L'intervista
“Non voteremo la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè". Parla Enrico Borghi
Il neo eletto capogruppo del Terzo Polo in Senato afferma: “Andare al voto ora è un errore". La precisazione: "Sono convinto che tutte le componenti del Terzo Polo troveranno un’opinione condivisa"
“Non voteremo la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè. Conte e Schlein sbagliano”. Dice così Enrico Borghi, neo eletto capogruppo del Terzo Polo in Senato. “Penso proprio che presentare una mozione di sfiducia adesso sia un errore”, dice il senatore al Foglio. “All’interno della maggioranza sembrano infatti emergere delle crepe. Votare adesso la sfiducia alla ministra Santanché avrebbe soltanto l'effetto di compattare Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Quindi, lo ripeto, non voteremo la sfiducia”. Ma Azione e Italia viva sono d'accordo su questa scelta, o si produrranno altri distinguo come in passato tra i due partiti che compongono il Terzo Polo? “Ho già convocato una riunione di gruppo per martedì e quella sarà l’occasione nella quale costruiremo una presa di posizione comune. Non penso che Carlo Calenda, se questa è la sua domanda, sia intenzionato a votare 'sì' alla mozione di sfiducia. Dunque sono convinto che martedì, alla riunione del gruppo, tutte le componenti del Terzo Polo troveranno un’opinione condivisa”. L'analisi del Terzo polo, dunque, è che il voto contro Santanché sarebbe un autogol dell'opposizione? “Per la prima volta si avvertono scricchiolii nella compagine di governo”, dice Borghi. “Abbiamo la sensazione che la scomparsa di Berlusconi abbia fatto venir meno un cuscinetto in grado di ammortizzare l’attrito tra Salvini e Meloni e che vi siano tensioni nella maggioranza. Bisognerebbe approfittarne. Non dare loro la possibilità, con un voto, di ritrovare ragioni di unità”. Dunque il M5s ha sbagliato nel chiedere la mozione di sfiducia contro Santanché? “Non sarebbe la prima volta che Giuseppe Conte fa un assist a Giorgia Meloni. Infatti ritengo tatticamente un errore la presentazione di una mozione di questo tipo”. E questo vale anche per il Pd di Elly Schlein che si è subito accodato al M5s. Ma qual è allora la strategia giusta, secondo Borghi e secondo il Terzo Polo? “Noi non chiediamo le dimissioni di un ministro raggiunto da un avviso di garanzia. Il tema non è giudiziario, ma è politico. E' il presidente del Consiglio che deve dare una risposta alla luce degli sviluppi emersi sul caso Santanchè. Noi chiediamo, e chiederemo, questo a Meloni: secondo lei Santanché è o non è in condizione di assolvere alle proprie funzioni ministeriali? Noi chiediamo un'assunzione di responsabilità piena della presidente del Consiglio rispetto a questa situazione. E la chiediamo in Parlamento”.