Viale Mazzini
Rai gruviera: sostituire Fazio e Annunziata non è facile. La corrida dei vicedirettori
Ascolti alti e pubblico affezionato, ora l'ad Rai deve coprire le uscite di Rai 3. Nelle redazioni è già partita la corsa per le promozioni. Giuseppe Conte spadroneggia
La sbornia, il sonno, l’emicrania. Dopo Rai Fiume è Rai pagina bianca, ma anche Rai gruviera. Fazio amore ciao, Annunziata adieu. Arriva un momento in cui il grande direttore di destra Rai deve duellare con il foglio intonso. E’ come nei giornali quando tutti sono in ferie: “E oggi chi scrive? Ma sa scrivere?”. Fazio faceva ascolti bumbum (13.6 per cento) e Annunziata (Ann.) ben 8.2 per cento. Maggioni al posto di Ann. è una ipotesi. Myrta Merlino un’altra. Pino Insegno, si sa, può fare tutto, anche la moka. La domanda adesso è : “E mo’ chi ce mettemo?”.
La festa per la nascita di Rai Fiume, la Rai di Meloni, si è protratta fino alle cinque del mattino. Alle 6, il nuovo direttore del genere Rai Approfondimento, Paolo Corsini, si alzava dal letto, come lo scrittore americano Fitzgerald, e realizzava che, da lui, il mondo si aspetta ora il capolavoro dell’informazione. Significa: dacci il bestseller. Annunziata era la Grande Gatsby della domenica pomeriggio. Diciotto anni di feste a Mazzini, la sua Long Island, con falce, martello, babà, e la sua squadra di collaboratori er Jedi. Dava però notizie, urca! Corsini può benissimo sperimentare, ma si sa come funziona. Si sperimenta, e però, per arrivare al successo, servono anni (Fazio vent’anni). E’ vero che poi provano a copiarti tutti, riciclano i lacerti di idee, ma di Ann., la sanguigna Ann., ce n’è una sola.
In FdI aggiungono: “E per fortuna, altrimenti sequestrava anche la striscia di domenica notte”. Ann., intercettata al Festival dell’ Economia di Trento, dal tenace Nino Luca, inviato del Corriere, si muove già come Elly Schlein. Dichiarava: “Non parlo. Ho scritto una lettera”. Al che, il grande Luca: “Ma non si è mai vista una giornalista che non parla a un collega”. Nino Luca, si candida, di fatto, ad avere almeno una striscia di due minuti su Rai 3. E’ sicuramente Premio èggionnalismo 2024, il nuovo premio del governo Meloni (per punizione, Fazzolari ha deciso che Nino Luca sarà premiato da Gad Lerner). I pontefici del Pd, i poteri forti, garantiscono che Annunziata si candida. Arcisicuro. Ma torniamo a Rai gruviera. Dunque, alzatosi, dal letto, Corsini, il Fred Buscaglione Rai, compulsava le bozze del nuovo romanzo Annunziata e Dannati. Roberto Sergio, l’ad Rai, che ora è più esigente dell’editore Giulio Einaudi, vuole che la sua nuova Rai 3 esordisca con qualcosa che garantisca ascolti.
Già ieri, Fiorello gli ha fatto, con Amadeus, uno scherzo mica male: “Amadeus se ne va e non condurrà Sanremo”. Sergio: “Macchè. Stiamo lavorando insieme”. Sergio e Amadeus, a questo punto, si baceranno all’Ariston nel 2024, come Fedez e Rosa Chemical. Ma la gruviera resta gruviera. Crudele, pagina bianca. Maggioni sarebbe perfetta per sostituire Ann., ma monna Monica la tv la conosce. Prima di sorridere, ed essere Gioconda su Rai 3, vuole pensarci un po’. Lei preferisce la seconda serata, con l’ermellino, di Rai 1. Al solito, in soccorso, chi ti arriva? E’ sempre Giuseppe Conte, che ormai fa l’agente televisivo. La sua agenzia Discovery5s è meglio della Itc di Beppe Caschetto e l’Arcobaleno3 di Lucio Presta. Conte propone: “Perché non provate con Costamagna e Poletti?”. Sponsorizza pure i vari Alberto Matano (che è già quota Sergio) Peter Gomez e inoltre, Conte, ha già Bruno Luverà, vice del Tg1. Non solo. C’è un’amica che per Conte si è candidata alle elezioni regionali del Lazio. E’ Donatella Bianchi, a cui è già stato riconsegnato il programma Linea blu e che attende una promozione, come minimo, a vice di genere. Conte stravede pure per Roberto Gueli, vicedirettore del Tgr, e lo vuole vice a Rai Sport. Il M5s, in Rai, sta a capire tutto. Altro che Pd. Alessandro di Majo, il membro Rai del cda, conta più di Stefano Patuanelli, ex ministro.
La Talpa d’Italia, giornalista Rai, oggi ronfa malgrado la terza moka. Non vuole saperne e rimane sotto le coperte: “Svegliatemi solo se mi danno un programma”. E ovviamente non vi diciamo, nel cortile di Mazzini, che scene ci sono. C’è un giornalista che segue il governo che si esercita nel triplo salto carpiato: Pd, M5s, FdI. Vuole la carica da vicedirettore perché come Celiné, nel suo Guerra (Adelphi), dice che lui, per Giorgia, è rimasto in trincea, a est, sotto “la poltiglia d’obice bella triturata dei colleghi che lo insolentivano. Ci sono ben 50 posti da vicedirettore in gioco. Al Tg1, quelli che piacciono al nuovo direttore JeanMarc Chiocci sono i silenziosi ma di fatica, come Sonia Sarno. Al Tg2 la situazione è più complessa. I giornalisti che hanno dovuto seguire tutti i corsi di filosofia, dell’ex direttore del Tg2, Sangiuliano, hanno capito che “non c’è Benedetto Croce per gatti”. Nelle retrovie si è invece formato il gruppo di lotta “Promozione Continua”.
Sono i giornalisti Rai che chiedono l’abolizione del caporedattorato. Sognano il grado da vicedirettore. Francesca Oliva e Marco Betello al Tg1, Migliorelli al Tg2, Francesco Marino si vede già vice di Pionati al Gr radio. Ma cosa volete che sia? In silenzio, Andrea Vianello (Elly, dove sei?), un professionista che lavora in Rai, da quarant’anni, che quest’anno è pure andato in Ucraina, viene allontanato, (e senza ragione) a Rai San Marino. Viene scacciato sul Monte Titano, lui che è il più titano di tutti. Non sarà lasciato solo. Agli spettatori liberi e forti facciamo infatti un appello perché, uniti insieme, propugnino, “nella loro interezza gli ideali di una pace Rai giusta e durevole”. Più di Fazio e dell’Annunziata, Vianello è la nostra bandiera. A nome di tutti gli scacciati della terra domandiamo dunque l’adesione all’unico partito di sinistra. Oggi nasce ufficialmente Vianello è Libertà.