lo spunto
La tendenza “indietro tutta”, dal Reddito di cittadinanza alle province ai forestali
Come nella vecchia trasmissione di Renzo Arbore: è un tic o il vero carattere italiano? Ne parliamo con il vignettista del Corriere Giannelli
E’ qualcosa nell’aria. O forse no. Una propensione, un tic? Un’inconsapevole aderenza alla massima del “se vuoi andare avanti devi anche saperti guardare un po’ indietro”? Una fascinazione per il passo del gambero? Un modo per omaggiare il Gattopardo, eseguendo alla lettera il “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”? Fatto sta che fa riflettere, in questi giorni — di fronte alla proliferazione di ripensamenti e sperati disfacimenti (ma anche: rifacimenti) politici, economici e sociali, passando dal reddito di cittadinanza per andare fino alle province (cda anni nella terra di mezzo tra abolizione e recupero), per non dire del Corpo forestale, riorganizzato ma ora ripensato (e rimpianto?) — questa forza dubbiosa del carattere nazionale, imbrigliato nel rimuginare sulla riforma-non riforma e nell’andirivieni dialettico tra ieri e oggi, in una oscillazione trasversale tra ripescaggio e oblìo. Riportare tutto a prima che esistesse il Rdc? Riportare in vita le province con tanto di elezione diretta? Rimettere i forestali al centro, con contorno di piano idrogeologico di prevenzione? Ce n’è abbastanza, se non per la psicologia, per la satira.
E infatti sorride dietro al telefono Emilio Giannelli, disegnatore e vignettista che per decenni, ogni mattina, è comparso con il suo tratto sulla prima pagina del Corriere della Sera, per un totale di oltre undicimila vignette (Indro Montanelli una volta gli disse: “Lei non è bischero, è trischero”). Conosce il paese, Giannelli, avendolo guardato con affetto e irriverenza. Può tentare forse una diagnosi sulla tendenza “Indietro tutta”, per dirla con il titolo della famosa trasmissione di Renzo Arbore? “E’ un portato del nostro essere ipercritici, e parlo da toscano, ma non solo”, dice Giannelli, “e se nei momenti di crisi guardiamo avanti, poi cambiamo idea, e a forza di ripensare e criticare finiamo dritti nella paralisi”. E’ una sorta di “dannazione”, dice Giannelli, pensando proprio alla parabola degli enti locali di cui in tanti oggi sognano la resurrezione dopo l’affossamento: “Quello che esce dalla porta, in questo paese, spesso rientra dalla finestra, accade persino con i presidenti della Repubblica, figuriamoci per il resto”.
Siamo nostalgici? Indecisi? “Beh, chi fa satira in questo mare ci sguazza”, dice il vignettista. Che ricorda un altro caso di andirivieni perenne tra riforma e controriforma: “Prendi la scuola, l’esame di maturità: metti, togli, rimetti. Prove, materie, giudizi, voti. E alla fine riparti dal via, senza nessun avanzamento”. E se per il Reddito di cittadinanza c’è chi l’ha voluto e lo vorrebbe ancora (nel M5s), ma anche chi non lo voleva (nel Pd) e adesso si ancorerebbe all’assetto attuale, o chi, pure nel centrodestra, sullo stesso tipo di strumento di lotta alla povertà cancellerebbe per ridisegnare (mezzo uguale? diverso?), sulle province ci sono quelli che prima, nel M5s, volevano l’abolizione, per poi esprimere apprezzamento (in favore anche di un maggiore finanziamento), ma anche quelli che in questa legislatura, in Fratelli d’Italia, nella Lega, in Forza Italia, hanno presentato disegni di legge, come d’altronde Pd e M5s, per rimettere mano (in senso della resurrezione) all’ente intermedio tanto vituperato. E i Forestali? A destra sognano lo scorporo dopo l’accorpamento (con i Carabinieri). “Siamo così, testa rivolta all’indietro”, dice Giannelli, forse immaginando una vignetta.