passeggiate romane
Pd e M5s bisticciano sui ballottaggi, Renzi ci prova anche con Lupi
L'ex premier rinuncia a eventi congiunti con Schlein, che gli sta erodendo consensi. E intanto nel Terzo polo il leader di Italia viva sogna un allargamento ai centristi di Noi con l'Italia
Al Nazareno appaiono meno speranzosi della settimana scorsa rispetto ai ballottaggi delle elezioni comunali. Il M5s si fa desiderare e nei territori dove è stato richiesto il suo appoggio sta alzando il prezzo. Da parte sua Giuseppe Conte è scomparso dai radar del Pd e sembra intenzionato a non fare nemmeno un’iniziativa insieme a Schlein in quest’ultima settimana di campagna elettorale. Neanche a Brindisi dove Pd e M5s sostengono lo stesso candidato, scelto proprio dall’ex premier. Conte è convinto che Schlein gli stia togliendo un 1,2 per cento di consensi, perciò non ha nessuna intenzione di instaurare un rapporto con la leader dem. Anzi, l’ex premier sta studiando le prossime mosse proprio con l’intenzione di mettere in difficoltà il Pd, che ormai ai suoi occhi è diventato l’avversario da abbattere ben più di quanto lo sia Meloni, con la quale invece i rapporti, dietro i riflettori, sono più che buoni.
I sondaggi, quelli riservati e non sbandierati, lasciano intravedere qualche problema per la segretaria. Una fetta dell’elettorato dem è più che perplessa rispetto al nuovo corso del Pd. Quella fetta, per intendersi, che non rappresenta il popolo dem, ma che spesso e volentieri ha votato Pd: pesano certe scelte eccessivamente movimentiste di Schlein che non convincono tutti. La leader dem, che non è certo una novellina, lo ha capito. Anche per questo ha imposto la “mordicchia” alla maggior parte dei suoi nuovi dirigenti che non provengono dal Pd. Sandro Ruotolo, dopo l’incidente sfiorato con Roberto Gualtieri sul termovalorizzatore di Roma, parla meno. La responsabile Ambiente, Annalisa Corrado, ha smesso di criticare il termovalorizzatore. Le sardine Santori e Cristallo se non tacciono poco ci manca… Per il resto calma piatta, perché così ha deciso la segretaria.
Certo, occorre dire che anche volendo non sarebbe facile andare contro i desideri di Elly Schlein. Un mese dopo essersi insediata alla segreteria infatti, la leader dem ha impartito un ordine di scuderia a tutti i suoi: nessuna intervista ai giornali senza ricevere il beneplacito del Nazareno. Anzi di più, nella maggior parte dei casi (fanno eccezione ovviamente i big del partito) è stato chiesto ai dirigenti dem di non fare interviste di propria iniziativa ma di fare in modo che sia lo stesso Nazareno a dire ai giornali quale esponente del Pd possono intervistare su un determinato argomento. Un sistema fortemente centralizzato che sta creando più di un malumore.
Nel Terzo polo intanto ognuno va per conto suo. E quello che più di tutti va per conto proprio è, nemmeno a dirlo, Matteo Renzi, che in questo periodo, all’insaputa di un sempre più sconfortato Carlo Calenda, ha aperto una trattativa anche con Maurizio Lupi. Il presidente di Noi moderati vorrebbe traghettare in modo soft l’ex premier nel centrodestra. Ma Renzi ha un altro progetto: convincere Lupi a fare una grande formazione dei moderati che per ora non si allea con nessuno e che si presenta alle europee per contarsi…