Francesco Roberti (Ansa)

I dati

Il voto in Molise in numeri: FI doppia la Lega, il M5S perde 35mila voti

Ruggiero Montenegro

Vince il centrodestra con Roberti, mentre fallisce il test dell'abbraccio Conte-Schlein (a causa del crollo grillino). Fratelli d'Italia prima forza con il 18 per cento

Più che per il centrodestra – la vittoria della coalizione di governo e di Francesco Roberti era tutto sommato previdibile – le regionali in Molise dovevavo essere un test per verificare lo stato dell'arte a sinistra, quel campolargo da ricostruire per creare, a dirla con le parole di Elly Schlein, "l'alternativa alla destra". Ma all'indomani della sconfitta, in mattinata, mentre scriviamo, la segretaria del Pd non si è ancora espressa pubblicamente sul deludente risultato: l'alleanza di centrosinistra, tra Pd e 5 stelle, non decolla. Piuttosto vola bassa, molto bassa, nonostante la leader dem e il presidente grillino Giuseppe Conte - non ancora pervenuto pure lui, in queste ore, sull'esito del voto - abbiano ripreso di recente a farsi vedere insieme. 

Lo hanno fatto anche a Campobasso, in occasione della chiusura della campagna elettorale per il loro Roberto Gravina, immortalati da un iconico scatto attorno a un caffè - c'era anche Nicola Fratoianni di Sinistra italiana. Un'immagine tornata utile soprattutto per i giornali o per rievocare quella consuetudine secondo cui, Da Vasto a Narni, le foto di gruppo a sinistra non portano granché bene: questa volta il candidato si è fermato al 35,25 per cento, con 54.884 preferenze. 

Roberto Gravina era il volto del Movimento 5 stelle, su cui anche i dem avevano deciso di puntare per provare a fermare l'onda lunga che da Palazzo Chigi ha conquistato tutte le ultime prove regionali, dal Friuli alla Lombardia, passando per il Lazio. Il valore aggiunto doveva essere rappresentato dal fatto che Gravina è sindaco di Campobasso, il bacino elettorale più ampio della regione. Non è riuscito a vincere nemmeno in casa: è arrivato al 48 per cento così come l'avversario Roberti, che è invece sindaco di Isernia. Qui invece la proporzione regionale è stata grossomodo rispettata: 64 per cento per il centrodestra contro  il 30 per cento del centrosinistra.

Di certo, le premesse per battere la proiezioni molisana dell'alleanza di governo non erano tra le più rosee, ma la sconfitta avrebbe potuto altrettanto certamente essere diversa. E guardando ai dati si vede bene come a pesare sull'entità della sconfitta sia stato proprio - l'ennesimo - tonfo elettorale grillino, mai capaci a livello regionale di essere incisivi con un proprio candidato, e in nettissimo calo in questa tornata. Forse non ha aiutato nemmeno l'afflluenza, al 47,95 per cento, in calo rispetto al 52,17 di 5 anni fa, nonostante si votasse solo di domenica.

 

Nel 2018, la lista pentastellata in corsa da sola aveva ottenuto 45.886 voti (31,57 per cento), mentre per il candidato Andrea Greco si erano espressi il 38,50 per cento degli elettori. Ieri al partito di Giuseppe Conte è andata decisamente peggio: 9.966 preferenze pari al 7,09 per cento. Ha tenuto un po' meglio il Pd, che ha guadagnato prefrenze rispetto alla scorse elezioni e al fotofinish supera Forza Italia, diventando la seconda forza in regione, dopo Fratelli d'Italia. Ma è una magra consolazione: i dem conquistano comunque solo il 12.02 per cento dei voti (16.910). Nel 2018 i consensi erano stati 13.122 e non valsero nemmeno il 10 per cento.

D'altra parte, al netto di qualche scatto in favore di telecamera e qualche sparuta comparsata in piazza, una proposta credibile di alleanza Conte e Schlein non l'hanno ancora messa in campo. Preoccupati piuttosto a non farsi schiacciare dall'immagine dell'altro, a riempire gli svazi vuoti a sinistra più che a erodere i consensi dei sovranisti. L'obiettivo principale delle due principali forze politiche del centrosinistra sembra essere quello delle elezioni europee del prossimo anno, quando si voterà con il proporzionale, e questo aiuta meglio a inquadrare i movimenti del leader grillino e della segretaria dem.

 

E in questo scenario -  con un altro, debole, accordo elettorale - si è infilata una volta ancora la destra, vincendo un'altra elezione e confermando la presidenza del Molise ottenuta 5 anni fa con Donato Toma. "Un risultato che onora la memoria di Berlusconi", ha detto a caldo Antonio Tajani, commentando il 12 per cento ottenuto dal suo partito in regione: doppiata la Lega, al 6 per cento.  "Un altro grande successo, ottenuto grazie al lavoro del centrodestra unito, che conferma la solidità della coalizione di Governo", le parole, dello stesso segno, di Meloni. Nel 2018 la sua Fratelli d'italia era al 4,45 per cento, ieri è arrivata al 18,85 per cento. Primo partito, per distacco. 

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