la questione energetica
Passi per parlare di nucleare senza ideologia
Prima ancora di avviare discussioni politiche o addirittura referendum occorre prospettare soluzioni razionali, intorno alle quali costruire il consenso
Se si vuole seriamente tornare a parlare di nucleare in Italia bisognerebbe cominciare dalla testa. E non da un referendum che sarebbe solo occasione di un ulteriore divisione e scontro politico. Ci sarà tempo per dividersi, ma prima deve esserci sul tavolo una proposta seria e strutturata. Cosa non facile visto che dopo anni nemmeno si è riusciti a individuare dove realizzare il deposito dei rifiuti nucleari. Segnalo al vicepresidente Salvini che anche questa sarebbe un’ opera pubblica di primaria importanza e di alto valore aggiunto. Per tornare all’ energia nucleare occorrerebbe definire un programma, quanti impianti e per quale potenza, e le localizzazioni degli stessi, assicurando il necessario consenso. Si potrebbe poi alternativamente o affidarne la realizzazione ad un consorzio di imprese nazionale per il quale occorre ricostruire molte competenze oppure lanciare una gara internazionale aperta alle migliori imprese e tecnologie. Ambedue le soluzioni possono essere finanziate da un contratto a lungo termine di acquisto dell’energia prodotta da parte di Terna o del Gse. Un po’ come si propone avvenga per finanziare le fonti rinnovabili. E' chiaro che la realizzazione di un certo numero di centrali nucleari sarebbe decisivo per aumentare la sicurezza energetica, stabilizzare il prezzo del kWh, ridurre le importazioni di gas e aumentare la quota di energia completamente carbon free. Le stesse rinnovabili si avvantaggerebbero dall’avere una quota stabile e continua di produzione di energia elettrica. Per ottenere questo obiettivo occorre prospettare soluzioni razionali e vantaggiose per tutte le parti coinvolte e costruire il consenso, innanzitutto all’interno della coalizione di governo dove non mancano le pulsioni antinucleari, fra le altre forze politiche disponibile e nel Paese. Consenso per il quale oggi esistono condizioni migliori che nel passato. Dovrebbe essere una grande questione nazionale, come capita in Francia, e non un bandiera di una parte politica.