La successione del Cav.
I Fratelli di Marina Berlusconi, ecco i manager (già cugini) di Meloni
Esiste un partito che sta sopra Forza Italia. Manager, avvocati, economisti che gravitano intorno all'erede di Silvio Berlusconi e che hanno creato un asse con FdI
Esiste già. E’ il partito Fratelli di Marina (Berlusconi) ed è federato con Fratelli di Giorgia (Meloni). Ha come carta dei valori la tutela degli asset, la difesa del patrimonio, la memoria del padre. I presidenti onorari sono Gianni Letta, Fedele Confalonieri e Adriano Galliani. In direzione c’è la terza generazione del partito Publitalia, i manager che costruirono la prima Forza Italia. Sono cognomi sconosciuti, come quelli di Danilo Pellegrino, Antonio Porro, Ernesto Mauri, Franco Currò, Manrico Lucchi, Andrea Santagata, Giulio Gallazzi. Fratelli di Marina (FdM) esercita il golden power su Forza Italia, attraverso Antonio Tajani, ma FdI garantisce la difesa del “perimetro Berlusconi e figli”. E’ il bifratellismo al posto del bicameralismo.
E’ un livello finora inesplorato. Esiste un sovrapartito, una sovra Forza Italia che, da anni, da prima della scomparsa del Cav., viene assemblata con un solo scopo: mettere in sicurezza il “titolo” Berlusconi. Giorgia Meloni e Marina Berlusconi, a Milano, accanto alla bara del patriarca, si sono scambiate un abbraccio intenso, ma anche una promessa di lealtà. Attraverso i poteri di governo, Meloni può ostacolare le manovre di Vivendi, la società di Bolloré, che punta a liberarsi di Tim e scalare Mediaset, mentre Marina B., forte del golden power economico che può esercitare su Forza Italia, si impegna a tenere vivo il progetto politico, rendere graduale il disimpegno. E’ un ponte costruito con la calce dell’amicizia. Luigi Berlusconi, l’unicorno della famiglia, l’ultimo dei figli (nei suoi viaggi di fede a Lourdes ha usato un nome di comodo per evitare attenzioni) è amico e socio di Geronimo La Russa, figlio di Ignazio, presidente del Senato. Geronimo è membro del cda della holding H14. E’ la holding tech di Luigi, Barbara ed Eleonora.
Un’altra amicizia solida che collega FdM e FdI è quella tra Giampaolo Rossi, direttore generale della Rai, e Gina Nieri, braccio operativo di Confalonieri, la più alta dirigente e membro del cda Mediaset. Nieri è dal 2010 vicepresidente dell’Associazione delle televisioni commerciali europee, ed è ex moglie di Paolo Del Debbio. Il vero vicesegretario di questo speciale partito è Danilo Pellegrino. E’ l’ad di Fininvest dal 2016 dove è entrato all’età di 28 anni. Lavorava prima in Magneti Marelli. La famiglia, durante la composizione del governo Meloni, ha chiesto il suo parere sui dicasteri da occupare e sulle figure da indicare. In Fininvest il consulente strategico è Franco Currò. E’ stata la firma economica di Epoca, Panorama prima di diventare il direttore della comunicazione per oltre vent’anni. E’ il marito di Paola Caviggioli, direttrice della comunicazione di Piemme, Mondadori Electa e Sperling. Currò ha lasciato il ruolo operativo (siede nel cda Mondadori). Oggi la comunicazione di Fininvest è diretta da Manrico Lucchi, 45 anni, già a Unicredit. Ha preso il posto di Simone Finotello, che è andato a dirigere i rapporti con i media di Comunione e Liberazione. E’ un’altra parte di mondo, quella di Cl, cara alla famiglia Berlusconi. Da Impregilo è arrivato invece Fabrizio Ferrara, direttore degli Affari Legali di Fininvest e prima ancora in Fastweb. Sono innesti mirati. Antichi manager abbandonano i ruoli operativi, ma conservano il diritto di parola sulle grandi questioni societarie. In Mondadori, lo storico ad, Ernesto Mauri, il manager della fusione con Rizzoli, ha lasciato l’incarico ad Antonio Porro, voluto espressamente da Marina, ma Mauri siede nel cda Fininvest. In Mondadori rimane Daniele Sacco, capo del personale. Tra gli ascoltati da Marina c’è adesso Andrea Santagata, direttore generale di Mondadori Media Spa. La casa editrice in questi anni si è liberata di settimanali, della partecipazione del Giornale, e si è concentrata sui libri. Sono ancora protagonisti figure come Enrico Selva Coddé, vicepresidente della Mondadori libri e Carlo Mandelli, ad Mondadori Media.
Di altri uomini azienda è stato agevolato il passaggio in politica. Giorgio Mulè, ultimo direttore di Panorama, prima della cessione, trent’anni in Mondadori, è stato distaccato, su consiglio di Marina, a Roma, per curare i rapporti palazzo-azienda, così come, prima ancora, Alberto Barachini (uomo Mediaset), sottosegretario con delega all’editoria. Il partito FdM ha la corrente Pier Silvio rappresentata da Mauro Crippa. E’ il direttore generale dell’informazione Mediaset da oltre 23 anni. Come lui, ormai nessuno. Un altro è Alessandro Salem, ad di Mediaset Spagna. La corrente di Luigi, che è sempre parte di FdM, può contare su Valentino Valentini, viceministro delle Imprese e del Made in Italy. Valentini è stata la spalla di Luigi in un momento complesso, e mistico, della sua vita, quando desiderava trasferirsi in oriente. Un altro, corrente Luigi, è Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario alla Difesa. Se ci fosse il capogruppo di Fdm, Giulio Gallazzi avrebbe quel ruolo. Appartiene pure lui alla corrente di Luigi. E’ membro del cda Mediaset, ma soprattutto di Tim. E’ infatti Tim il vero referendum di FdM. La soglia di sbarramento non la decide il Parlamento, ma la Borsa. Andrea Giambruno, compagno della premier, e giornalista Mediaset, modera, ovviamente, la tribuna elettorale. Sono Fratelli di Marina e, già, cugini di Giorgia.
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