Epurato & più epurato
In Rai va in scena il cabaret Voltaire della purezza più pura che ci sia
Gli attempati se ne vanno da Viale Mazzini perché la politica è ingorda. Ricevono il benvenuto altrove, com’è sensato nei casi di successo e anche in quelli di mezzo, perché il mercato è il mercato
Pietro Nenni diceva notoriamente che “a fare il puro trovi sempre uno più puro che ti epura”. Saggezza romagnola e prettamente politica. Ora si assiste a uno spettacolo forse poco commendevole, però molto divertente. La guerra degli epurati. Attempati fratacchioni e auguste badesse se ne vanno dalla Rai perché la politica è ingorda. Ricevono il benvenuto altrove, com’è sensato nei casi di successo e anche in quelli di mezzo, perché il mercato è il mercato. Ma altri attempati profeti dell’epurazione non ci stanno. Protestano la loro condizione originaria e doc di epurati veri, contro le false vittime di un sistema accarezzato e confortevole negli anni duri del conflitto di interessi. Si tirano in ballo medaglieri, segnacoli, agenti di commercio per star, filtri protettivi che escludevano e affamavano i protomartiri, quando già governava la destra, che non è nuova all’eterno ritorno dell’identico, l’occupazione non abusiva del servizio pubblico (c’è una legge che innalza o abbassa Parlamento, partiti, governo alla testa della fabbrica televisiva di stato), occupazione da tutti e sempre praticata.
Che cosa si deve inferire dalle paginate del comico insubordinato che accusa di connivenza con il regime di ieri e forse anche di oggi i fratacchioni della più recente epurazione, un j’accuse punto per punto, quattrino per quattrino, contratto per contratto, a disdoro di compagni di lotta presunti fatti fuori dai potenti che insieme si doveva combattere, e così non fu? Che pensare di un vecchio Calvero della tv di denuncia, già biondo ora bianco, e della sua rivendicazione di primato fatta in tv, da Cairo, in nome di un famoso editto bulgaro di memoria berlusconiana? E se gli altri rispondessero che Calvero era stato ingaggiato da Mediaset? Che caos psicologico e morale, che diabolica infarinatura generale tra questi protagonisti del televisionismo degli stenterelli, da questi popolani sfortunati come la maschera fiorentina, perseguitati dalla giustizia e servitori poltroni di tutti i poteri, principalmente del loro.
Negli anni del berlusconismo, un infausto ventennio come avrebbe detto Cossiga, quel dissenso che altrove è carcere duro, tortura, emarginazione, ostracismo, divenne un’industria fiorente sui mercati, una girandola di opportunità varie con la sua creazione di mitologie, di scuole di giornalismo, di modi di essere flessibili e schiene spaventosamente immuni da scoliosi. Niente da eccepire, i mercati, si sa, sono cinici, non distinguono il bene dal male, fanno affari, e continueranno presumibilmente a farli anche con i confezionatori di cioccolatini per le masse o per l’audience, come preferite. Intanto, come diceva il presidente Mao, chi ha quattrini se la passa bene, e non c’è da fare gli schizzinosi visto che si tratta di professionisti. Resta con queste polemiche tra vittimismi incrociati un sapore acre di moralismo retrospettivo o retroattivo, io sì che ero sulle barricate quando tu eri in combutta con il nemico di sempre. Si scrivono dossier, contratto contro contratto, girotondo contro girotondo, e s’invecchia male coltivando non già il proprio giardino, son jardin, ma la propria aureola. E’ il cabaret Voltaire della purezza più pura che ci sia, senza tenere conto dell’ammonimento bonario e antimoralistico di Nenni e arrivando al culmine buffo di uno che è talmente epurato che alla fine arriva chi è più epurato e lo epura.