Il caso
"Bonaccini commissario". Il fronte dei governatori chiede la nomina
Anche il governatore siculo di FI Renato Schifani a favore: "E' la persona più adatta". Ma la Lega tiene il punto: "Bonaccini ha già troppi ruoli". E spunta una bozza di decreto che spaventa i governatori, ma palazzo Chigi smentisce
“Questo governo apparentemente parla di autonomia e invece nei comportamenti è molto centralistico, dal Pnrr alle emergenze, come dimostra questa impuntatura inspiegabile su Bonaccini”. Eugenio Giani, governatore della Regione Toscana si aggiunge, senza farsi troppo pregare, al lungo elenco di governatori (principalmente di centrodestra) che da giorni ripetono che la persona giusta per occuparsi della ricostruzione, dopo l’alluvione che ha devastato l’Emilia-Romagna, sia il collega, presidente della Regione e del Pd, Stefano Bonaccini. Nei giorni scorsi lo avevano detto il forzista governatore della Calabria Roberto Occhiuto, il presidente della Ligura Giovanni Toti. E, seppur con toni più sobri, il leghista Luca Zaia.
Meloni, due giorni fa, aveva in qualche modo rimbrottato i governatori: “Ci sono ancora i funerali delle persone. Il mio principale problema è non chi spende i soldi, ma trovarli”. Ciononostante il coro dei presidenti di Regione pro Bonaccini è proseguito anche ieri. Non solo i dem Giani e De Luca (“La demagogia già diventa prevalente rispetto alla necessità di interventi rapidi”). Lo ha sostenuto anche il presidente forzista della Sicilia Renato Schifani: “Bonaccini conosce il territorio, può garantire velocità e capacità decisionale”. E parlando con il Foglio lo ripeteva anche Riccardo Riccardi, assessore alla Protezione civile della giunta friulana di Massimiliano Fedriga: “Per quel ruolo il presidente di Regione è la persona più adatta”. La difesa di Bonaccini non è solo empatia istituzional-sindacale tra amministratori regionali, stima per un collega che per sei anni ha presieduto la conferenza della Regioni, ma anche il timore che la sua mancata nomina in Emilia-Romagna possa creare un precedente, interrompere una prassi che negli ultimi anni si stava consolidando: quella di scegliere come commissari straordinari gli amministratori locali. Non solo i governatori, come insegna la ricostruzione del Ponte Morandi, gestita dal sindaco di Genova Marco Bucci.
A questo si aggiunge un’altra cosa. Circola una bozza di un dl Ricostruzione che preoccupa i presidenti. Palazzo Chigi smentisce, ma il documento intanto viaggia di chat in chat. E’ un provvedimento che delinea regole generali per “la ricostruzione post-calamità” considerate di “rilievo nazionale”. Nell’articolato si legge che il commissario del governo alla ricostruzione viene scelto “tra soggetti dotati di professionalità specifica e competenza manageriale per l’incarico da svolgere, tenuto conto della complessità e rilevanza del processo di ricostruzione”. Delinea, in pratica, la figura di un tecnico. “Se i commissari li riportiamo a Roma con figure tecniche – dice il presidente della Toscana Giani –riduciamo l’efficacia di questa figura. I governatori sono più adatti perché conoscono il territorio e l’amministrazione”.
Decreto a parte, è noto che la Lega e un pezzo di FdI non voglia assolutamente la nomina di Bonaccini. Il parlamentare leghista Iacopo Morrone, che si è fatto portavoce di questa battaglia, anche ieri ribadiva in tv i suoi argomenti: “Il governatore è già commissario per la ricostruzione e presidente del suo partito, mi sembrano già molteplici incarichi. Dal mio punto di vista, ci vorrebbe una persona che si possa dedicare a questo 7 giorni su 7. Anche perché ci sono in passato anche responsabilità oggettive per chi ha amministrato quel territorio”.
La questione è politica. Qualcuno a destra ieri ricordava quando nel 2020 l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte (nella versione rossogialla) sostituì il geologo Piero Farabollini come commissario straordinario alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del centro Italia del 2016, per nominare Giovanni Legnini, che un anno prima aveva perso le elezioni abruzzesi con il Pd. Gli argomenti hanno cominciato a sortire i loro effetti. Tanto che il presidente ligure Toti ieri ha parzialmente ritrattato il suo sostegno a Bonaccini. Intervistato su canale 5 ha detto: “Mentre il commissario per l’emergenza deve essere per forza il presidente della Regione perché ha le competenze sulla Protezione civile, sulla ricostruzione si vedrà”.