(foto Ansa)

Aut aut nel M5s

“Via dal Movimento chi sta con Dibba”, dice Paola Taverna

Simone Canettieri

La vicepresidente grillina attacca l’associazione “culturale” del grande ex. C’è da rimettere in piedi il partito sui territori: togliere una vecchia classe dirigente e farne una nuova

“Chiunque sia iscritto all’associazione di Dibba non può far parte dei gruppi territoriali del M5s”. Parole e musica di Paola Taverna, vicepresidente del M5s, che l’altro giorno, questo è il senso, ha messo in guardia collaboratori ed eletti romani e laziali. L’associazione “culturale” di Alessandro Di Battista, il grande ex nato con la valigia tanto che ora sta in Sudamerica, si chiama “Schierarsi”. E sta al Movimento come l’Arci potrebbe stare al Pd. Insomma, sulla carta le due cose potrebbero convivere. Se non fosse che Dibba è assai amico di Virginia Raggi e la “canzone “ di Taverna vale già da tempo proprio per i cosiddetti raggiani: vanno marcati a vista e cacciati alla prima occasione utile. Sicché, per la propirtà transitiva, la cosa adesso vale anche per gli amici di Alessandro Di Battista. D’altra parte il clima che si respira nel Movimento, specie dopo l’ultima sconfitta alle regionali, non è dei migliori.

 

L’altro giorno Conte alla Camera fermava i cronisti per lamentarsi degli attacchi “unilaterali”. C’è da rimettere in piedi il partito sui territori. Togliere una vecchia classe dirigente e farne una nuova. Ecco perché lo spirito di Dibba e della sua associazione dà fastidio ai vertici pentastellati. Ed ecco perché le iniziative autonome della Raggi, non ultima quella del referendum, sono mal tollerate perché potrebbero fomentare chi non si rassegna alla nuova linea di potere. Taverna, zarina grillina nella capitale e non solo, lo ha spiegato in vista della partenza dei gruppi territoriali. A Roma saranno quindici, uno per municipio. E avranno il senso delle sezioni tradizionali dei partiti.

 

Dunque l’ex parlamentare ha fatto capire che non accetta doppie tessere e quindi mezze porzioni: o con noi o con Dibba. Cosa abbia in testa l’ex big terzomondista è complicato da capire, come sempre. Però la sua associazione sta facendo proseliti, specie a Roma. Per molti l’affondo di Taverna è un messaggio trasversale da far arrivare anche a Virginia Raggi, l’ex sindaca ancora influente sulle rive del Tevere, ma mai amata da Conte. L’ex premier sogna e lavora  a un Movimento iper contiano. Sicché erigere un fortino significa limitare ancora di più il mondo di Dibba o di Raggi. Con quale esito? 

 

Riceviamo dal M5s

L’articolo “Via dal M5S chi sta con Dibba”, pubblicato sul Foglio del 30 giugno, non riporta correttamente il pensiero della vicepresidente vicaria del Movimento 5 Stelle Paola Taverna. Taverna, difatti, non ha mai pronunciato la frase attribuitale nel titolo, che distorce totalmente il senso del ragionamento esposto durante la riunione con gli addetti al coordinamento dei gruppi territoriali romani, dove, su richiesta, la stessa ha inteso dire che l’impegno da profondere nei gruppi territoriali del M5S è difficilmente conciliabile con altre iniziative. Ne consegue che non esiste nessuna strategia finalizzata alla “cacciata” di alcuno.

Risponde Simone Canettieri: prendiamo atto della nota che, al di là della smentita sulla parola "cacciare" ,conferma in pieno il senso dell'articolo. 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.