Il caso
Il flop di Brindisi è un duro colpo per il trio Boccia-Emiliano-Schlein
Il centrodestra espugna la "Stalingrado di Puglia". Qui si sono sfidati il centrodestra moderato e sviluppista contro i giallorossi dei no. Il risultato è una lezione per tutti
Brindisi era forse la più impensabile delle vittorie per il centrodestra, il fortino più difficile da espugnare nella “Stalingrado di Puglia” dove solo due anni fa Michele Emiliano riconfermava il suo potere battendo l’attuale super ministro Raffaele Fitto. Con quella che il governatore chiama “la coalizione dei pugliesi” che unisce tutti i suoi fedelissimi indipendentemente dal colore politico, e con cui controlla la maggior parte dei comuni del tacco. Compreso Brindisi, fino a ieri. Dove per sigillare l’alleanza con i 5 stelle Emiliano, con il Pd al rimorchio, ha scaricato il sindaco uscente Riccardo Rossi, a cui ha garantito la maggioranza fino all’ultimo giorno, preferendogli la candidatura di Roberto Fusco, l’avvocato emulo di Giuseppe Conte famoso per aver fermato il rigassificatore che la British Gas voleva realizzare a Brindisi negli anni 2000. Il centrosinistra ha perso clamorosamente contro il centrodestra unito insieme al terzo polo che ha guadagnato il 54% al ballottaggio. Pino Marchionna, un vecchio socialista di Forza Italia, dopo 30 anni è tornato sindaco di Brindisi. Era il 1991 quando da primo cittadino a braccia aperte accolse i 25 mila albanesi che sbarcarono in una sola notte. Molti di loro, nel frattempo diventati cittadini brindisini, ieri lo hanno votato riconoscenti, simbolo di un centrodestra illuminato e accogliente. A Brindisi per la campagna elettorale era sceso mezzo governo, compreso, l’ultimo giorno utile, Raffaele Fitto che per l’unità del centrodestra ha dovuto rinunciare al suo candidato. Ma per vincere era necessario aprire il campo, aveva detto Mauro D’Attis, parlamentare brindisino di Forza Italia, vero artefice di questa vittoria. Un campo che ha coinvolto anche il terzo polo, che in Puglia non può proprio andare col centrosinistra, né con Emiliano né con nessuno dei suoi figliocci che non hanno il coraggio di liberarsi di un modello di governo, e di politica, succube di un populismo ormai in declino. Il famoso “modello Puglia” disegnato da Francesco Boccia e Michele Emiliano con l’alleanza tra Pd e 5stelle, dove non si capisce chi sia più grillino. Le ferite di questo modello squarciano i 21 milioni di ulivi bruciarti dalla xylella, mentre la forza dei riformisti all’epoca al governo del paese ha consentito di non cedere agli insulti di quel populismo che non voleva fare arrivare gli 8 miliardi metri cubi di gas che col Tap ci hanno liberati dalla dipendenza da Putin. A Brindisi si sono sfidati il centrodestra moderato e sviluppista contro i giallorossi dei no. Il risultato è una lezione per tutti.