le dichiarazioni
Il partito di Macron critica Meloni sui migranti. La premier: "È un problema di consenso interno"
A pochi giorni dalle polemiche accese dal ministro degli Interni Darmanin, oggi è il numero uno di Renaissance a rincarare la dose: "La politica di Meloni è ingiusta, disumana e inefficace". La risposta della premier in viaggio a Praga
"La politica di Meloni è ingiusta, disumana e inefficace". Da Parigi casca su Roma un altro giudizio netto, e molto duro, sulle politiche migratorie del governo italiano. Questa volta a pronunciarlo è Stéphane Séjourné, capo di Renaissance, il partito di Emmanuel Macron, e presidente del gruppo centrista Renew Europe al Parlamento europeo. Le sue parole sono riportate dal Figaro in un articolo pubblicato oggi.
Ancora una volta l'attacco è a doppio taglio: si punta a Giorgia Meloni per colpire Marine Le Pen. "L’estrema destra francese prende come modello l’estrema destra italiana. Bisogna denunciare la loro incompetenza e la loro impotenza. Meloni fa molta demagogia di fronte all’immigrazione clandestina: la sua politica è ingiusta, disumana e inefficace", dice Séjourné.
La tesi dell'articolo è chiaro fin dal titolo: "Macron utilizza Meloni come spauracchio anti Le Pen". A un anno dalle elezioni europee, il presidente francese vuole tracciare una decisa divisione tra il suo blocco di centro e quello nazionalista, spiega il Figaro. E anche se Le Pen ha sottolineato le differenze che la separano da Meloni, sostenendo che non è sua "sorella gemella", il Rassemblement National riconosce una certa affinità di vedute sull'immigrazione con Fratelli d'Italia.
Il tema sta diventando ricorrente in Francia. La settimana scorsa le parole del ministro dell'Interno Gérald Darmanin hanno fatto scoppiare un caso diplomatico: Meloni, "alla guida di un governo di estrema destra scelto dagli amici della Le Pen, è incapace di gestire i problemi migratori per i quali è stata eletta". Il ministro dell'Esteri Antonio Tajani, in seguito a questa dichiarazione, ha cancellato un incontro con la sua omologa francese e chiesto le scuse dell'Eliseo, che di fatto non sono mai arrivate.
Ma mentre Parigi minimizza, a Roma i toni sono diversi. La stessa premier ha commentato la vicenda da Praga, dove è in viaggio oggi: “Evidentemente - ha detto ai cronisti - hanno qualche questione interna da risolvere, non con noi. Hanno un problema di tenuta del consenso da affrontare”. E ha aggiunto: "Credo che si utilizzi la politica degli altri governi per regolare i conti interni. Non mi sembra una cosa ideale sul piano della politica e del galateo, però ognuno fa le scelte che vuole". A chi le chiedeva se ha mandato un messaggio a Macron, Meloni ha risposto: “No, non mi interessa. Mi preme di più sapere cosa dicono gli italiani”. Lunedì da Ancona aveva detto: "Consiglio prudenza sul fatto di utilizzare altri governi per regolare i conti della politica interna, perchè è una cosa che normalmente non si fa".
Sejourné non è nuovo alle posizioni espresse oggi sul Figaro. Già venerdì scorso aveva dato ragione a Darmanin. Su Twitter ha scritto: "Gérald Darmanin ha avuto ragione a denunciare l'incompetenza e l'impotenza dell'estrema destra europea di fronte all'immigrazione clandestina. Sapevamo che il loro approccio non è né giusto né umano: constatiamo oggi che è anche inefficace".
Equilibri istituzionali