"Servono gesti di umanità", dice il Papa a Zelensky. Mattarella e Meloni ribadiscono il sostegno italiano a Kyiv
"Siamo pienamente al vostro fianco", dice il capo dello stato. "Lavoriamo per l'ingresso di Kyiv nell'Ue", ripete la premier. Quaranta minuti di colloquio con Francesco: nessun accenno ufficiale a una possibile tregua
"Pienamente al vostro fianco", scandisce Sergio Mattarella. "Continueremo ad assicurare il nostro sostegno", ribadisce Giorgia Meloni. E' il giorno di Volodymyr Zelensky a Roma. E' il giorno della conferma, da parte dell'Italia, del suo supporto alla causa ucraina. Sia sul fronte militare, sia su quello diplomatico. In particolare, la presidente del Consiglio ci ha tenuto a rinnovare l'impegno di Palazzo Chigi nelle procedure di adesione di Kyiv all'Ue, seguendo una linea tracciata per primo da Mario Draghi, anche a dispetto delle perplessità di Francia e Germania. Ma è anche e soprattutto il giorno, ovviamente, del colloquio tra Zelensky e il Papa.
Un incontro, quello con Francesco, che il presidente ucraino cercava da molto tempo, e dal grande valore diplomatico e simbolico. E' durato circa quaranta minuti, nel corso dei quali, riferiscono dalla Sala stampa vaticana, si sono affrontatai temi "riferibili alla situazione umanitaria e politica dell'Ucraina provocata dalla guerra in corsa". Bergoglio ha assicurato a Zelensky "la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall’invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno". Entrambi gli interlocutori, si legge ancora nel dispaccio diramato da Oltretevere, "hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione". Il Papa, inoltre, "ha sottolineato in particolare la necessità urgente di gesti di umanità nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto". Nessun accenno, almeno nei resoconti ufficiali, alla possibilità di una tregua.
La giornata romana di Zelensky è iniziata però al Quirinale, in mattinata. E' lì che lo ha condotto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dopo averlo accolto in aeroporto. Picchetto d'onore, inni nazionali suonati nel cortile centrale: tutti i riti che si convengono a un alleato. "Per l'Italia è un onore averla qui a Roma", ha esordito Mattarella. "Sono lieto di incontrarla nuovamente dopo il nostro incontro di oltre tre anni addietro, anche se la condizione che voi state affrontando è ben diversa". Quindi, la rassicurazione: "Noi siamo pienamente al vostro fianco, benvenuto presidente".
Dopo l'incontro col capo dello stato, il presidente ucraino, maglione nero e pantalone verde militare, si è recato a Palazzo Chigi. Qui, ad attenderlo per un pranzo diplomatico, Giorgia Meloni. Che, stando a quanto si apprende, oltre ad aver ribadito la convinzione del governo nella necessità di sostenere anche militarmente la resistenza ucraina fino al raggiungimento di un pace giusta, ha garantito l'appoggio italiano nelle trattative europeeo. "L’Italia sin dall’inizio è stata in prima linea per l’attribuzione all’Ucraina dello status di candidato all’Unione Europea - ha detto la premier - e continuerà ad assicurare il suo appoggio per facilitare la progressiva integrazione di Kiev che sta combattendo per la difesa dei valori europei di libertà e di democrazia ed è un avamposto della sicurezza del Continente europeo".
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