Romanzo comunale
Amministrative, la maionese (dem) impazzita a Bisceglie
Al ballottaggio nella città del nord barese non andrà il candidato ufficiale del Pd, ma due vecchie conoscenze del partito. Le logiche fluide dell’emirato pugliese spiegate a Elly Schlein e non solo
La politica come maionese impazzita nella città una volta nota per il manicomio (chiuso con la Basaglia) o come si dice al sud “delle persone più vicine a Dio”: questo è il quadro che emerge dal voto amministrativo di Bisceglie, comune adriatico del nord Barese che ha dato i natali al capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia. Qui la campagna elettorale amministrativa ha registrato dei profili mimetici per i candidati alla conquista della fascia tricolore davvero fuori da ogni schema. Questa la ricostruzione del romanzo comunale terminato con il ballottaggio tra il sindaco uscente Angelantonio Angarano (ex Pd ora civico) e Francesco Spina (ex Pd emilianista anche lui, ora con il centrodestra). Il centrosinistra ufficiale aveva schierato l’avvocato Vittorio Fata, nel Pd dal 2017, ma prima tra i fondatori di Forza Italia in città. Il centrodestra? Ha puntato su l’ex sindaco Francesco Spina, passato dai conservatori al Pd, sempre nel 2017, per accomodarsi alla corte dello sceicco Michele Emiliano e fare da candidato dem alle politiche nel 2018, salvo adesso tornare a destra con un profilo civico.
Tutto qui? No. Il sindaco uscente, Angelantonio Angarano, è un civico ma ex Pd, già vicino a Francesco Boccia: nella sua coalizione c’è l’ex eurodeputato di An-Pdl Sergio Silvestris, nelle liste ci sono tanti ex meloniani (e Forza Italia trasformata nella civica “Il Torrione”). Il mosaico pazzo non è finito. Si completa con la sinistra-sinistra, che qui aveva come porta-bandiera un altro ex primo cittadino, Franco Napoletano, già dirigente del Partito comunista dell’accademico Oliviero Diliberto, nonché amico del leader palestinese Yasser Arafat, invitato anche per un evento nell’anfiteatro locale per il Festival del Mediterraneo. Alla fine, tra quindici giorni, i biscegliesi torneranno alle urne per il ballottaggio con un possibile forte mal di testa per la confusione identitaria generale. E per orientarsi tra i duellanti, avranno bisogno di un modernissimo gps, tarato sulle discrasie della pazza politica emiratina pugliese. E di una bussola avrà bisogno anche Elly Schlein o un leader di centrodestra alla ricerca di ortodossia, per comprendere, stante le trame da suk del tacco d’Italia, come qui il “campo largo” possa avere la forma di un mappamondo…