Viale Mazzini-Nazareno
Schlein tratta in Rai (e nel Pd) come manco Sbardella ai bei tempi
Incassa sei vicedirettori, sorpassa pure il M5s. Ora vuole un capolista, suo, alle Europee per ogni circoscrizione. L'ex sardina Cristallo e Cecilia Strada i nomi della segretaria
Manderà Dario Franceschini a pulire scale. Elly Schlein, sprovveduta, spaesata? Stabilitelo. Gianni Cuperlo lo ha sollevato dalla Fondazione Pd con un comunicato Ansa. In Rai, al Tg1, ha preteso, e sta per ottenere, la nomina di Elisa Anzaldo a vicedirettore, insieme ad altri cinque vice sparsi tra radio, Tg2 e approfondimenti. Per farlo ha scavalcato pure l’Usigrai, il sindacato arci-sinistra. Alle elezioni Europee, Marta Bonafoni, la coordinatrice della segreteria Pd, la sua preferita, sarà candidata alle europee e “non si discute”. Farà ticket con l’ex governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, perché è stato siglato un patto politico con la segretaria. Se oggi disegnate i baffi, a Schlein, vi appare D’Alema, ma vestito pastello.
L’idea di trovarsi di fronte a una segretaria hippie non corrisponde più alle trattative, scatenate, che Schlein porta ora avanti in Rai e all’interno del partito. Ci sono quindici seggi in ballo, quelli che probabilmente può ottenere il Pd, e la segretaria li sta utilizzando come farebbe il leader più consumato: merce, scambio, comando. Sia chiaro, fa politica e la fa come l’hanno fatta prima di lei tutti gli ex segretari equipaggiati di veleno e coltello. Opponendosi, come fa la segretaria, al terzo mandato, governatori e sindaci dem devono adesso mendicare candidature in Europa. La segretaria con i baffi li tiene in ostaggio e lega il loro destino a quello di Luca Zaia, il governatore veneto: “Vediamo se Zaia corre per il terzo mandato, magari, se accade, se ne può discutere”. Bonaccini e il sindaco di Firenze Dario Nardella hanno la garanzia di essere candidati in Europa, ma solo perché sono quota, corrente riformista, come nella Dc c’era la “Corrente del golfo”. Se Vincenzo De Luca, presidente della regione Campania, si trattiene, e, credeteci, si trattiene, è solo perché il figlio Piero ha ricevuto la promessa di essere capolista alle Europee, ma dove deciderà Elly. E’ sempre la stessa Schlein che ha tolto, a De Luca, la carica di vicecapogruppo alla Camera. Si dice che perfino un campione come Antonio Decaro, sindaco di Bari, finirà in lista alle Europee, ma non capolista mentre è sicuro che, più a sud, finirà in prima posizione Jasmine Cristallo, la sardina che è amica della segretaria. In Lombardia, il nome di Schlein è quello di Cecilia Strada, figlia di Gino, il fondatore di Emergency. Sarà candidata perché, ripete la segretaria con i baffi, “in ogni circoscrizione ce ne deve essere almeno uno mio. Non si transige”. Spiega un deputato del Pd: “Continuare a raccontare Schlein, e i suoi fedelissimi, come dei liceali, è divertente, ma è falso. Questa generazione ha perso l’innocenza quando aveva in mano il lecca-lecca”. Per tenersi buona la solita area riformista, questa volta a nord, darà spazio a Giorgio Gori, primo cittadino di Bergamo e finirà con il dirgli pure: “Sei contento?”. Si sta mettendo a trattare perfino con Piero Fassino che ha voglia d’Europa come ne ha Pina Picierno, che è pure vicepresidente del Parlamento europeo, ma non particolarmente gradita a Schlein. In Campania, lo sanno tutti che capolista alle europee sarà Sandro Ruotolo, membro della segreteria Pd, il compare Usigrai, il Santoro vice, l’addetto per le pratiche Rai, insieme al deputato dem in Vigilanza, Stefano Graziano e Flavio Alivernini, il suo portavoce. Si ripeteva: Schlein, una sprovveduta. Era effetto di scena. Quando ha visto che il suo capogruppo al Senato, Francesco Boccia, aveva un certo conflitto Rai, con la moglie, Nunzia De Girolamo, la conduttrice di destra, ma un po’ di sinistra, e che il Pd stava facendo, in Rai, una figura, da Calimero, Schlein ha chiamato direttamente i vertici della tv pubblica dicendogli: “Adesso tratto io”. Quando ha sentito che la coppia Rocco Casalino-Claudia Mazzola (la presidente Rai Com in quota 5s) stava per piazzare, al Tg1, Senio Bonini, come vicedirettore, il cronista che è stato renziano e ora riferimento del M5s, la segretaria con i baffi ha presentato il suo papello. Oggi, in cda Rai, se tutto va come deve andare, il Pd si intasca sei vicedirettori. E per di più potrà dire: “Sono anti meloniani”. Anzaldo si ricorda per aver tenuto testa a Giorgia Meloni. Ma al Tg1 ci sarà pure Costanza Crescimbeni, che è sì quota direttore Chiocci, ma pur sempre una donna con passione rossa. A Radio Rai, Schlein, avrà come vice sia Gianmarco Trevisi, ex portavoce di Enrico Letta, sia Ilaria Sotis. Al Tg2 conferma Massimo D’Amore. A Rai Parlamento promuove vice una giornalista come Annamaria Baccarelli. Agli Approfondimenti Rai, o agli Speciali del Tg1, incassa pure Maria Luisa Busi, sponsorizzata da Usigrai. Ed è un capolavoro di tattica anche secondo FdI: “Da una parte c’è Ruotolo, che ha un rapporto con Usigrai e Busi, ma dall’altra, Schlein, per il Tg1 ha chiesto espressamente Anzaldo facendo litigare la vecchia guardia del Pd che aveva come primo nome Busi”. A Rai news tre direttori di sinistra (Antonelli, Bergamini, Romagnoli) vengono tranquillamente lasciati lungo la riva. Nel Pd di Schelin può davvero finire così: Franceschini con il secchiello e la scopa, Guerini al citofono. D’Alema, vista la sua esperienza, può sempre fare lo sciampista della segretaria.