Trudeau sbaglia a paragonare l'Italia all'Ungheria sul tema dei diritti Lgbt. Ci scrive Aurelio Mancuso
Il governo italiano è formato da partiti che, in parte, propagandano sentimenti omonegativi e che non hanno nei loro programmi iniziative di sostegno all cittadinanza lgbt, ma l’attacco del presidente canadese è un’indebita ingerenza negli affari interni di un paese democratico. E non aiuta l'inclusione
Pubblichiamo l'intervento di Aurelio Mancuso, ex militante del Pci, poi dirigente nazionale dei Ds e infine del Pd e presidente dell'Arcigay dal 2007 al 2010
L’attacco del premier del Canada, Justin Trudeau al governo italiano, per le modalità e il contesto in cui è avvenuto, è clamoroso e assolutamente negativo non per la presidente del Consiglio, ma per l’Italia. L’attuale governo di destra non è amico dei vissuti e delle aspirazioni delle persone lgbt, non ha alcuna intenzione di proporre riforme che aumentino i diritti civili e nemmeno sociali; molti suoi esponenti sono apertamente avversi a promuovere strumenti attivi di tutela. I partiti che compongono la maggioranza dell’esecutivo, con varie intensità, non solo non hanno nei loro programmi iniziative di sostegno della uguale cittadinanza lgbt, ma alcuni di loro, in ambito locale e nazionale si distinguono nel propagandare sentimenti omonegativi, e persino omolesbobitransfobici.
Detto tutto questo, paragonare il governo italiano a quello ungherese e di altri paesi, dove sono state approvate norme apertamente discriminatorie (come contenuto in una recente Risoluzione del Parlamento Europeo), è un madornale errore, che tra l’altro non aiuta le battaglie di inclusione portate avanti da movimenti non solo Lgbt. Quel che più impressiona e rende pretestuosi questi attacchi di istituzioni europee e di stati occidentali, è che non si criticano, gli enormi ritardi italiani rispetto alla piena uguaglianza di accesso all’istituto matrimoniale, alle adozioni, alla revisione della normativa sul riconoscimento della riattribuzione del sesso, ma ci si concentra sul tema delle trascrizioni dei genitori di intenzione nei certificati di nascita dei bambini nati da fecondazione assistita o da maternità surrogata. Sul tema la Corte Costituzionale e la Cassazione si sono pronunciate con chiarezza, anche distinguendo nella casistica. L’automatismo della trascrizione all’atto della nascita dei genitori non biologici (vietato da sempre anche per le coppie etero), viola l’attuale ordinamento, e può esser risolto attraverso il ricorso dell’istituto della adozione speciale. Si tratta di percorsi estenuanti e costosi? Si intervenga con una normativa più adeguata, che sempre deve avere al centro i diritti del minore e non le richieste degli adulti.
L’attacco di Trudeau piuttosto di quello del Parlamento Europeo, è un’indebita ingerenza negli affari interni di un paese democratico, pienamente appartenente alle istituzioni internazionali, ancorché sovrano in queste materie, così come stabilito dai Trattati Ue. Se si vuole aiutare le persone Lgbt italiane a conquistare nuovi diritti, li si sostenga (come in passato hanno fatto amministrazioni degli Stati Uniti, e di altri paesi), con campagne, aiuti concreti, gesti di vicinanza. Fino a prova contraria, nonostante siano per esempio necessarie norme contro le discriminazioni e le violenze (il cui iter è fallito non certo per colpa della destra italiana), l’Italia non è l’Iran o l’Ungheria, e questo è dovuto al fatto che decenni di lotte dei movimenti di liberazione sessuale, hanno determinato un’adesione sociale e culturale del popolo italiano, rispetto all’uguaglianza e le specificità delle persone Lgbt che agiscono nel nostro paese.
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