Roma Capoccia
Vince Carocci. Gualtieri finanzia le arene
Il presidente della Fondazione piccolo America rivendica la sfuriata: “E’ l’unica lingua che la politica capisce”
Sbattere i pugni sul tavolo paga. Alla fine, l’ha spuntata Valerio Carocci. Con una delibera di giunta approvata d’urgenza, il Campidoglio di Roberto Gualtieri concede alla fondazione piccolo America 250mila dei 300 mila euro richiesti per organizzare le arene estive a piazza San Cosimato, parco della Cervelletta e Monte Ciocci, nona edizione di quel Cinema in piazza che nacque dopo l’occupazione del cinema America grazie alla determinazione di Carocci e ai finanziamenti della Regione Lazio di Nicola Zingaretti. Ieri mattina proprio mentre la commissione Cultura, riunita d’urgenza dalla presidente dem Erika Battaglia votava il parere necessario a mandare in giunta il provvedimento, Carrocci presentava al cinema Troisi maratone, retrospettive e nomi forti di quest’anno. Darren Arnofsky e Giuseppe Tornatore su tutti. Sollecitato dai cronisti, il golden boy del centrosinistra romano rivendicava la sfuriata di venerdì negli uffici del sindaco, svelata sabato dal Foglio. “Non dovrebbe essere questo il metodo per ottenere le cose, ma è l’unico che ha funzionato per assicurare il rispetto delle tempistiche e far mantenere le promesse”, ha spiegato sottolineando come il putiferio a palazzo Senatorio sia stato “necessario” perché “questi sono gli unici metodi che la politica ascolta”.
La storia in fin dei conti è semplice. Fino allo scorso anno la maggior parte dei costi dell’evento venivano coperti dalla Regione Lazio (300 mila euro dalla presidenza, a cui si aggiungevano ulteriori risorse stanziate attraverso alcune agenzie regionali). Il costo complessivo era di 700mila euro (600 quest’anno). La nuova giunta regionale di centrodestra però, almeno fino ad adesso, non ha confermato quei finanziamenti. Stesso discorso per il ministero della Cultura. Per questa ragione lo scorso 31 marzo Carocci si è recato a palazzo Senatorio per un incontro con il sindaco Roberto Gualtieri al quale ha spiegato di non essere in grado di organizzare la manifestazione. Da lì l’impegno del Campidoglio ad aiutarlo. Qui le versioni divergono. Carocci sostiene che al Cinema in piazza fu promesso un finanziamento di 300 mila euro, a palazzo Senatorio parlano invece di un più generico impegno a garantire lo svolgimento della manifestazione. Il 23 maggio comunque sul tavolo dell’assessore Gotor arriva il progetto di Carocci con la richiesta di finanziamento. La delibera però non segue. Pochi giorni dopo, la sfuriata. Anche su questo punto i racconti non coincidono. Fonti capitoline raccontano che Gualtieri abbia dovuto minacciare di chiamare la forza pubblica per mandare via Carocci, ma lui ancora ieri smentiva questa versione. “Io sono salito e ho depositato il documento, non c’è stato nessun intervento della polizia”. Alla fine comunque, ecco i fondi.
“Le arene – rivendicava ieri Carocci – non sono nostre, non abbiamo mai chiesto fondi per il nostro festival. Abbiamo semplicemente chiesto di garantire nella città un’offerta culturale gratuita che è arrivata alla sua nona edizione, un festival di tutti e per tutti”. Il presidente della Fondazione piccolo America ha quindi attaccato: “Questo costante paternalismo che subiamo: i ragazzi del cinema America non ci sono più, c’è la fondazione piccolo America. Qualcuno – aggiunge forse si dimentica che con il cinema Troisi siamo la prima sala per biglietti venduti”. Proprio per questa ragione però in Campidoglio considerano il finanziamento di quest’anno un intervento straordinario, non replicabile l’anno prossimo quando, si dice, Carocci dovrà partecipare ai bandi dell’estate romana. Ci provarono già l’ex sindaca Virginia Raggi e l’assessore alla Cultura Luca Bergamo, ma non finì benissimo. Contestazioni e appelli del mondo del cinema, li costrinsero a ritrattare.
Intanto però con la delibera approvata ieri vengono stanziati anche 198 mila euro alla fondazione Cinema per Roma (l’ente che organizza la Festa del cinema) che allestirà due arene, uno al parco degli Acquedotti e l’altra, galleggiante, al laghetto di villa Ada, una parte ( 85 mila euro) andranno ad Alice nella città, la rassegna parallela al festival gestita da Fabia Bettini, sorella del dem Goffredo. Un primo passo per provare a riportare dentro le istituzioni le arene che hanno fatto grandi gli ex ragazzi del cinema America?