Viale Mazzini
Unomattina in Vigilanza Rai. La presidente Soldi contro tutti. Cade Agorà
In Vigilanza, la presidente Rai attacca i nuovi vertici della tv pubblica su parita di genere e debito. Il Pd perde un altro pezzo di Rai. Per Agorà in pole Ilaria D'Amico
Raipulé, mille culure. In Commissione di Vigilanza Rai, ieri, li hanno spalmati tutti. Rosa parità di genere, arancione pluralismo, verde sostenibilità, rosso deficit. Sembrava un quadro di Basquiat. Alle 8 di mattina, l’ad Rai, Roberto Sergio, generale Patton, e Giampaolo Rossi, il profeta, con la pipa nel taschino, facevano il loro esordio di fronte alla commissione delle commissioni. E’ stata Vigilanza Golden Gala. I giornalisti che si sono collegati, in diretta streaming, avevano gli occhi cisposi e infradito ai piedi. Si fa giornalismo come si può. Patton portava i gemelli e si è fatto cucire le iniziali sulla camicia, R.S. Che stiloso che era! Ha dichiarato che lui, per rispettare l’ambiente, ha “acquistato un’auto elettrica”. Patton è meglio di Greta! Ma non scivoliamo sulla benzina. Alle 9 di mattina avevamo già un titolo da offrire al vicedirettore grazie a Marinella Soldi, la presidente Rai che ammoniva la Rai: “Sulle nomine dei direttori di testata si è consumato uno strappo sulla policy di genere”. Alle 11 ci scriveva un membro della Vigilanza (din, din): “Al Foglio, lo posso dire. Ma se si è consumato uno strappo, lei, Soldi, che ci sta a fare? Perché non si dimette? Dalle mie parti si dice chi chiagne fotte a chi ride”. Non male, come modo di dire. Annotiamo. Alle 14, la notizia che ci sconvolgeva. Cade pure il fortino Agorà, di Rai3, condotto da Monica Giandotti. Dall’anno prossimo lei non ci sarà. Per la puzzola Rai, il giornalista di sinistra di viale Mazzini, è chiaramente la fine di ogni cosa: “E’ come aver perso Goffredo De Marchis a Repubblica, uno che leggevo sempre. Il più rigoroso di tutti”. Agorà era la caffetteria del Pd Rai. Ben due ore e mezza di trasmissione. Continua la puzzola: “Ma chi ospita Paolo Ciani? Flavio Alivernini, il portavoce di Schlein, se lo scorda adesso di mandare in video Davide Baruffi, Igor Taruffi, che come dice un autore: ‘Ma chi so’?’. Peppe Provenzano può tornare tranquillamente a occuparsi di questioni diplomatiche. I voti li prendono dal professore di Parigi o dalla casalinga di Roccalumera che guarda la Rai?”. Povera, puzzola. A Giandotti viene rilasciata la tessera di Vianello è Libertà, il partito dei parcheggiati Rai, l’unico vero partito progressista in Italia. Soldi, dirà la sua? Abbiamo telefonato alla Talpa Rai, il giornalista patriota, per capire. Ci ha fatto sapere che Giandotti “perdeva share” e che non verrà allontanata a Lipari, ma sempre su Rai3: “Aho’, noi siamo signori”. La Talpa spiega che su Agorà c’è un’operazione editoriale. Questa estate verrà condotta da Lorenzo Lo Basso “che farà ottimi ascolti, se si taglierà la barba”. In inverno, Agorà, verrà invece divisa in due parti. Al posto di Giandotti si fa il nome di Ilaria D’Amico, che ha ancora un anno di esclusiva con la Rai, ma pure quello di Lisa Marzoli. Non dimentichiamo mai Laura Tecce, che si dichiara meloniana pure quando va dal salumiere. A Manuela Moreno, altra giornalista del Tg2, verrà invece affidato Filo rosso. Di rosso, in Rai, ormai c’è solamente il debito che come lo illustra la presidente Soldi, veramente nessuno. Per oltre 35 minuti, sempre in Vigilanza, ci ha stordito con i suoi paroloni e con i suoi collegamenti. Sua intenzione è “trasmettere il suo senso d’urgenza”, per arrivare all’approvazione “a stretto giro del piano industriale”, proseguendo alla “dematerializzazione degli archivi”, senza dimenticare che il tema prioritario è raggiungere la parità di genere che “non è un tema mio ma un traguardo”, come “dimostra il caso di Giulia Tramontano”. Cosa c’entri la parità di genere, con un efferato delitto, davvero non si è compreso, ma nessun membro, eccetto Augusta Montaruli, di FdI, ha osato sfidare Soldi. La presidente si è lamentata del mancato rispetto, nelle trasmissioni Rai, del rapporto 50/50 ospiti uomini e donne. Di nuovo, il solito membro del cda, ci ha scritto: “Ma la presidente Soldi è la stessa Soldi, presidente da due anni, rimasta in silenzio di fronte ad altri strappi?”. Lo è. Evidentemente recita. Dispiace farglielo notare, ma a Carta Bianca, la trasmissione di Bianca Berlinguer, quella dove ospite era Elly Schlein, gli uomini erano sette e le donne cinque. Soldi, era forse a vedere il film di Bellocchio? Subito dopo Soldi ha preso la parola il generale Patton. Parla come Zaccagnini, porta un orologione alla vecchia maniera. Ha annunciato che oggi stesso chiama Giancarlo Giorgetti per capire meglio quali siano le sue intenzioni sul canone che “è il più basso d’Europa”. Ascoltate che prosa da orafo: “In assenza di cogenti” sarà “necessario individuare preventivamente misure di mitigazione”. Da signore come è, generale graduato, non ha voluto replicare, in quella sede, alle asprezze di Soldi, che tanto lo ferivano. Si è solo limitato a ricordare che il suo staff è tutto femminile. Milord, milord! Al momento delle domande su Annunziata, Fazio, il generale Patton ha spiegato che “Annunziata, purtroppo, ci ha privato della sua voce”. Ha perfino scherzato con il senatore Bergesio che ha chiamato Berghesio: “Sa, anche a me accade. Mi chiamano Sergio Bruno, non ho ancora capito perché”. Risate, risate. Bergesio si candida a diventare il nuovo Michele Anzaldi, anche se di Anzaldi ce n’è uno. Ha chiesto chiarimento sui 5 milioni spesi della Rai per i corrispondenti esteri. La Lega è sempre più la vera spina Rai. Maurizio Gasparri non si arrende e attende di sapere, ancora, quanto denaro ha speso Fazio. Ad Angelo Bonelli, l’unica cosa che interessava era la conferma di “Indovina chi viene a cena” (confermato). Alla fine, la modesta proposta (nostra). Non costa nulla, non occorre lo studio, parlano davvero tutti, comincia sempre alle 8. E se mandassimo in onda Unomattina in Vigilanza?