(foto Ansa)

l'intervista

Rotondi: “Così l'asse Meloni-von der Leyen può cambiare l'Ue”

Luca Roberto

"Spendersi di più per la presidente uscente? Ma la premier ha già chiaro l'obiettivo comune: riavvicinare Ecr ai Popolari. Il vero problema ce l'ha la Lega e l'isolamento in cui si è cacciata". Parla il deputato centrista

E’ arrivato il momento, per Giorgia Meloni, di fare qualcosa in più per aiutare Ursula von der Leyen? “Ma io credo che la premier lo stia già facendo da tempo, portando avanti un asse privilegiato e un percorso che ricrei l’arco costituzionale europeo che possa tenere assieme conservatori e popolari”. Eppure, chiediamo all’onorevole Gianfranco Rotondi, la presidente del Consiglio dovrebbe con più forza spendersi per una soluzione che preveda la rielezione della presidente della Commissione europea, pur di far svoltare l’Europarlamento a destra? “Solo se si vuole salvaguardare un percorso di continuità. Perché ci sono anche altri candidati che potrebbero spuntare da qui a un anno. Così come potrebbe emergere il nome di Antonio Tajani. Del resto, negli ultimi anni, oltre alla maggioranza Ursula abbiamo assistito anche alla maggioranza Tajani”.

 

Storico esponente  della Democrazia cristiana, ex ministro dei governi Berlusconi, Rotondi è da tempo che ha benedetto l’avvicinamento di Meloni ai Popolari. Così come il Cav. propiziò l’ingresso di Forza Italia nella destra europea, cosa dovrebbe fare la leader di Fratelli d’Italia per raccogliere quell’eredità? “Si dice sempre che negli ultimi tempi Meloni avrebbe ricacciato indietro i toni antieuropei, ma è una lettura parziale”, analizza Rotondi. “Perché Meloni è pur sempre un ex ministro e leader della formazione giovanile del Popolo delle libertà, in Europa ci è arrivata a pieni diritti direttamente dal Partito popolare”. E però adesso continua a non distanziarsi da alleati ingombranti come i governi di Polonia e Ungheria. Solo ieri a Varsavia ha ribabito che “con la Polonia abbiamo posizioni condivise”, anche se Morawiecki e Orbán le stanno causando più di qualche grattacapo sulle politiche migratorie dell’Ue. “Eppure il suo presentarsi come leader dell’Ecr è un vantaggio per il dialogo con le istituzioni europee, a partire da von der Leyen”, spiega ancora il deputato centrista.

 

In realtà, quello del rapporto privilegiato con la presidente della commissione europea risponde a un’esigenza che Rotondi definisce storica. “Perché popolari e conservatori prima facevano parte della stessa famiglia. E’ sotto impulso dei Tories inglesi che si decise di creare due gruppi separati. Quindi sta nella natura dei fatti che ci possa essere una ricomposizione, senza alcun tipo di forzatura. E mi sembra che Meloni da questo punto di vista abbia chiaro l’obiettivo di cercare di fare a meno della sinistra. Così come ce l’ha la stessa von der Leyen, visto che la Cdu si è resa conto che da quando ha stretto un accordo con l’Spd non ha fatto altro che dilapidare voti. Un discorso ancor più valido nell’ipotesi che i gruppi attualmente al Parlamento europeo cominciassero a frammentarsi”.

 

La premier italiana, quindi, avrebbe un ruolo quasi da queenmaker della prossima Commissione. “E da questo punto di vista le posizioni di Fratelli d’Italia e di Forza Italia mi sembrano particolarmente allineate, in sintonia, come direbbe Pinuccio Tatarella, nella valorizzazione delle reciproche differenze”. Il problema, semmai, risiede altrove: nel rapporto complicato che porta il centrodestra a muoversi in ordine sparso nella costruzione delle alleanze, soprattutto nella cesura che c’è tra FdI, i forzisti e la Lega. “Credo che Salvini sia in grande difficoltà. Ha situato la Lega nell’unico gruppo europeo in cui poteva continuare a fare le sue battaglie su temi identitari come l’immigrazione. Ma così facendo limita tantissimo il lavoro che sta portando avanti al governo e nelle regioni. E’ isolato”, dice ancora Rotondi al Foglio. Forse che il suo continuo insistere su Le Pen e Afd risponda all’esigenza di provare a terremotare la centralità acquisita da Meloni? “Ma anche in questo caso, da qui a un anno, tutto può succedere. E Salvini si sta muovendo molto meglio in questa legislatura che nella scorsa”. Riuscirà Meloni a rendere superflua l’esistenza dei conservatori, fondendoli nel Ppe nel corso della prossima legislatura? “Come diceva Churchill, in politica anche una settimana è un tempo lunghissimo. Non corriamo troppo”.