il seduttore totale

Berlusconi, l'uomo dei desideri

Annalena Benini

La mamma, la figlia e tutte le relazioni imprescindibili, anche maschili, di una vita fatta di conquiste, bramosie, ma soprattutto di potenti rapporti personali

L’enormità della vita di Silvio Berlusconi, l’enormità della sua morte, anche se a un’età ormai invidiabile (non per lui, che con la sua complicità abbiamo ritenuto immortale), fanno sì che tantissime persone abbiano incrociato e vissuto il suo mondo e ne abbiano ricordo, relazione, odio, innamoramento, fissazione e, come sempre, presunzione di avere capito tutto. Tutto dell’ambizione, della furia di conquista, della spaventosa allegria e anche tutto delle relazioni umane. Berlusconi ha avuto migliaia di relazioni, e a un certo punto non s’è parlato d’altro, ma io penso anche alle amicizie virili, ai consiglieri, ai miracolati, ai traditori, ai sudditi, ai famigliari, ai pianisti, agli amori, agli odiatori, agli invitati e agli imbucati.  

  
E a tutte le straordinarie conseguenze di quella sua straordinaria opera di seduzione. Procedeva per desideri, per azioni e per conquiste, non dimenticava un nome e non ammetteva gli errori, ma la sua esistenza è stata un lunghissimo, torrenziale, gigantesco incontro con gli altri. Gli altri come mondo, come subalterni in un gioco di potere, gli altri come corte dei miracoli, gli altri come scoperte, come concorrenti, come nemici. Gli altri come meteore di passaggio e come scocciatori, ma anche come punti fermi: il capitale umano fondativo. E tra tutte le (decine di) donne di cui bisognerà parlare, ridacchiare o scandalizzarsi per segnare la fine di un’èra, per ricordarci che adesso il mondo è davvero cambiato per sempre, penso che ce ne siano due che, dentro l’immensa parata, la grande passeggiata al sole o alla luce della luna dei rapporti berlusconiani, sono davvero il segno di chi è stato Silvio Berlusconi. Il segno di che cos’è una relazione imprescindibile, carica di ripercussioni e anche quindi di epica di una vita intera.

 

L’epica di Berlusconi (sfido chiunque a ridurla in farsa) non sarebbe la stessa senza sua madre, Rosa, e senza la figlia primogenita, Marina. La madre, nata all’inizio del secolo scorso, che gli diede le prime paghette facendogli lavare i piatti e lucidare il parquet del salotto, e che un giorno di ormai molti anni fa, durante l’età dell’oro, disse: “Come mamma, sono più orgogliosa del bene che mi vuole che di tutto ciò che fa”. Che gli ha ripetuto sempre quanto fosse bravo e intelligente e generoso con i compagni meno brillanti e meno fortunati, “la fatica non gli ha mai fatto paura” e che non soltanto per questo ricorda la madre di Philip Roth: per l’idea di famiglia oppressivamente affettuosa, carica di aspettative, di festeggiamenti e di ansie (“Soffro molto per le cattiverie che dicono sul conto di Silvio. Sto male internamente”), carica di desideri esauditi e di riconoscenze reciproche. E’ stato un vero grande amore novecentesco quello tra madre e figlio, e anche l’origine dell’amore, ricambiato, per tutte le casalinghe d’Italia, che sognavano un figlio così, sorridente, festoso, che non scordava mai di telefonare e di raccontare una cosa divertente, o di invocare un po’ di riposo e un piatto di pastasciutta. Rosa Bossi Berlusconi, quando uscì la lettera deflagrante di Veronica Lario, commentò: “E che siamo su Dallas?”. Sì, eravamo ancora su Dallas, mentre adesso tutti citano Succession  senza averlo visto, ma forse è più giusto restare su Dallas. Berlusconi non ha mai smesso di rimpiangere sua madre e di avere nostalgia di lei.

  
Rapporto fondativo con la mamma, rapporto fenomenale con la figlia più grande, Marina. Nata quando quest’uomo aveva trent’anni, e nel pieno anzi nello strapieno di energie cominciava ad applicare la forza della sua immaginazione alla realtà, a Milano, alla vita quotidiana, a un’idea di felicità che si è molto incupita e sformata con gli anni. La figlia è cresciuta, ha seguito la strada famigliare, è diventata importante, non ha mai smesso di sostenere e adorare suo padre e di dire “il mio papà”, anche e soprattutto negli anni più difficili. Prima c’è stata l’enorme ammirazione, poi è arrivata anche la protezione. Marina Berlusconi è stata la vera guardiana dei guai e della vecchiaia (intesa come guaio) del Cav., ha messo il suo corpo fra suo padre e il mondo, non ha mai pensato di non difenderlo, di lasciarlo andare per strade che non comprendessero la sua devozione costante e battagliera. Tutto di un altro secolo, ma tutto vero, e tutto femminile, dall’inizio alla fine.
 

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.