Foto dal profilo Twitter di Luigi di Maio (@EUSR_Gulf)

La storia

L'incontro Di Maio-Tajani a Bruxelles diventa uno psicodramma diplomatico

Simone Canettieri

Tensioni e distinguo per organizzare il faccia a faccia fra l'inviato Ue nel Golfo e il ministro degli Esteri: non è lui che ha ricevuto me, ma io che ho visto lui

Dal nostro inviato a Bruxelles. Bilaterale complicato, settimane per organizzarlo. E coda finale velenosa per ripristinare i pesi in campo: non è lui che ha ricevuto me, ma io che ho incontrato lui.

Non si parla di Biden e Xi, ma del faccia a faccia Di Maio-Tajani a Bruxelles.  Eccoli insieme, finalmente. Il ministro degli Esteri e il suo predecessore diventato nel frattempo inviato Ue nel Golfo (con tanto di nuovo account Twitter in cui scrive anche in arabo: imperdibile) contro il volere del big di Forza Italia.

Alla fine la foto c'è stata. E quindi i due si sono visti, era ora. Dicevano che Tajani non volesse ospitare Di Maio alla Farnesina per non concedergli troppo onori. E così in occasione del blitz del vicepremier azzurro a Bruxelles in occasione del vertice del Ppe c'è scappato il summit, o mini vertice come dir si voglia. La notizia è stata data da Di Maio. Con tanto di foto e didascalia per raccontare questo caffè belga.

Il vis à vis alla fine si è svolto all'ambasciata italiana. "Scambio dedicato a come l'Ue e i suoi Stati membri possono sostenere in modo efficace la de-escalation nella regione del Golfo ed elevare il partenariato dell'Ue con i rispettivi Paesi. Non vedo l'ora di lavorare con la Farnesina nel Team Europe", ha scritto alla fine l'ex grillino su Twitter dopo lunga trattativa diplomatica. L'impiccio poi è scoppiato quando le agenzie di stampa sono state costrette a dare la notizia. Il primo titolo era "Di Maio riceve Tajani". Ma da Roma, zona Farnesina, è arrivata la protesta: non è stato Di Maio a riceverlo, ma Tajani a incontrarlo. E quindi togli il titolo, metti il titolo nuovo. 

 

 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.