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verdetto finale

Archiviazione definitiva sul gasdotto Tap, nonostante Emiliano

Annarita Digiorgio

Arriva la parola fine sulla surreale vicenda dell'infrastruttura energetica. Dopo anni di accuse e ricorsi anche il governatore pugliese deve arrendersi ai fatti

“Chiederemo a Tap un risarcimento miliardario per danno di immagine. Se dovessero essere condannati, ci risarciranno miliardi di euro perché il danno è enorme e il vantaggio è nullo per la Puglia”,  disse Michele Emiliano all’indomani della notifica della citazione a giudizio per i vertici della società Tap accusati di non aver applicato la direttiva Seveso. Sono stati tutti archiviati. E la regione Puglia non prenderà nè il risarcimento nè le compensazioni ambientali che ha sempre rifiutato. L’inchiesta era già stata archiviata, ma Emiliano aveva presentato ricorso insieme ad altri otto sindaci. Tre ministeri, la Commissione Ue e nel 2015 il governo Renzi stabilirono l’esclusione della Seveso. Emiliano impugnò il decreto, perdendo al Tar e in Consiglio di Stato. Finché non intervenne la procura. Il governatore-pm festeggiò l’avviso di garanzia come una vittoria: “Su Tap noi abbiamo avuto ragione,  Renzi e Calenda torto. Le preoccupazioni della regione Puglia hanno trovato un fondamento evidente: ci sarà un processo per la costruzione del gasdotto Tap e noi ci costituiremo parte civile”. 

 

Il governatore si presentò ad assistere all’incidente probatorio durante il quale furono sentiti tre periti, che confermarono la non assoggettabilità alla Seveso. Emiliano li apostrofò così: “I periti si sono lanciati in un tentativo di difendere la struttura del gasdotto. Questa intenzione fa parte di una cultura industriale, della quale essi sono portatori, che sottovaluta i rischi ambientali. Sono dei tecnici di grande fama ma con un’idea in testa che nessuno gli toglierà mai, e cioè che più industrie si fanno e meglio è”. Anche i periti della procura erano asserviti alle lobby!

“Dopo l’incidente in Austria, mi chiedo  chi vorrà andare in vacanza a Melendugno” disse Emiliano il 13 dicembre 2017, il giorno dopo che a Baumgarten era scoppiata una centrale di gas. “Questa è la domanda che avrebbe dovuto farsi il ministro Calenda, ma oggi con una manipolazione di tipo sovietico anziché parlare della assenza di controlli di sicurezza su Tap, ha utilizzato l’esplosione dicendo che se ci fosse stato Tap non avremmo avuto ore di interruzione. Si tratta con ogni evidenza di un caso di strabismo politico e di disumanizzazione delle pubbliche funzioni. Il cantiere Tap sembra Auschwitz e Renzi e Calenda sono schiavi delle lobby”, concluse.

 

Le udienze proseguirono numerose, e nel 2018 Emiliano si ripresentò in aula. Nel frattempo si era insediato il governo Conte, che anziché fermare Tap come aveva promesso il M5s in campagna elettorale, lo completò con la scusa di una penale. “Non è possibile fare quell’impianto in quel punto senza applicare la direttiva Seveso – disse Emiliano fuori dal tribunale –. Questo concetto è meglio che lo capiscano bene e subito i due ministri, Costa e Di Maio, perché non devono pensare che  ci fermeremo. Anche i cinque stelle appena arrivati al governo si sono fatti mangiare dalle lobby del Tap come Renzi e Calenda. Roma è un posto in cui come arrivano si fanno mangiare dagli interessi privati. Non mi hanno manco chiamato. Le strutture tecniche della regione avrebbero sbrindellato le stupidaggini che si sono bevuti i cinque stelle, schiavi delle lobby”. 

 

Adesso il Gip nel decreto di archiviazione ha scritto: “Il monumentale carteggio in atti non consente di cogliere profili di penale responsabilità in ordine all’iter amministrativo seguito […]] non si comprende la stessa imputazione sotto un profilo quantomeno logico sia con riferimento al rilievo penale della mancata applicazione della legge Seveso, sia nella fantasiosa intesa fraudolenta tra gli indagati, tanto che lo stesso stato ne ha assunto la difesa. A fronte di ben due richieste di archiviazione e di sentenze rese dai Tribunali amministrativi, appare difficile quindi ipotizzare la sopravvenienza delle accuse a carico degli indagati in sede dibattimentale”. Tap quest’anno ha contribuito a liberare l’Italia e l’Europa dalla dipendenza dalla Russia di Putin, portando a Melendugno 8 miliardi di metri cubi di gas. San Foca è sempre piena di turisti ed Emiliano è ancora pm. 

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