Bruxelles. Il romanzo della terza rata del Pnrr si arricchisce di un nuovo capitolo: per uscire dallo stallo in corso da febbraio, nelle scorse settimane la Commissione avrebbe proposto all'Italia di procedere a un pagamento parziale, ma il governo di Giorgia Meloni avrebbe rifiutato per non mettere a repentaglio la sua reputazione. L'offerta informale della Commissione di ridurre l'ammontare del pagamento della terza rata e il rifiuto del governo sono state confermate al Foglio da fonti di Bruxelles e di Roma. Agli occhi dell'esecutivo comunitario, questo compromesso avrebbe permesso di accelerare i versamenti di quasi tutti fondi della terza rata da 19 miliardi del Pnrr, sospendendo una parte minima. Ma il governo italiano ha preferito declinare per ragioni “reputazionali”, spiega una fonte. Sul fronte esterno, accettando un pagamento parziale, l'Italia invierebbe un segnale di difficoltà ai partner e ai mercati sulla sua capacità di realizzare gli obiettivi del Pnrr. Sul fronte interno, Meloni rischierebbe di trovarsi in forte imbarazzo, dato che i 19 miliardi sono la prima richiesta di pagamento presentata dal suo governo. Lo scorso dicembre, presentando formalmente la richiesta di pagamento della terza rata, il governo Meloni aveva assicurato che tutti i 55 traguardi e obiettivi per il secondo semestre del 2022 erano stati “raggiunti”. In teoria il via libera sarebbe dovuto arrivare a fine febbraio. Da allora, malgrado le rassicurazioni della Commissione sul dialogo costruttivo e le dichiarazioni ottimiste dei ministri Giancarlo Giorgetti e Raffaele Fitto su un rapido via libera, il pagamento è ancora bloccato.
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