L'opposizione boccia il dl Lavoro: "Un decreto precarietà". Aperture sul cuneo dai sindacati
I leader di Pd e M5s contro la misura varata ieri da governo Meloni. Cgil e Uil criticano la tempistica del decreto. Polemica Meloni-Landini
Ma quale "decreto Lavoro"? Quello del governo è un "decreto Pecarietà". E' questa la linea dell'opposizione che, dal M5s di Giuseppe Conte al Pd di Elly Schlein, critica le misure approvate ieri, primo maggio, dal Cdm.
La bocciatura del Pd
"Il cosiddetto decreto lavoro che oggi il governo vuole varare è in realtà un decreto povertà e precarietà", ha detto la segretaria nazionale del Partito democratico, che ha partecipato alla manifestazione del Primo maggio organizzata dalla Cgil a Portella della Ginestra. "Non è la direzione giusta. Si deve andare verso un lavoro dignitoso, di qualità, più stabile e ben remunerato. Non è possibile che ancora non sia tutelato il lavoro digitale. Si devono potenziare gli ispettori del lavoro".
Le critiche del M5s
Con il provvedimento dell'esecutivo, secondo il leader grillino, "ci sarà certamente un aumento dei contratti a termine che avevamo arginato e contrastato con il decreto Dignità". Anche il leader grillino boccia il decreto lavoro dell'esecutivo con un video messaggio pubblicato sui suoi social. "Io dico una cosa: un governo serio, oggi - primo maggio - si sarebbe dovuto riunire per una norma essenziale: il salario minimo. Io chiedo alla premier e ai ministri che oggi si sono riuniti di ricollegarsi con la realtà. Secondo l'Istat il reddito di cittadinanza ha salvato circa un milione di persone nel periodo della pandemia". Iniziative come il taglio al reddito di cittadinanza, poi, "sono decisioni scellerate, che preparano un disastro sociale", mette in guardia Conte. "Si tagliano i sostegni mentre l'inflazione morde e in autunno si prospetta un nuovo aumento delle bollette", segnala. E lancia una mobilitazione: "Ritroviamoci a giugno per manifestare contro questo governo, contro lo smantellamento del reddito, contro il decreto precariato, a favore del salario minimo. Lavoriamo per un paese migliore", ha dichiarato Conte.
Passando ai rapporti con il Partito democratico, che nel frattempo ha cambiato guida, il leader dei Cinquestelle rivela: "C'è un dialogo con Schlein". "Su alcuni temi, ad esempio sul salario minimo, le sensibilità di Schlein possono essere compatibili con le nostre". Ma "su altre", precisa, "viaggiamo su binari differenti: dalla guerra alla questione dell'inceneritore".
Rientra (in parte) lo scontro coi sindacati
Giorgia Meloni incassa una prima apertura alle misure sul cuneo fiscale da parte di Cgil, Cisl e Uil, sia pure con sfumature diverse. Dopo un primo momento di forte contrapposizione, la premier durante l'incontro cambia i toni cercando un confronto più dialogante con i suoi interlocutori. Al segretario della Cgil Maurizio Landini, che l'aveva criticata insieme a quello della Uil Pier Paolo Bombardieri per avere convocato il Cdm il giorno della festa dei lavoratori con l'obiettivo di voler oscurare i tradizionali comizi sindacali, la premier ha risposto: "Non è una mancanza di rispetto un Cdm il primo maggio per tagliare il costo del lavoro. È un segnale e mi sarei aspettata un 'bravi'. Era un modo per dire 'ci siamo e ci siamo tutti', una mano tesa, un tentativo di dialogare e di lavorare insieme, perché sul taglio del cuneo fiscale credo che siamo d'accordo". Luigi Sbarra evita la polemica diretta e apre più nettamente al dialogo auspicato da Palazzo Chigi: "Considero veramente importante, utile questo incontro di stasera, se veramente riuscirà a determinare un nuovo cammino di dialogo sociale, di confronto e di condivisione", dice il leader della Cisl, lasciando Palazzo Chigi. Un varco che rompe l'iniziale compattezza dei tre sindacati confederali. Anche nel merito, con Sbarra che sospende il giudizio e Bombardieri che non parla più di bocciatura totale delle misure. Resta la chiusura di Landini, per il quale ci sono ancora tutte le ragioni per una mobilitazione contro il pacchetto complessivo dell'esecutivo.