Il racconto
Salvini, fantasma del Papeete: "E' passato, ma è andato dritto"
Il leader della Lega passa da Milano Marittima, ma non entra nello stabilimento tabù. A Cervia c'è la festa del Caroccio. Fedriga: "Il governo ascolti le regioni sul Pnrr"
Dal nostro inviato a Milano Mattima. Mojito color nostalgia. La ChatGpt del giornalismo politico ci porta dritti dritti qui, al Papeete, già Corea dell'Italia salviniana nel 2019. "Matteo? Non l'ho visto. E non è che fossimo amici, eh", dice al Foglio Arrigo Sacchi, sì proprio lui il mister-profeta di Fusignano, mentre passeggia in bici davanti allo stabilimento balneare più famoso di Milano Marittima.
E però, mentre la musica pompa i capezzoli turgidi di pettorali scolpiti e tatuassimi di super maschi (vanno di moda le farfalle in mezzo al petto) con ragazze in perizoma che si divertono sui cubi, tutto ci ricorda di lui. Restano i sogni senza tempo, le impressioni di un momento. Mojito color nostalgia. Te lo ricordi il Papeete?
Ecco, dov'è Salvini? Il vicepremier, che ormai si fa chiamare "l'ingegner Matteo" per il suo pragmatismo tutto cantieri e cronoprogrammi, oggi era qui, a Milano Marittima. Era passato a trovare il figlio che si trova in vacanza, ma non si è fatto vedere nello stabilimento-tabù. "E' passato, con la scorta, davanti è ha tirato dritto", raccontano dall'hotel Miami, una volta buen ritiro del salvinismo ruspante, in quanto di proprietà di Massimo Casanova, europarlamentare della Lega e patron del Papeete. Adesso l'hotel è stato dato in gestione, e, assicurano dalla consolle, il ministro delle Infrastrutture non si è visto.
Pare che sia tornato sul Tirreno, per la festa di compleanno a Forte dei Marmi della fidanzata Francesca Verdini, ma tornerà domani: è il grande ospite della festa della Lega a Cervia, sarà intervistato da Agnese Pini, direttrice di Qn, e Daniele Capezzone, futuro condirettore di Libero, in tandem con Mario Sechi, capo ufficio stampa di Giorgia Meloni.
E' un fantasma che aleggia, Salvini. Senza troppo turbare la vita di questo scorcio di Riviera romagnola che si fa sotto all'ora dell'aperitivo. Intanto, anche il Papeete sembra diventato un po' più riflessivo con scritte emozionali all'ingresso: "Il destino vi farà incontrare, il resto spetta a voi". Oppure ancora meglio: "Ci pensa il mare a perdonare i nostri inverni".
Stasera nel dubbio alla festa della Lega c'è il momento Fedriga: il governatore del Friuli Venezia Giulia dorme a Cervia ed è pronto a ribadire che sul Pnrr "occorre coinvolgere le regioni", dice al Foglio, avvisando il ministro Raffaele Fitto.
Cercando Salvini si va alla festa del Carroccio organizzata dal segretario regionale Jacopo Morrone. Quest'anno è dall'altro lato della darsena, in formato mignon: solo cento sedie, tutto sembra più piccolo: è un riflesso del melonismo imperante? Clara Agnoletti, tessera Lega dal 1998, storica militante con ricordi di quanto l'Umberto Bossi scese da queste parti venti anni fa, la prende con filosofia: "Certo, anche Giorgia mi piace: ora sono più forti loro, in altri momenti siamo stati più forti noi. E' la vita". C'è consapevolezza della fase storica anche tra la base. Le cuoche della festa leghista, che non sono quelle di Lenin e non aspirano al potere, mettono giù il menù: piadina come la vuoi, risotto alla pescatora, frittura, cappelleti al ragù. Ma dov'è Matteo? Non ha detto una parola sulle lezioni americane di Meloni, c'è e non c'è tipo Nanni Moretti, progetta ponti e cerca di reinventarsi tra il passato e il futuro. "Su le mani Papeete!!".