Oltre l'estetica
Schlein non vuole domande sulla surrogata e sulla fidanzata. E c'è un motivo
Durante l’intervista con Repubblica, lo staff della segretaria ha rifiutato alcuni argomenti: persino l’armocromista sembrava troppo audace. Il suo è un caso che sarebbe piaciuto a Marshall McLuhan
Ella, anzi Elly, a volte parla come Nichi Vendola, quello dell’omonima rubrica satirica “Nichi ma che stai a di’?”, ma poi sempre si comporta come Nicola Zingaretti ed Enrico Letta. Sicché ogni qual volta qualcuno come Enrico Borghi o Carlo Cottarelli ha lasciato il Pd accusandola di “eccessivo radicalismo” o addirittura di estremismo, siamo stati noi a essere avvolti da un estremo stupore. E infatti siamo convinti che ella, ovvero Elly, cioè Schlein, faccia politica travestita da paracadutista, ma che alla fine si lanci sempre dal pianterreno. Prendiamo spunto adesso dal lungo colloquio pubblicato ieri da Repubblica, bontà sua. Tra le domande alle quali sostanzialmente la segretaria del Pd non ha risposto, o quelle alle quali ha risposto con la voce di Letta o quelle che lei infine non ha voluto nemmeno che le venissero fatte, viene forse fuori il ritratto di una magnifica anguilla democristiana. Altro che partito nuovo e “scintilla della Rivoluzione d’ottobre”, come diceva il vecchio Bettini.
Per prima cosa, il lettore deve sapere che lo staff di Schlein ha rifiutato preventivamente tre argomenti che Repubblica le aveva sottoposto tra gli altri: la maternità surrogata, i diritti Lgbt assieme alla fidanzata Paola, e la storia dell’armocromista. Niente domande su questi argomenti, ha chiesto Schlein. Una decisione sintomatica, ci pare, della volontà di comunicare, come uniche cose chiare (all’incirca), quelle in totale continuità con la precedete gestione del Pd: dall’economia alla guerra fino al Pnrr. Persino le critiche al vecchio Pd, d’altra parte, quando ci sono, nel discorso di Schlein non sono mica rivolte ai viventi, come si suol dire. Anche perché “i viventi”, quelli che negli ultimi anni hanno comandato il Pd conducendolo dal governo Conte a quello Draghi, sono tutti con lei. Da Dario Franceschini a Francesco Boccia. Le critiche sono solo per Matteo Renzi. Insomma per lo strapassato remoto del Pd.
E allora Schlein non parla di utero in affitto, non vuole parlare di politica queer, persino l’armocromista le deve sembrare troppo audace, sicché alla fine, se ci si aggiungiamo anche gli argomenti sui quali accetta le domande ma non dà le risposte (tipo il termovalorizzatore di Roma) viene da sospettare una delle seguenti cose. O Schlein ha paura di dire ciò che pensa, o forse Schlein non pensa quello che tutti pensano che lei pensi. Ovvero ciò che comunica la sua estetica non corrisponde al suo contenuto. In definitiva ella, cioè Elly, è probabilmente un caso che sarebbe piaciuto a Marshall McLuhan quando teorizzava che il medium è il messaggio. Ma che succede se dentro a una bella bottiglia di Sassicaia ci metti il solito Tavernello? Prima o poi qualcuno che capisce di vino se ne accorge, e fa una denuncia ai Nas.