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Magi contesta Meloni durante il convegno contro le droghe. La premier: "Non mi faccio intimidire"
Il deputato solleva dei cartelli: "Cannabis: non ci pensa lo Stato, ci pensa la mafia". La premier, caustica: "Sono stata anche io al 3 per cento, so cosa vuol dire cercare visibilità". E attacca Netflix per Sanpa e le serie di successo sui pusher
Scontro tra la premier e il deputato di Più Europa Riccardo Magi nel corso del convegno organizzato alla Camera dei deputati in occasione della “Giornata mondiale contro le droghe”. "La droga fa male sempre e comunque, ogni singolo grammo di principio attivo si mangia un pezzo di te", dice lei. "Anche la Cannabis". E lui solleva un cartello con la scritta: "Se non ci pensa lo Stato, ci pensa la mafia".
Giorgia Meloni, dal podio dell'Aula dei Gruppi parlamentari della Camera, dice: "'Fumati una canna' non sarà mai la mia politica". E sostiene che "le droghe fanno male tutte, non esistono distinzioni, chi dice una cosa diversa dice una menzogna. Dire che ci sono droghe che possono essere usate è un inganno". Ed ecco scattare il blitz di Più Europa: spuntano i cartelli e parte la contestazione. "Abbiamo interrotto questa serie di banalità proibizioniste per dire direttamente in faccia alla premier che dopo 30 anni di menzogne il proibizionismo ha fallito. E' ora di legalizzare la cannabis", scrive su Twitter l'autore del blitz, il segretario e deputato di +Europa, Riccardo Magi.
Meloni non si è scomposta e ha liquidato la contestazione così: "Avete organizzato per anni convegni che nessuno si è mai permesso di bloccare. Dovete accettare che c'è un altro governo eletto dagli italiani per fare esattamente quello che stiamo facendo", ha aggiunto. E alla fine ci scherza su, caustica: "Sono stata lunghi anni al 3 per cento e so cosa vuol dire cercare visibilità, li rispetto e apprezzo". Continuando il suo intervento, Meloni ha criticato anche Netflix: "Tutta la narrazione va in una stessa direzione: serie televisive, documentari, film. Il messaggio è che la droga è anticonformista, va bene, non fa male. Ci sono serie che raccontano le gesta di uno spacciatore come fosse un eroe", in onda "sulla stessa piattaforma dove facevano e trasmettevano i documentari contro Muccioli".