a Parigi
Così l'Italia si candida per Expo 2030. Meloni: "Ci vediamo a Roma!"
A sostenere la candidatura italiana al Bei c'erano Carlo Ratti, Samantha Cristoforetti. Mehret Tewolde e Giampaolo Silvestri. La premier ha illustrato il progetto. Con lei a Parigi anche il sindaco Gualtieri e il presidente del Lazio Rocca
"Scegliete Roma, portiamo insieme la storia nel futuro", dice Giorgia Meloni, rivolgendosi all'assemblea generale del Bureau international des Expositions riunita oggi a Parigi per l'ultimo appuntamento prima del voto di novembre, che assegnerà l'organizzazione di Expo 2030. L'Italia, che se la vedrà con Riad, in Arabia Saudita, e Busan in Corea del sud, ha ufficialmente presentato oggi la sua candidatura, introdotta dallo spot del "gladiatore" Russel Crowe, testimonial d'eccezione.
Sul palco di Parigi si sono avvicendati tutti i protagonisti della candidatura romana. Il professor Carlo Ratti, titolare dello studio a cui è stata affidata la stesura del masterplan, ha spiegato il progetto, basato sulla sostenibilità, che punta a dare a Tor Vergata una nuova vita, con nuove strutture destinate a trasformare la zona e a restare ben oltre l'esposizione universale. Dopo di lui, è toccato a Mehret Tewolde, ceo della Italia Africa Business week, e poi a Giampaolo Silvestri, segretario generale della Fondazione AVSI, impegnata in molti in paesi in via di sviluppo. È' stato infine il turno di Samantha Cristoforetti, in tenuta d'astrounata, una delle eccellenze italiane nel mondo.
Sono i volti che hanno declinato i tre hashtag che accompagnano la candidatura romana - regeneration, inclusion, innovation - prima dell'intervento della premier, a cui hanno assistito anche il sindaco Roberto Gualtieri e il presidente del Lazio Francesco Rocca.
"A Roma ogni Nazione troverà il proprio spazio, da pari tra pari, e avrà la possibilità di mettere in mostra la propria identità. Non importa quanto grande o piccolo tu possa essere, a Roma sappiamo che tutti hanno qualcosa di unico da offrire e vogliamo che contribuiscano in condizioni di parità. A nostro avviso, questa è l’essenza di una cooperazione responsabile e inclusiva. Per questo siamo pronti ad attivarci per garantire pari opportunità, anche dal punto di vista economico, per la partecipazione più ampia possibile alla nostra Expo Mondiale", ha detto Giorgia Meloni.
"L'Expo di Roma - ha proseguiro la premier - non si concluderà dopo i suoi sei mesi di esposizione. I padiglioni rimarranno a disposizione di tutte le nazioni che ne faranno richiesta, per consentire loro di mantenere una propria rappresentazione, di istituire centri di ricerca e tecnologia, di conservare uno spiraglio di dialogo. La nostra eredità, l’eredità dell’Esposizione universale in Italia, mira a costruire un percorso di progresso per la comunità internazionale, per mostrare che i nostri obiettivi per il millennio possono essere raggiunti, che non sono solo parole e che il rapporto tra le persone e il loro ambiente può essere davvero migliorato lavorando insieme".
"Scegliere di ospitare l’Expo 2030 a Roma significa scegliere tutto questo", ha detto ancora Meloni, avviandosi verso la conclusione del suo discorso, pronuciato in inglese. "Scegliete Roma. Portiamo insieme la storia nel futuro", è stata l'esortazione finale. Poi l'ultima battuta, questa volta in italiano: "Ci vediamo a Roma".