giuseppe Spina, una specie di tardo Nervi, grandi volumi bianchi curvacei, fine Settanta. Nel prato davanti bambini ben vestiti giocano, scene da gita scolastica di ritorno. Si capisce anche la scelta di Giorgia di restare qui, anziché trasferirsi a Palazzo Chigi, come fece il Cav. Far stare Ginevra, la figlia, coi coetanei, lasciarla giocare tra questi prati, in serenità, come ha spiegato lei. E’ in effetti perfetto per le famiglie, con deliziosi quadretti bucolici. Al ristorante giapponese di fronte preparano l’apertura. Il prete ci dicono è occupatissimo, non può riceverci (col Foglio poi c’è sempre questo problema, “siamo giornalisti del Foglio vorremmo fare qualche domanda”, ma quelli magari capiscono “del Fatto”, e comunque almeno qui, in parrocchia, si sono un po’ insospettiti). Poco dietro c’è la stradina residenziale dove ha casa Giorgia. Andiamo. Tante graziose palazzine terrazzate a strapiombo sulla boscaglia di Mostacciano, cancelli elettrici, allarmi, pergolati, un generale senso di pace che forse al crepuscolo diventa horror vacui. Ma ormai nell’èra di Netflix e Amazon nessuno si sente più isolato. Anzi non deve essere male vivere qui, specie se sei presidente del Consiglio. Ci faremmo mettere subito l’eliporto sul tetto, e via a Palazzo Chigi in 5’, svolazzando sopra Roma sud. 

 

 

Poco più giù c’è la palestra X Cross, 4,9 stelle su Google recensioni, punteggio altissimo, “Super palestra da crossfit, una vera boutique per intenditori”, scrive un utente. Il founder è Fabrizio Iacorossi, belloccione brizzolato, è il personal trainer di Giorgia, che prima allenava anche Totti e Ilary (c’è sempre questa sovrapposizione tra la Roma sud dei Totti e quella di Giorgia, e lei oggi si prende anche un po’ di quel consenso evaporato della coppia, dopo che “‘a favola” è finita). E’ quello che il lunedì fatale dopo le elezioni fece un “reel” dicendo: “ci sono lunedì e lunedì…” e alle spalle appare Giorgia! Sul suo Instagram foto a Ibiza, o in val d’Aosta a sciare, o al matrimonio in tight con la moglie Lady Noemi, anche lei personal trainer, che ha molti più follower di lui. Che vita, a Mostacciano! Altro che underdog!

 

Insomma, Giorgia ci è o ci fa? Popolana versione “onorevole Angelina” oppure gran borghese affluente? Lei è bravissima a mantenere l’ambiguità. Racconta le origini proletarie, gli studi all’istituto alberghiero, ma la figlia Ginevra va in un molto conosciuto nel quartiere. Lei racconta le infanzie in tuta (in “Io sono Giorgia” l’adolescenza sembra un film dei fratelli Coen, lei  sovrappeso, bullizzata ma tenace. Pochi soldi in tasca, alle festine di bambini più abbienti. Si narra anche che fosse in tuta il giorno che entrò per la prima volta nella sezione del Fronte della Gioventù, quel 19 luglio 1992 in cui fu ucciso Borsellino. Lei nega, “credo che avessi più che altro un sobrio maglione blu”). Ma la tuta è un tratto identitario, in italia l’unico politico a sdoganarla è stato Silvio Berlusconi, in America la usava Reagan sui voli di Stato.

 

L’unico elemento chiaro e definitivo, su cui non c’è ambiguità, oggi, sono le sneaker. Scure, suola bianca, un po’ di rialzo, Meloni le indossava l’altro giorno ricevuta sottobordo alla base della Royal Air Force di Northolt, vicino Londra, dall’ambasciatore italiano in Gran Bretagna, il formidabile Inigo Albertini, invece elegantissimo. E lei in procinto di incontrare il primo ministro e la comunità finanziaria inglese scende dal volo di stato con le sue belle sneaker (che poi si è tolta, sostituendole con delle scarpe più classiche, con tacco, per gli incontri istituzionali). Non certo impupata come Danielona Fini nella celebre visita di stato in calesse. Semmai sembra più la Kate di “The Diplomat”, in italiano “La diplomatica”, storia Netflix di un’ambasciatrice rustica abituata a lavorare in teatri di guerra e tra gli uomini, che viene catapultata a Londra, alle prese con l’etichetta, e per la prima volta a essere lei il leader tra i maschi, con un marito importante ma che qui deve fungere da principe consorte, e lei non vede l’ora appunto di togliersi i tacchi. Le stesse sneaker Meloni le aveva ai piedi nella visita al Salone del  mobile di Milano. “Solo la Santanchè viene coi tacchi”, ha avuto modo di sottolineare. Ma a Roma non c’è la Design week e Meloni fu fotografata con le medesime scarpe anche nelle già celebri foto del centro commerciale.  Qualche giorno fa “Giorgia” infatti è stata avvistata, imbacuccata, con berretto e occhiali scuri per non farsi riconoscere, in un mall, col compagno Andrea Giambruno e la figlia. Apparsa su Chi, la foto è rimbalzata sui siti, e tutti a domandarsi: sarà il solito geniale “finto rubato”, per mostrarsi ancora una volta mischiata al popolo, oppure proprio vero rubato, chissà…

 

E’ arrivato il momento di andarci, però, al centro commerciale, anzi, al mall. Queste periferie romane, che non sono periferie (lo si è sempre detto, Roma è policentrica, andrebbe intesa come Los Angeles, il centro col Pantheon e San Pietro è solo per il turista, qui ci si mette in macchina e si decide: mall o Santa Monica?), questi satelliti, insomma, hanno grandi centri commerciali, tra le poche eccellenze locali, come gli aeroporti: vincono tutti i premi della categoria, sono efficienti, lussuosi, l’unico modo per non vedere la monnezza a Roma è chiudersi in un mega-mall.  Ognuno ha i suoi preferiti. Gianni Boncompagni che era un patito comprò una casa praticamente dentro “Porta di Roma”, che è a nord, e oggi ha accanto la colossale, incredibile chiesa dei mormoni, luminescente come un Guggenheim  a Settebagni. Per Giorgia si pensava fosse il celebre “Euroma2”, quello con gli obelischi da Dubai, sotto il grattacielo di Purini, appunto all’Eur, dove va anche Laura Pausini in incognito, che pure abita da queste parti. E Invece no. Indagando salta fuori che il mall meloniano si chiama “Maximo”, “è quello nuovo sulla Laurentina”, ci dicono, dunque via, tra raccordi, controvie, semafori, tangenziali a sei corsie (Los Angeles, appunto). Finalmente riusciamo a entrare. Gli ingressi sono complicati, ci perdiamo in un parcheggio che si chiama “Parioli” e sbuchiamo fuori tra le canoe gonfiabili di Decathlon. Il grande magazzino è sterminato. Ha pure una specie di piazza pubblica. Borghesie ben vestite prendono l’aperitivo in un enorme “Signorvino”, catena di enoteche fighette. Franciacorta Cà del Bosco nelle glacette, tagliere Imperiale con prosciutto di Parma Dop 24 mesi, barbe hipster, completi sartoriali (ma dove lavoreranno, da dove arriveranno? I centri commerciali romani ancora aspettano il loro cantore, il loro Nanni Moretti). Ecco  qui barboncini che escono perfettamente tosati da Cà Zampa, la catena di cliniche per animali fondata da Giovanna Salza, signora Passera. Da Cà del Bosco a Cà Zampa, e poi cinema, infiniti negozi di sneaker, lo stand della Tesla. C’è pure una fontana-piscina, di quelle con i getti che salgono direttamente dal pavimento in pendenza, insomma se fossimo a Milano saremmo in Gae Aulenti, se Roma avesse un centro.

 

Cerchiamo i negozi dove è stata fotografata Meloni su Chi. Al Disney Store tra ziggurat di Barbie e Buzz Lightyear la commessa dice: “Giorgia chi?”, con sincero stupore, forse pensa alla cantante. “Provate all’Infopoint”, dice. Alla fine, studiando bene le foto, ce n’è una in cui la premier osserva una giacca da uomo, capiamo che è Doppelgänger, catena romana da esportazione. Prima, la commessa sospettosa: “E se anche fosse?”. Poi, il direttore Giacomo: “Ah, è stata qui Giorgia? Peccato che non l’ho vista. Sennò j’avrei dato un bacio in fronte”. Alla Feltrinelli “Roma Laurentino”, al piano di sotto del mall, il libro “Io sono Giorgia” è esaurito (“abbiamo finito l’ultima copia oggi”). Ma c’è la versione scabrosa “Meloni segreta”, di Andrea Palladino, “origini, ascesa e trionfo di una lady di ferro vestita di nero”, Ponte alle Grazie. Anche loro, comunque, Meloni non l’hanno mai vista. In evidenza c’è il libro su Elly Schlein, e quello di Liliana Segre. All’infopoint confermano, sì, l’abbiamo vista, prima andava a Euroma2, ora viene qui. 

 

Mentre noi vaghiamo al centro commerciale all’Eur, Giorgia starà forse tornando da Londra, si sarà forse tolta i tacchi, sarà pronta a rimettersi le sneaker, e magari pure la tuta, svelta a confondersi tra le altre signore ricche del Torrino, o di Mostacciano. E dopo Downing Street e scesa dal volo di stato, magari tornerà qui al mall “Maximo”, e chissà quale sarà il travestimento e quale la realtà. L’importante, comunque, è starci comodi.

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